Un "pacchetto finanziario europeo" come catalizzatore del processo di integrazione dei Balcani Occidentali

12 maggio 2020

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European Western Balkans , un portale web indipendente che segue e analizza i processi di integrazione Europea dei Balcani occidentali, ha intervistato pochi giorni fa Pierre Mirel. Ex direttore alla DG Enlargement della Commissione Europea ha commentato la nuova metodologia di allargamento alla luce dei tempi di COVID-19, interrogandosi sul futuro della regione.

Il processo di allargamento europeo – a suo avviso - pur avendo ottenuto buoni successi negli anni passati, si è dimostrato lacunoso. Non solo i Balcani occidentali non hanno beneficiato della prospettiva europea come previsto, ma attualmente stanno anche garantendo risorse ad alcuni stati membri dell'Ue attraverso i loro lavoratori, medici e infermieri, mentre i cittadini di alcune regioni dei Balcani potrebbero non ricevere le cure mediche necessarie, neanche in questa situazione di emergenza.

Il cambio di metodologia per l'allargamento, per come è stato pensato, potrà portare ad effetti positivi nella regione, ma da solo non potrà garantire il totale successo dell’integrazione. “La chiave per il progresso è la disponibilità politica delle parti”, ha affermato Mirel. Fino ad oggi, l’inclinazione della maggior parte dei leader a rimanere al potere con tutti i mezzi possibili e mantenere i guadagni a breve termine ha avuto la meglio sulla possibilità di ottenere benefici a lungo termine dall’adesione all’UE.

I risultati limitati ottenuti dall’UE negli ultimi due decenni hanno portato a quella che dagli accademici viene definita "stabilocrazia": una situazione nella quale si è privilegiata la stabilità alla democrazia portando al perpetuarsi di accordi bilaterali mai conclusi e a una maggiore interferenza di paesi come Russia, Cina e Turchia. In questa circostanza per Mirel l’idea di un pacchetto finanziario europeo potrebbe avere un effetto risolutivo. “Perché se l'UE disponesse di un tale pacchetto – ha dichiarato Mirel – potrebbe garantire le riforme, perché sarebbe in grado di attribuire un notevole aumento del sostegno finanziario".

Nonostante la situazione di polycrisis (Brexit, euro-crisi, crisi dell'euro, crisi migratoria e crescenti nazionalismi), l'Ue dovrebbe secondo l'ex direttore della DG Allargamento continuare a sostenere il processo di integrazione attraverso forti gesti di riconciliazione pubblica e la ricompensa dei progressi compiuti, mantenendo relazioni di buon vicinato come condizione chiave per l'adesione. Dovrebbe inoltre continuare a sostenere le ONG che continuano a lottare per affrontare le tragiche conseguenze dei conflitti degli anni '90 per scrivere una narrazione comune su quanto avvenuto.

Di Nora Scantamburlo


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