Bulgaria, ripartono le trivellazioni nel Mar Nero?

27 agosto 2015

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Il premier conservatore bulgaro Boyko Borisov ha recentemente annunciato la ripartenza delle trivellazioni esplorative nelle acque del Mar Nero, dove si pensa possano trovarsi importanti riserve di gas naturale.

Durante una recente visita nella città costiera di Varna, Borisov ha dichiarato che il concessionario delle esplorazioni nell'area denominata “Han Asparuh” - un consorzio guidato dalla francese “Total”, in collaborazione con l'austriaca “OMV” e con la spagnola “Repsol” -riavvierà le proprie ricerche di gas a partire dalla primavera 2016.

“Se GERB [il partito di Borisov] fosse rimasto al potere, le attività esplorative a Han Asparuh sarebbero già iniziate. Una delle prime decisione del governo socialista di Plamen Oresharski è stata proprio quella di rallentare le concessioni”, ha dichiarato Borisov.

Secondo il premier, sarebbe stata la decisione di assegnare la concessione ad un consorzio occidentale a segnare il destino del proprio primo esecutivo, caduto dopo proteste di piazza nel febbraio 2013. A muovere le fila della protesta, secondo Borisov, sarebbe stata la Russia, irritata della decisione.

E' proprio la forte dipendenza della Bulgaria dal gas russo (che copre oggi quasi il 90% del fabbisogno nazionale) la principale motivazione a cercare risorse locali. La Bulgaria è stata attore di primo piano nella diatriba scoppiata intorno al progetto “South Stream”, gasdotto che dalla Russia doveva aggirare l'Ucraina per approdare nell'Ue proprio sulle coste bulgare.

Nonostante il progetto sia stato cancellato da Vladimir Putin nel 2014, dopo dure critiche arrivate da Bruxelles, che accusava il gigante russo Gazprom di posizione monopolista nel progetto, l'atteggiamento bulgaro nei confronti del gasdotto resta ambivalente, e anche il governo Borisov ha più volte accarezzato la possibilità che “South Stream” possa rinascere, seppur in forma diversa.

Al tempo stesso, il paese tenta di diversificare le proprie fonti energetiche, sia con la progettazione di interconnettori, sia puntando alla futuribile connessione con il gasdotto che dovrebbe portare in Europa il gas azero tramite i Balcani.

Le attività di trivellazione nel Mar Nero dovrebbero cominciare tra febbraio e maggio 2016, con un investimento previsto dal consorzio giudato da Total che si aggira intorno ai 260 milioni di dollari.

A partire da dati preliminari, le autorità bulgare sperano di trovare quantità significative di gas nelle proprie acque territoriali. Le prime stime parlano di 40-80 miliardi di metri cubi.

A parte le forti preoccupazioni sull'impatto ambientale delle trivellazioni, a spegnere almeno parzialmente gli entusiasmi, è l'andamento dei prezzi internazionali degli idrocarburi, attualmente in forte calo. “Non è escluso che i prezzi bassi portino gli investitori a rinunciare alle proprie intenzioni di cercare idrocarburi nelle acque bulgare del Mar Nero”, ha dichiarato al portale “Money” l'esperto Ivan Hinovski.

Proprio il calo dei prezzi sembra essere la principale causa del ritardo nelle operazioni di sondaggio, che erano inizialmente previste per il 2015. In dubbio anche le concessioni per altri due settori, denominati “Teres 1-22” e “Silistar 1-14”.


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