L'Abkhazia e le Olimpiadi: così vicine, così lontane

19 febbraio 2014

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L'Abkhazia, separatasi dalla Georgia nel 1994, per essere poi riconosciuta come stato indipendente dalla Russia (e pochi altri stati) dopo il conflitto russo-georgiano, è a pochissima distanza da Sochi, sede dei giochi olimpici invernali attualmente in corso.

In molti in Abkhazia, che oggi sopravvive soprattutto grazie ai finanziamenti forniti da Mosca, non avevano nascosto le speranze che le Olimpiadi alle porte di casa potessero rivelarsi un'occasione economica da non perdere. Le forti aspettative però, scrive il portale Eurasianet.com, sono presto andate deluse.

Vendere materiale da costruzione e forza lavoro, mettere a disposizione degli operai impegnati a Sochi gli alloggi delle strutture turistiche di epoca sovietica, attirare turisti e curiosi. Questi i settori in cui il governo abkhazo sperava di raccogliere successi.

Le aziende impegnate nella realizzazione delle strutture olimpiche hanno però preferito utilizzare operai da altre regioni (compresi i Balcani) e il commercio di materiali da costruzione si è limitato alla ghiaia. Pochissimi turisti hanno poi deciso di attraversare il confine, nonostante la semplificazione delle procedure di ingresso dalla Russia presentata dal governo abkhazo tre giorni prima dell'apertura dei giochi.

Di certo il governo russo ha contribuito a tenere lontana l'Abkhazia da Sochi: probabilmente sia per evitare imbarazzi diplomatici (visto il conflitto irrisolto con la Georgia) che per preoccupazioni legate alla sicurezza. Voci critiche in Abkhazia denunciano la mancanza di qualsiasi visione strategica da parte delle autorità di Sukhumi.

Quali che siano le ragioni del fallimento - conclude Eurasianet - il bagliore delle fiamma olimpica, perfettamente visibile nella notte dalla costa abkhaza, non fa che rammentare agli abitanti dell'entità separatista il peso delle occasioni perdute.


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