Libertà di informazione: sempre più giù

19 aprile 2019

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L'indice 2019 di Reporters senza frontiere mostra alcuni significativi peggioramenti. Anche in aree da cui ci si aspetterebbero situazioni meno problematiche. E nel Sud Est Europa si fanno notare - in negativo - Serbia e Ungheria

Il 6 ottobre 2018 la giornalista bulgara Viktoria Marinova veniva uccisa . Quest’anno la Bulgaria rimane ferma al 111esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere, su un totale di 180 paesi esaminati. Con la presidenza di turno del Consiglio d’Europa, che la Bulgaria ha tenuto nei primi sei mesi del 2018 - si legge nella pagina dedicata al paese - ci si poteva aspettare un miglioramento nella condizione della stampa, ma appunto così non è stato.

Secondo i dati appena pubblicati, 88 paesi hanno peggiorato la loro posizione nel ranking rispetto allo scorso anno, 12 sono rimasti stabili e 68 hanno registrato un qualche miglioramento. In generale, dunque, le cose non vanno bene per la libertà di informazione. In questa classifica, tra i paesi dell’area balcanica, si fa notare il calo di 14 posizioni registrato dalla Serbia, arrivata alla 90esima posizione e dove appunto la situazione per i giornalisti e l’informazione è definita “non sicura ”. “Il numero di attacchi nei confronti dei media è in aumento, comprese le minacce di morte - si legge nella pagina sulla Serbia - retorica incendiaria nei confronti dei giornalisti viene sempre più utilizzata dai funzionari del governo”.

Altrettanto consistente (-14) la perdita di posizioni registrata dall’Ungheria, che a livello di classifica risulta all’89esimo posto. In evidente peggioramento anche la situazione dell’Albania, che perde 7 posizioni e si ritrova all’82esimo posto, tra campagne denigratorie e minacce di morte ai giornalisti, ma anche azioni legali intese a intimidire e usate come deterrente dall’attività investigativa sulla corruzione. Tra l’altro Reporters senza frontiere inserisce l’Albania tra i paesi su cui tenere sotto stretto controllo la situazione della proprietà dei media , insieme a Serbia, Turchia e Ucraina per quanto riguarda la regione Europa e Asia centrale.

Solo l’8% dei paesi a livello internazionale risulta avere una situazione “buona” per la libertà di informazione. I paesi che rientrano in questa ristretta fetta sono quasi tutti europei, con l’unica aggiunta del Costa Rica. Tuttavia anche in Europa i problemi non mancano. Se per esempio si prende il punteggio assegnato in base alla presenza di abusi e atti di violenza nei confronti dei giornalisti, la situazione nell’area Unione Europea e Balcani risulta peggiorata: l'indicatore registra infatti un aumento di 1,7 punti percentuali, una differenza da notare visto che si parla di una delle regioni da cui ci si aspettano standard elevati e in cui, almeno in teoria, è garantitoun livello di libertà dei giornalisti tra i più alti. Invece la situazione risulta problematica non solo per l’intensificarsi di atti intimidatori in zone con governi considerati autoritari, dove sono sempre più diffuse le azioni legali nei confronti della stampa investigativa e in particolare le inchieste sulla corruzione. Ma desta particolare preoccupazione anche l'emergere di un più generale atteggiamento ostile nei confronti dei reporter, come nel caso degli attacchi e delle minacce nei confronti dei giornalisti durante le proteste dei gilet gialli in Francia .

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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