8 novembre 2023
Bandiere dell’UE sventolano davanti al palazzo del Parlamento europeo © symbiot/Shutterstock

OBCT si unisce alle organizzazioni internazionali nel chiedere una solida direttiva anti-SLAPP

L’Unione europea sembra destinata a perdere un’occasione fondamentale per dimostrare il proprio sostegno a chi mette il potere di fronte alle sue responsabilità. I negoziati del trilogo sulla Direttiva prevista per combattere le azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP) stanno giungendo al termine e le 74 organizzazioni firmatarie avvertono che, in assenza di alcune disposizioni chiave, la Direttiva anti-SLAPP non riuscirà a contrastare il crescente problema delle SLAPP nell’UE.

Queste disposizioni prevedono innanzitutto un forte meccanismo di chiusura anticipata per tutte le SLAPP. Se la Direttiva non riesce a garantire che tutte le rivendicazioni contro la partecipazione pubblica siano soggette ad un rigoroso test di legittimità nelle prime fasi del procedimento, come nel caso del documento di orientamento generale del Consiglio dell’Unione europea, la Direttiva sarà uno strumento vuoto.

In secondo luogo, se si eliminasse la definizione di cause SLAPP “transfrontaliere”, la nozione di cause transfrontaliere si riferirebbe implicitamente ai casi in cui le parti sono domiciliate in Stati membri diversi. Ciò significa che la Direttiva sarà applicabile solo in una manciata di casi; migliaia di vittime di SLAPP effettive e potenziali non potranno invocare nessuna delle misure protettive anti-SLAPP introdotte dalla Direttiva.

Infine, le disposizioni sul risarcimento dei danni rischiano di essere lasciate interamente alla discrezione degli Stati membri e dei tribunali, portando a meccanismi di risarcimento non omogenei nei diversi paesi. Tralasciare uno standard minimo di risarcimento sarebbe vergognoso, considerando che il pieno risarcimento dei danni è essenziale in qualsiasi legislazione anti-SLAPP degna di questo nome. Non possiamo ignorare la funzione riparativa per le vittime di SLAPP e il suo effetto deterrente sui potenti attori che considerano di avviare simili procedimenti persecutori.

Negli ultimi anni, le organizzazioni membri della Coalizione contro le SLAPP Europa (CASE) hanno fornito solide competenze basate sull’evidenza e conoscenze approfondite per alimentare le discussioni sulla legge, e sempre in uno spirito costruttivo, alla Commissione, al Parlamento europeo e agli Stati membri. In questa fase cruciale, sembra che il nostro contributo sia stato ignorato.

Ci rifiutiamo di lasciare che questa sia un'occasione persa.

Non sosterremo una Direttiva annacquata che non fornirà alcuna protezione significativa ai giornalisti, ai media, agli attivisti e alle organizzazioni della società civile in Europa, invece di servire da modello per un’ambiziosa legislazione anti-SLAPP in tutta Europa e oltre.

Mentre entriamo nelle fasi finali delle discussioni del trilogo, esortiamo il Consiglio e il Parlamento, con il sostegno della Commissione, a rendere questa legislazione uno strumento solido che soddisfi il suo scopo e non un esercizio di caselle da spuntare.

Firmato:

Access Info Europe 

Aditus Foundation

Amnesty International

ARTICLE 19 Europe

Association of European Journalists-Bulgaria

BIRN, Balkan Investigative Reporting Network

Blueprint for Free Speech (B4FS)

Bruno Manser Fonds (BMF)

Center for Environmental Democracy FLOROZON, North Macedonia

Centre for European Volunteering (CEV)

Centre for Peace Studies, Croatia

Civic Initiatives, Serbia

Civil Liberties Union for Europe (Liberties)

Civil Rights Defenders 

Citizens Network Watchdog Poland

Coalition For Women In Journalism (CFWIJ)

Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) 

Committee to Protect Journalists

Croatian Journalists Association

Estonian Human Rights Centre (EHRC)

Eurocadres

European Anti-Poverty Network

European Center For Not-For-Profit Law (ECNL)

European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)

European Civic Forum

European Environmental Bureau (EEB)

European Legal Support Center (ELSC)

European Federation of Journalists (EFJ)

European Trade Union Confederation (ETUC)

Foodwatch International

Foundation Atelier for Community Transformation - ACT (BiH)

Free Press Unlimited

Frente Cívica (Portugal)

Global Forum for Media Development (GFMD)

Greenpeace European Unit

Helsinki Foundation for Human Rights (HFHR, Poland)

Human Rights Centre, Ghent University

Human Rights House Foundation (HRHF)

Hungarian Civil Liberties Union (HCLU)

IFEX

ILGA-Europe

Index on Censorship

International Press Institute (IPI)

Journalists’ Association of Serbia (UNS)

Justice for Journalists Foundation (JFJ)

Legal Human Academy (Denmark)

MAISON DES LANCEURS D’ALERTE 

Mirovni inštitut (Peace Institute), Ljubljana

Netherlands Helsinki Committee

OBC Transeuropa (OBCT)

Open Knowledge Foundation Germany (OKF)

Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP)

PEN International

PEN Malta

Protect

Pištaljka

Public Eye

Reporters Without Borders (RSF)

Repubblika (Malta)

Rettet den Regenwald, Germany

Sherpa

SOLIDAR

SOS Malta

South East European Network for Profession­alization of Media (SEENPM)

South East Europe Media Organisation (SEEMO)

The Daphne Caruana Galizia Foundation

Transparency International EU

Transparency International Finland

Transparency International Ireland

Volonteurope 

Whistleblowing International Network

Wildes Bayern e.V.

Wikimedia Europe

Xnet, Institute for Democratic Digitalisation 

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.