Cerska, la vita a 25 anni dall’aggressione
02/03/2018, Redazione
Cerska è un villaggio non lontano da Srebrenica, vittima ai primi di marzo del 1993 di una drammatica offensiva delle truppe serbo-bosniache. Foto di Marlin Dedaj, testo di Paolo Falciani
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3-marzo-del-1993
Era il 3 marzo del 1993. Bill Clinton si era insediato alla Casa Bianca da 40 giorni. In Italia, la radio trasmetteva un gruppo emergente che denunciava l’assassinio dell’Uomo Ragno, l’eurodance degli Snap!, il rock popolare di Vasco Rossi con “Gli spari sopra”.

Jugoslavia-in-fiamme
A poche centinaia di chilometri, la Jugoslavia socialista si sgretolava sotto i colpi delle granate e della propaganda nazional-populista. Senz'altro, la Bosnia Erzegovina era il paese più straziato. Le principali città assediate, finanche i minuscoli e incontaminati villaggi di montagna soffrivano gli sfregi della guerra. Tra questi, Cerska - poco più che un agglomerato di case, vicino Srebrenica.

Fame-1
In risposta a un'offensiva dei bosgnacchi di Naser Orić nella Bosnia orientale, volta a spingere i serbi oltre il fiume Drina e bloccare gli aiuti di Belgrado a Ratko Mladić, la Vojska Republike Srpske reagì duramente. Vennero messe sotto assedio cittadine musulmane come Konjevi Polje, Srebrenica, Žepa, Goražde, Kamenica e Cerska. L'arrivo di convogli umanitari fu impedito, adottando la crudele strategia di Mladić: strangolare le città con fame, paura e freddo.

Aiuti-1
Il Presidente americano, dopo un colloquio con il Segretario Generale delle Nazioni Unite in carica, l’egiziano Boutros-Ghali, si fece promotore di un ponte aereo che assicurasse cibo e medicinali ai civili assediati nelle enclavi lungo la Drina.

Ritorsioni
Cerska fu la prima beneficiaria del ponte americano. Scelta perché affollata da migliaia di profughi affamati delle aree limitrofe e vittima, proprio per questo, di una grave rappresaglia. Agli inizi del marzo 1993 i serbo-bosniaci presero d’assalto Cerska con armi pesanti. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo, parte della popolazione cercò di scappare, centinaia furono uccisi, altre migliaia riuscirono a fuggire a 16 gradi sotto zero verso Tuzla, Konjević Polje e Srebrenica.

Ricordi
La fame, la carestia, la mancanza di acqua ed elettricità è ciò che tutti raccontano alla domanda sul ricordo di quell’anno vissuto. Per tutti, indistintamente, la memoria scongela quella stessa immagine di sofferenza.

I-rimasti
La storia continua a Cerska. La storia di chi è rimasto, di chi non vuole cercare fortuna in lidi lontani dalle proprie radici profonde, contadini orgogliosi della loro terra e dei suoi prodotti genuini, fieri dei propri allevamenti che assicurano il necessario per vivere e procurarsi le scorte per i rigidi inverni. Montanari che amano profondamente la propria vita di stenti, come se non fossero contaminati dall'attuale concetto di benessere, dallo sviluppo urbano e digitale.

Bambini-3
I bambini di Cerska sono e saranno sempre figli della guerra, figli della generazione che ha perso un padre, un fratello e molti altri in quella tragica sconfitta del genere umano.

Il-giardino-delle-rose-blu
In questo contesto, dall’estate 2009, la Fondazione Internazionale "Il Giardino delle Rose Blu" ONLUS infrange la routine di Cerska. I suoi volontari partecipano a campi estivi di animazione ed educazione all'interculturalità, coinvolgendo soprattutto giovani italiani e bosniaci, appartenenti alle 3 comunità maggioritarie della Bosnia Erzegovina.

Scuola-1
Il nostro contatto, luogo di incontro e alloggio durante i campi estivi è la scuola comunale, costruita al termine del conflitto al posto di quella precedente distrutta dai bombardamenti. La nuova struttura è stata ultimata solo al piano terra, perché troppo vasta per il numero di alunni. L’anno scolastico 2017/18 ha visto soltanto 26 bambini iscritti dalla prima alla quinta classe, circa la metà rispetto a un decennio fa.

Demografia-e-politica
La scuola rischia seriamente di chiudere. I motivi del costante ridimensionamento degli alunni sono politici, oltre che demografici, in quanto l’ordinamento della Republika Srpska impone programma e lingua serbi. Le famiglie, mai rassegnate all’idea di un chiaro tentativo di pulizia etnico-culturale in corso d’opera, preferiscono far studiare i propri figli nelle scuole di paesi vicini come Nova Kasaba, dove l’amministrazione della scuola elementare fa capo a Sarajevo e conserva il programma bosniaco.

Contatto
A Cerska riesci a capire gran parte delle persone che incontri, oltre i confini di lingua, di età, di condizione sociale, spesso soltanto incrociando gli sguardi. Le risate squillano. Se chiudi gli occhi e ti concentri, quello delle risa è il primo suono che fa vibrare i timpani. Ora nel campetto da calcio che si irradia di luce, ora nelle classi della scuola, ora nelle case di persone verso cui talvolta la vita non è stata benevola.




