Fonet - Mesic e Marovic

Il presidente croato si scusa in pubblico per i crimini commessi dai cittadini croati nei confronti della popolazione serba in risposta ad una medesima dichiarazione del presidente della Serbia e Montenegro nei confronti dei cittadini Croati.

12/09/2003 -  Anonymous User

In un solo giorno il presidente croato Stjepan Mesic ha perso lo status di politico piu' positivo in Croazia di cui, secondo i sondaggi di opinione pubblica, beneficiava da ormai quattro anni. Il motivo e quello delle scuse porte a Belgrado durante una conversazione con il presidente della Serbia e Montenegro Svetozar Marovic. Mesic ha dichiarato: "Mi scuso con tutti gli individui a cui i cittadini Croati abbiano recato danno mentre svolgevano azioni in violazione della legge e abusavano della loro posizione".
Con questa dichiarazione, Mesic ha solo risposto alle scuse porte da Marovic durante l'incontro di Belgrado avvenuto il 10 settembre. "Mi scuso per tutto il male che i cittadini della Serbia e Montenegro hanno causato ai cittadini della Croazia" ha detto il presidente Marovic e Mesic ha risposto in modo simile.
La sera stessa Mesic ha chiarito perche' si e' scusato "Stavo pensando alla Prima e alla Seconda guerra mondiale, e anche ai crimini di Paulin Dvor del 1991 quando i membri dell'Armata croata hanno tenuto in custodia 19 Serbi e un Ungherese e poi e' giunto un altro soldato croato e a sangue freddo ha ucciso i civili tenuti in custodia. In qualita' di presidente della Croazia come avrei potuto non scusarmi per questi fatti?".
L'opinione pubblica in Croazia in gran parte crede ancora che il proprio paese sia stato vittima durante la recente guerra e che i soldati, combattendo contro l'aggressione serba, non hanno potuto comettere crimini di guerra. La dichiarazione di Mesic non e' stata ben accolta dall'opinione pubblica. I sondaggi mostrano che il giorno dopo le scuse di Mesic la sua popolarita' dall'iniziale indice del 16.3% e' caduta al 10.9% e per la prima volta il presidente croato e' diventato popolare come qualsiasi altro politico. In questo sensdo, Mesic e' ora simile a Ivo Sanader, il presidente dell'Unione democratica croata (HDZ), il piu' forte partito d'opposizione.
Mentre i rappresentanti della NATO e della comunita' internazionale, come Javier Solana, l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, hanno espresso la loro piena approvazione per le reciproche scuse, l'opposizione in Croazia e' stata molto dispiaciuta dalla impresa di Mesic. Ivic Pasalic, per lungo tempo consigliere del defunto presidente Franjo Tudjman per gli affari interni, ed ora il leader di un piccolo paritito di destra denominato Blocco croato, ha considerato la dichiarazione di Mesic come "vergognosa". Jadranka Kosor, la vice presidente del HDZ, ha detto che il partito si oppone alla teoria di Mesic secondo la quale "ognuno deve scusarsi con ognuno".
Gran parte della opinione pubblica non e' ancora pronta per confrontarsi col fatto che i Croati, anche tenendo in considerazione il fato che sono stati attaccati e che hanno combattuto in difesa, possono aver commesso crimini di guerra. Mesic ha posto l'attenzione su questo tipo di crimini riferendosi a quelli commessi a Paulin Dvor, vicino ad Osijek nel sud-est della Croazia. Gli individui responsabili di tale azione sono attualmente sotto processo.
Al tempo del predecessore di Mesic, Franjo Tudjman, la dottrina ufficiale sentenziava che i Croati non possono aver commesso crimini di guerra perche' hanno difeso ilm paese. Questo e' il motivo per cui una buona parte dell'opinione pubblica croata vede ancora il latitante generale Ante Gotovina, incriminato dal Tribunale dell'Aia per crimini di guerra commessi durante l'azione militare del 1995 denominata "Oluja" in cui la Croazia ha liberata una ampia fascia del suo territorio, come un eroe nazionale.
La parte liberale dell'opinione pubblica ha ben accolto le scuse di Mesic come una saggia mossa diplomatica. La maggioranza della popolazione, comunque, ha valutato negativamente la dichiarazione di Mesic, che gli e' costata il calo di popolarita'.

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