Continua "l'irrequietezza" della compagine governativa in Albania, guidata dai socialisti. Nuovo cambio al vertice del Paese. Primo ministro sarà questa volta Fatos Nano. Llazar Semini, il nostro corrispondente, ci fornisce un quadro della situazione.

19/07/2002 -  Anonymous User

La dirigenza del Partito Socialista albanese ha deciso lunedì scorso di unificare le cariche di Segretario del partito e Primo ministro, aprendo in questo modo la strada ad un nuovo cambio di Governo. Questo, hanno affermato, per evitare la stagnazione economica e provare ad uscire dalla crisi che attanaglia il Paese e per scongiurare un nuovo ricorso alle urne.
Nel consiglio generale direttivo del partito sono stati solo 5 quelli che hanno votato contro l'elezione di Nano a Premier, 20 sono stati gli astenuti mentre più di 100 i voti a favore.
I socialisti avevano recentemente evitato le elezioni anticipate raggiungendo un accordo con l'opposizione per l'elezione di un Presidente super partes. Ma questo non era stato sufficiente per garantire un cambio di rotta rilevante per far uscire il Pese dalla crisi.
Sin dalle elezioni generali dello scorso anno si può affermare che la crisi interna al Partito Socialista tra le due anime capeggiate rispettivamente dallo stesso Fatos Nano e dall'ex Premier Iliri Meta abbia tenuto il Paese costantemente nell'incertezza, senza un vero e proprio Governo. Se anche quest'ultima soluzione dovesse fallire e non riuscisse a garantire un governo stabile sino al 2005 non sembra vi sarebbe altra soluzione che le elezioni anticipate.
Secondo quanto fu deciso dallo stesso Partito Socialista nel 1999, Nano, Segretario del Partito, non poteva essere eletto alla carica di Primo ministro. Ora la decisione di abrogare questa norma interna e permettere di assommare entrambi gli incarichi potrebbe avere un significato ambivalente, se da alcuni è vista come una mossa razionale per provare ad uscire dalle innumerevoli contraddizioni che hanno portato alla caduta degli ultimi governi altri la intendono invece come un'ulteriore manipolazione delle istituzioni per fini esclusivamente di spartizione del potere.
Il cambio di Governo rimane esclusivamente una formalità. Si attende infatti che entri in carica il neo-eletto Presidente Alfred Moisiu poiché quello uscente, Rexhep Meidani, ha dichiarato che non riteneva politicamente e moralmente giusto decretare, negli ultimi giorni di mandato, la nascita di una nuova compagine governativa.
Lo stesso Nano ha dichiarato che il nuovo Governo, che comprenderà al suo interno i due ultimi Premier Ilir Meta e Pandeli Majko, verrà nominato entro luglio dal nuovo Presidente albanese.Ma come mai è stato necessario un nuovo cambio di Governo a soli 5 mesi dall'elezione di Majko? Il Governo di Majko era il risultato di una sorta di compromesso temporaneo nella lotta tra le due anime del Partito Socialista ma aveva tutti i limiti e le debolezze del compromesso e quindi nulla è riuscito a fare per contrastare la crisi che sta attraversando il Paese. Disoccupazione, bassi livelli di vita, bassa produzione, dipendenza dagli aiuti internazionali, profonda crisi energetica sono gli elementi più rilevanti dell'Albania di oggi.
Fatos Nano, guidando il cosiddetto "gruppo della catarsi" era riuscito a far cadere il Governo di Ilir Meta accusando lui ed i suoi ministri a più riprese di corruzione e malgoverno. Ma è stato proprio uno dei più influenti membri di questo gruppo, Petro Koci, a prendere recentemente le distanze dallo stesso Nano accusandolo di aver montato il caso della corruzione solo per tornare sulla ribalta politica. Koci quindi non era favorevole a questo governo costituito da quelli che fino all'altro ieri erano accusati di frodi ed illegalità.

Per quanto riguarda la caduta di Majko la leadership del Partito socialista non si è soffermata a giudicare i risultati ottenuti da quest'ultimo. Nano ha solo dichiarato che "il Paese aveva bisogno di un principio del tutto diverso di governo che portasse rusultati concreti già nei primi sei mesi di lavoro".
Cercando di non ferire troppo Majko Nano ha inoltre affermato che il Paese aveva bisogno di un Governo più rappresentativo capace di condurre il Paese nei prossimi tre anni.
In modo teorico si può affermare che il Governo guidato da Nano questa volta è destinato a durare a lungo. Diversamente dalle altre volte che il leader socialista si è trovato a capo dell'esecutivo questa volta sembra aver molto più spazio di movimento.
L'opposizione guidata dal Partito Democratico di Sali Berisha è meno aggressiva nei suoi confronti rispetto al passato e Nano ha inoltre la possibilità di far entrare nel proprio Governo personalità riconosciute. Con tutta probabilità riuscirà anche a dare avvio al processo di Stabilizzazione ed Associazione con l'Unione europea già nel prossimo mese di settembre.
Resta da vedere se Nano sarà in grado di sfruttare tutte queste opportunità. Se questo non accadrà non farà che dimostrare che tutte le volte che si è dimesso in passato non dipendeva esclusivamente da "cause esterne".
Paradossalmente i socialisti si ritrovano in una situazione molto simile a quella immediatamente successiva al 24 giugno del 2001, giorno delle elezioni generali. Nano in quei giorni aveva introdotto durante un suo discorso i principi che avrebbero guidato il governo del Partito Socialista. "Governare sino al 2005 ed oltre significa migliorare nella nostra strategia, nei programmi e nelle riforme" aveva affermato dichiarando poi che "in quella legislatura si sarebbero dovute migliorare le competenze di governo non solo per sfruttare il potenziale a disposizione ma anche per rispetto del mandato sancito dagli elettori".
Questa volta Nano ha sottolineato come suoi obiettivi principali saranno quelli di cancellare l'Albania dalla "lista nera" dei Paesi dove dominano traffici illeciti e corruzione, rafforzare la pubblica amministrazione, aumentare gli investimenti interni e quelli provenienti dall'estero, minimizzare il mercato informale e, non da ultimo, continuare nella collaborazione con l'opposizione iniziata con l'elezione consensuale del Presidente della Repubblica Moisiu.
"Siamo decisi nel non permettere che la conflittualità interna o con l'opposizione ritorni e siamo convinti della necessità di sostituirla con un sano dibattito e competizione per attuare le riforme", ha dichiarato sempre Nano.
Ma la vita di Nano non sarà poi così semplice. Majko si è già lamentato ricordando come nel 1999 era stato costretto a lasciare la Premiership dopo che Fatos Nano aveva insistito per la divisione delle cariche di Premier da quella di Segretario del Partito. Ora avviene l'esatto contrario, Majko si ritrova ad abbandonare il mandato proprio perché Nano ha deciso di riunire nuovamente i due incarichi. "Questo porta solo ad un scivolamento del potere nelle mani dell'opposizione" ha dichiarato Majko.
E la stessa opposizione certo non plaude l'arrivo di Nano al Governo e Sali Berisha ha nuovamente chiesto che si torni alle urne. "Il Partito Socialista ha perso ogni sua morale esprimendo tre diversi governi nel giro di 8 mesi e questa è la prova più autentica della loro incapacità di governare" ha dichiarato il leader del partito Democratico aggiungendo che "l'unico modo per far uscire il Paese dalla crisi sarebbe quello di decidere di non creare un altro governo".
In ogni caso, a differenza del periodo post-elettorale nel 1997 e quello più vicino del 2001, l'opposizione non scenderà per strada e nelle piazze e vi è generalmente un clima politico molto meno acceso.
Fatos Nano è riuscito a convincere il proprio partito a nominarlo Primo ministro e questa è l'occasione buona per dimostrare al Paese di essere all'altezza dell'incarico.


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