La Croazia, i dazi doganali e i numeri dell'agricoltura nel paese

9 agosto 2017

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Nel mese di luglio la Croazia ha moltiplicato per venti - passando indicativamente da 12 a 270 euro - una tassa sui controlli fitosanitari su una serie di prodotti agricoli provenienti da paesi non-Ue.

La mossa ha immediatamente suscitato vive proteste da parte dei vicini stati dei Balcani che hanno visto di fatto i loro prodotti agricoli perdere competitività sul mercato croato e hanno visto aumentate le difficoltà, per i propri produttori, di raggiungere gli altri mercati dell'Ue. I ministri dell'Agricoltura di Serbia, Macedonia, Montenegro e Bosnia Erzegovina si sono riuniti per raggiungere una posizione comune sulla questione lo scorso 7 agosto a Sarajevo ed hanno invitato la Croazia a ritornare sui suoi passi, ribadendo l'intenzione di individuare contromisure nel caso contrario.

Zagabria afferma che alla base della decisione vi sarebbe la necessità di adeguarsi alla normativa Ue sui controlli fitosanitari. Per il ministro dell'Agricoltura serbo Rasim Ljajić invece non si tratterebbe che di una “misura prettamente protezionista dal punto di vista economico, e populista da quello politico, e non è in alcun modo giustificabile”.

Vedremo se questa decisione del governo croato scatenerà, nella regione, una vera a propria guerra commerciale.

Ma quali le caratteristiche del settore agricolo croato ? La Croazia, rispetto alla maggior parte degli altri stati Ue si caratterizza per fattorie di piccola dimensione: una media di 5,6 ettari, con più della metà sotto i due ettari, a fronte dei 14,4 ettari della media dell'Unione.

Meno di un quarto del territorio croato è sfruttato dal punto di vista agricolo (23,3%) a fronte di una media Ue del 40%. Ciononostante, se si vanno ad analizzare i dati relativi alla forza lavoro occupata nel settore, i dati Eurostat evidenziano che nel 2010 in Croazia il settore agricolo, forestale e della pesca copre il 14,9% della forza lavoro a fronte di una media Ue del 5,2%. Solo la Romania, tra i paesi Ue, ha una percentuale superiore: 30,1%.

L'agricoltura in Croazia è poi soprattutto una “questione di famiglia”: il 90,7% della forza di lavoro agricola viene messa a disposizione dal proprietario dell'azienda o dalla propria famiglia. Nel resto dell'Ue corrisponde al 76,4%.

Il settore agricolo infine è responsabile per una fetta rilevante del PIL del paese: 4,2% a fronte dell'1,5% della media Ue.

In uno studio dello scorso agosto realizzato da tre ricercatori della Facoltà di Agraria dell'Università di Osijek, si sottolinea come l'agricoltura in Croazia rimane un settore dal potenziale fortemente inespresso e caratterizzato da problemi – che trovano riscontri in alcuni dei dati sopracitati – come un'eccessiva frammentazione delle aziende private, un declino di lungo periodo della produzione agricola totale, prezzi dei prodotti relativamente alti e superiori alla media Ue, che li rendono poco competitivi. Ciononostante – si sottolinea nella ricerca – l'agricoltura rimane un settore cruciale per la Croazia non solo per il numero di persone che grazie ad essa vivono, ma anche in prospettiva di sviluppo del paese. E – secondo i ricercatori – si dovrebbe partire dal soddisfare la domanda interna, che dipende ancora molto dalle importazioni, con prodotti di buona qualità a prezzi ragionevoli.

I ricercatori hanno poi sottoposto un questionario a produttori agricoli dell'area di Vukovar-Srijem e Osijek-Baranja per verificare cosa pensino dello stato dell'agricoltura nel paese. Una delle domande poste riguardava quali fossero, a loro avviso, le caratteristiche principali degli agricoltori croati. Tra quelle emerse come predominanti si trova l'essere dei gran lavoratori e poi, a seguire, l'essere appassionati del proprio lavoro, amanti della natura, ma anche delusi e sottostimati.

Fonti: Eurostat , CIA World Factbook

 

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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