9 settembre 2022
Le finestre della Radio murate - foto Ok Radio

Le intimidazioni e le minacce subite dall'emittente OK Radio di Vranje da parte di Dejan Nikolić Kantar, un influente uomo d'affari, non possono restare impunite. Il consorzio europeo MFRR chiede l’intervento della autorità serbe a difesa dei giornalisti sotto attacco

Le organizzazioni partner del consorzio Media Freedom Rapid Response (MFRR) esprimono oggi sostegno e solidarietà all’emittente OK Radio , attualmente sotto attacco, e si appellano alle forze dell'ordine serbe affinché mettano fine alla pericolosa campagna vessatoria e alla pressione esercitata su questa testata da parte di un influente uomo d’affari locale.

Nel corso degli ultimi mesi, OK Radio, una delle principali emittenti radiofoniche indipendenti ad occuparsi di giornalismo locale nella città di Vranje nel sud della Serbia, ha subito un’ondata di attacchi violenti ed intimidazioni da parte di Dejan Nikolić Kantar, influente imprenditore impegnato nel business del gioco di azzardo. La pressione sul mezzo di informazione ed il proprio staff è cominciata a farsi sentire nel marzo del 2022, in seguito ad un esposto presentato alle forze dell’ordine circa la progettazione di una sala scommesse adiacente alla sede della stazione radiofonica, edificazione finanziata da un’azienda collegata a Kantar.

In un primo momento, la proprietaria della stazione radiofonica Olivera Vladković aveva denunciato alla polizia le minacce telefoniche ricevute da Kantar, il quale le intimava di concedere il suo consenso per la costruzione a meno che non volesse incorrere in “difficoltà”.  Dopo che OK Radio si era rifiutata di desistere, lo scorso aprile alcuni individui dal volto coperto hanno mandato in frantumi le vetrine della caffetteria “No Comment”, bar annesso alla stazione radio, e una delle sue principali fonti di profitto, anch’esso di proprietà di Vladković. 

All’inizio di giugno, la costruzione della sala scommesse è continuata seppure senza permessi, spingendosi fino a murare una delle finestre della stazione radio durante la notte. OK Radio ha riferito sull’episodio, condividendo le foto dell’accaduto. Pochi giorni dopo, la caffetteria è stata vandalizzata con vernice, come dimostrato dalle riprese della telecamera del bar che hanno immortalato un uomo alle prese con una bomboletta spray. Successivamente, un individuo ha fatto il suo ingresso nella caffetteria impugnando un cellulare: attraverso il vivavoce ha trasmesso le minacce rivolte allo staff ed ai giornalisti di OK Radio che Kantar stava urlando dall’altro capo del telefono.

Quando infine le peripezie della stazione radio hanno raggiunto l’attenzione mediatica nazionale a metà giugno, i rappresentanti del gruppo di lavoro permanente per la sicurezza dei giornalisti in Serbia hanno visitato Vranje per accordare il proprio sostegno ad OK Radio. Durante la notte le strade della cittadina serba sono state tappezzate di manifesti raffiguranti falsi mandati di arresto nei confronti di Veran Matić, uno dei membri principali del gruppo di lavoro. In merito a questi incidenti quattro uomini sono stati recentemente processati ma ritenuti non colpevoli di aver minacciato l’incolumità di Matić.

Il 16 giugno, secondo quanto riportato, dopo essersi recato alla caffetteria ed aver minacciato i giornalisti di OK Radio, Kantar è stato arrestato per comportamento violento. Altri due sospetti, presumibilmente coinvolti nei precedenti attacchi per suo conto, sono stati anch’essi trattenuti dalla polizia. Tutti e tre devono rispondere di accuse penali e tutti e tre hanno negato il proprio coinvolgimento nelle accuse. Come riferito da alcune testate , Kantar, figura di spicco del business delle scommesse e delle costruzioni nella zona, sta attualmente scontando diverse pene, non correlate al caso OK Radio, per comportamento violento e scommesse illegali. Nonostante l’ispettorato urbanistico abbia decretato la demolizione della costruzione abusiva, le compagnie locali si sono rifiutate di intraprenderne la demolizione per timore di rappresaglie.

Lo scorso 16 agosto, in sede di udienza durante il processo all’uomo d’affari serbo, Kantar si è rivolto esplicitamente ai proprietari della stazione radio minacciandoli: “Il fatto che abbiate dichiarato in aula di essere intimoriti, avete ragione, la vostra paura è fondata, e non mi fermerò…”. Come riferito dai resoconti dell’udienza, Kantar avrebbe mosso una velata minaccia di morte, imitando il suono di uno sparo di arma da fuoco e riferendosi alle uccisioni commesse nel campo di concentramento di Jasenovac nel 1941.

Il consorzio Media Freedom Rapid Response identifica queste azioni come un tentativo sfacciato da parte di un uomo forte della regione di mettere a tacere un mezzo di informazione, metterne in pericolo lo staff, ed allo stesso tempo intimidire altri giornalisti affinché rinuncino a redigere articoli dai toni critici nei confronti di Kantar e dei suoi interessi commerciali. Purtroppo, in Serbia queste tattiche sono troppo frequentemente utilizzate da potenti portatori di interessi commerciali, i quali sono convinti di poter minacciare i media senza doverne assumere le conseguenze. 

Esortiamo le autorità serbe a garantire la sicurezza dei giornalisti e dello staff di OK Radio e di dimostrare che questo tipo di attacchi nei confronti dei giornalisti non rimarrà impunito. Apprezziamo il sostegno risoluto accordato ad OK Radio da parte dei rappresentanti dei media del gruppo di lavoro permanente per la sicurezza dei giornalisti, così come quello della comunità di giornalisti in Serbia. Le nostre organizzazioni continueranno a monitorare attentamente la situazione e seguiranno con attenzione la prossima udienza nel processo sugli attacchi subiti da OK Radio, fissata per il 30 settembre.

 

Firmato:

ARTICLE 19 Europe

International Press Institute (IPI)

European Federation of Journalists (EFJ)

European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)

Free Press Unlimited (FPU)

OBC Transeuropa

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.