Bentornata, Vijećnica

25 settembre 2012

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L'incendio era durato tre giorni, dal 25 al 28 agosto del '92. La ricostruzione dura da vent'anni, tanto che i più scettici erano già pronti a scommettere che non sarebbe mai finita. Qualche giorno fa, invece, i cittadini di Sarajevo hanno ritrovato l'incanto della Vijećnica, la Biblioteca, uno dei più importanti simboli della capitale bosniaca.

Il 18 settembre sono state infatti smantellate le impalcature che, dai tempi della guerra, ricoprivano l'intero edificio. Ecco come appare oggi .

Lo sforzo della ricostruzione è stato enorme, non solo per il tempo impiegato. Secondo l'agenzia Sarajevo Construction , i costi totali dell'opera si aggireranno intorno agli 11 milioni di euro. Una prima fase di lavori era stata finanziata con 750.000 euro dall'Austria, erede dell'Impero che quell'edificio aveva voluto nel 1896. Una seconda fase, sostenuta dall'Unione Europea con 2 milioni e 250.000 euro, si era conclusa nel 2005. La terza fase, che dovrebbe terminare tra un mese, è costata grosso modo la stessa cifra, 2 milioni e 260.000 euro. La quarta fase, per la quale è in corso la gara d'appalto organizzata dalla Commissione Europea, costerà intorno ai 5 milioni di euro e riguarderà prevalentemente l'interno dell'edificio.

La Vijećnica era stata distrutta dalle bombe dei nazionalisti serbi. Quasi tutto il suo patrimonio, circa due milioni di libri, un tassello fondamentale della cultura europea, è scomparso nell'incendio. Quegli antichi codici e manoscritti non ritorneranno, ma vedere di nuovo risplendere l'ocra e il rosso sulle rive della Miljacka rappresenta comunque un'emozione, la speranza per un futuro migliore.

Il sindaco di Sarajevo, Alija Behmen, ha dichiarato che la Vijećnica riaprirà le porte nel maggio 2014. Quello sarà un anno importante per Sarajevo. Un secolo dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, 30 anni dopo le celebri Olimpiadi invernali, la città aveva sperato di poter essere nominata capitale europea della cultura. La candidatura, sostenuta dal Parlamento europeo, è stata però respinta dalla Commissione che aveva già deliberato a favore di Umeå e Riga. Alla fine le istituzioni europee hanno tuttavia accordato un'eccezione a Sarajevo, che nel 2014 avrà lo status di “Ponte culturale d'Europa”.


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