Come il coronavirus mette alla prova la resilienza europea

26 marzo 2020

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Secondo Stefan Lehne, ricercatore presso Canergie Europe, l'Europa ha affrontato varie crisi nel corso dei decenni ma la pandemia del coronavirus potrebbe mettere alla prova per l'ultima volta l'UE intesa come comunità basata sulla solidarietà e su valori comuni.

Come si legge in un suo articolo pubblicato sul portale ''Euobserver’’, l'Unione Europea è in pericolo. Mentre si spera in un ''deus ex machina'', un vaccino, una medicina che metta fine a tutto, i leader di tutto il mondo sono posti di fronte ad un terribile dilemma: salvare più vite possibili o salvare l'economia. In questa situazione, dato che il virus si sta diffondendo in tutti gli stati membri dell'UE, è necessario che la crisi venga gestita anche a livello sovranazionale. Infatti, se è vero che sanità ed economia rimangono di competenza dei singoli stati, l'UE dovrebbe rappresentare il punto nevralgico per la cooperazione tra gli stati e garantire supporto economico. Tuttavia, l'UE ha faticato a dare una risposta ed aiuti in maniera repentina e gli stati maggiormente colpiti non dimenticheranno che gli aiuti sono arrivati dalla Cina: per Lehne rischieranno di aumentare le divisioni tra stati membri e la coesione dell'UE sarà seriamente in pericolo.

Già il diffondersi in sé del virus, sta spingendo gli stati a ripiegarsi su se stessi e a chiudersi nell'egoismo, dimostrato in primo luogo dalla chiusura delle frontiere e dal divieto di esportare materiale sanitario. Questo mette in pericolo Schengen ed il mercato interno europeo. Ciò che la Commissione dovrebbe fare a riguardo per Lehne è salvaguardare il libero scambio di merci e limitare le misure restrittive nazionali.

Inoltre, se la situazione peggiora, questo egoismo diventerà sempre più marcato e sarà accompagnato da reazioni e comportamenti irrazionali.

Per il ricercatore la tendenza a pensare per se stessi, tipica dei momenti di crisi, deve essere controbilanciata dall'assistenza reciproca e dalla cooperazione: il collasso di uno stato a causa della crisi economica minaccia infatti tutta l'eurozona e la stessa UE. Anche se - segnala - alcuni segni di assistenza sono incoraggianti: materiale sanitario è stato spedito in Italia e la Germania ha aperto alcuni suoi ospedali ai pazienti francesi.

Lehne sottolinea poi come sia essenziale che l'Europa per alcuni aspetti si metta da parte e dia la possibilità agli stati membri di concentrare le risorse economiche sui settori colpiti dalla pandemia. A questo proposito, ha sospeso le norme sulle politiche fiscali e sull'aiuto di stato. Un'altra importante manovra è stato il nuovo programma di acquisto di attività della BCE che ha acquistato titoli pubblici per 750 miliardi di euro.

Tuttavia, è necessario che venga fatto molto di più per dimostrare che gli stati europei combattono insieme.


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