Sarajevo, cent’anni dopo
26/06/2014, Redazione
"Sarajevo 1914-2014 Cuore d’Europa" è lo slogan che fa da cornice agli eventi culturali che si tengono in questi giorni per ricordare l’attentato assurto a simbolo dell’inizio della Grande guerra. Striscioni inneggianti alla pace, turisti che seguono l’ "Assassination tour" e cittadini che proseguono la loro vita quotidiana. Foto e testi di Nicole Corritore

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Il ponte Eiffel, sul fiume Miljacka, riempito dai giovani con i "lucchetti dell'amore". La moda lanciata dal romanzo di Federico Moccia "Ho voglia di te" è arrivata anche a Sarajevo

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La città è costellata dai manifesti di "Sarajevo srce Europe" (Sarajevo Cuore d'Europa), cornice dei tanti eventi che si tengono a Sarajevo in occasione del Centenario della Grande Guerra. Sullo sfondo, l'Accademia di Belle Arti

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Oltre il ponte "Latinska ćuprija" (Latino) l'angolo di strada dove l'Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia vennero uccisi il 28 giugno del 1914, ben segnato dalla gigantografia dell'erede al trono asburgico

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Nel preciso luogo dove Francesco Ferdinando e la moglie Sofia vennero colpiti, accanto all'ingresso della mostra dedicata, campeggia una targa. E' la tappa principale dell'Assassination tour", proposta turistica ideata in occasione del Centenario

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Il manifesto di un altro evento che si tiene il 28 giugno, l'esposizione davanti alla Cattedrale dei 12 pannelli della mostra fotografica "Sarajevski atentat" (L'attentato di Sarajevo) organizzato dall'Archivio della Federazione BiH

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"Cento anni di pace dopo cento anni di guerra". E' il grande spettacolo di musica, danza e recitazione che coinvolge artisti provenienti da dieci paesi e che si tiene nella notte del 28 giugno sulle rive della Miljacka, nei pressi del ponte Latino. Prodotto dall'associazione teatrale "East West" e diretto dal famoso regista Haris Pašović

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Lungo la Ferhadija, strada pedonale che porta al centro storico Baščaršija, il grande pannello dedicato alla "Srebrenica Exhibition" inaugurata due anni fa. Mostra permanente di fotografie, mappe e reperti sul genocidio avvenuto nel luglio 1995 a Srebrenica

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Passato e presente si toccano. La foto in bianco e nero di un'anziana di Srebrenica, vittima di guerra, fa da sfondo ai break dancer di Sarajevo. In un paese dove il 50% dei giovani è senza lavoro, esibirsi per strada non è solo un modo per divertirsi. In periodo turistico può diventare fonte di sostentamento economico

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Sulla balconata del Narodno pozorište (Teatro Nazionale) di Sarajevo, campeggia lo striscione dello spettacolo "Hotel Europe" che si tiene qui il 27 giugno. Un dramma scritto da Bernard-Henri Levy e intepretato dall'attore francese Jacques Weber, su regia di Dino Mustafić

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La pubblicità di "Sarajevo 1914-2014", mostra inaugurata il 17 giugno presso la Galleria Collegium Artisticum, aperta al pubblico fino al 3 luglio. Dedicata al centenario della storia di Sarajevo, a partire dall'attentato all'Arciduca: la Grande guerra, la Seconda guerra mondiale, fino alle Olimpiadi invernali del 1984 e gli anni della guerra '92-'95

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Di fronte al Dom Armija il manifesto del film collettivo a episodi "Mostovi Sarajeva" (I ponti di Sarajevo). Opera realizzata da 13 registi europei e già presentato fuori concorso come proiezione speciale al Festival di Cannes, che viene proiettato a Sarajevo il 27 giugno

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Nel cuore della città, lo storico bazar turco chiamato Baščaršija, la folla a passeggio nel pieno della settimana del Centenario. Numerosi i turisti stranieri ai quali si aggiungono molti bosniaci della diaspora che d'estate tornano a trovare parenti e amici

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La "Vječna vatra" (il fuoco eterno) segna l'inizio della via che porta ancora il nome del Maresciallo Tito. La fiamma fu accesa il 6 aprile del 1946, un anno dopo la liberazione dall'occupazione nazista, in ricordo di tutti i caduti nella lotta antifascista. E' sempre rimasta accesa, eccetto durante l'assedio della città a causa della mancanza di olio combustibile

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La squadra nazionale bosniaca, per la prima volta nella storia calcistica del paese, è riuscita a qualificarsi per i Mondiali 2014. La squadra non ce l'ha fatta ad arrivare agli ottavi, ma il grande giocatore Edin Džeko rimane nei cuori di molti

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Vestiti per le vittorie. E' la pubblicità realizzata da uno sponsor della squadra nazionale di calcio della Bosnia Erzegovina allenata da Safet Sušić, che però tra pochi giorni rientrerà dai Mondiali per non essere riuscita a qualificarsi per gli ottavi

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Il tram è il mezzo pubblico più economico per muoversi in città. Sono sempre affollati e spesso bisogna attenderne più di uno prima di riuscire a salire. Questa è la fermata di fronte al monumento dedicato ai bambini di Sarajevo uccisi durante l'assedio della città, iniziato il 6 aprile del 1992 e durato più di mille giorni

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Nel mese di febbraio sono scoppiate proteste in diverse città del paese. Una rivolta innescata dai lavoratori di fabbriche privatizzate a Tuzla, che ha portato a duri scontri con la polizia e la distruzione di edifici governativi in alcune città. Questa è la sede del Cantone di Sarajevo, incendiata durante le proteste

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Durante i giorni di proteste avvenute a partire dallo scorso 6 febbraio, a Sarajevo oltre alla sede del Cantone di Sarajevo (nella foto) è rimasto danneggiato dagli incendi anche il palazzo della Presidenza dellla Bosnia Erzegovina

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Il tema dell'attentato avvenuto a Sarajevo il 28 giugno del 1914 in cui morirono l'Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia, riempie anche tutte le vetrine delle libreria di Sarajevo con pubblicazioni sia in lingua locale sia in inglese, francese e tedesco

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Il 28 luglio del 2014, oltre che essere il centenario della dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia, è il ventennale dell'Associazione "Obrazovanje gradi BiH" (L'educazione costruisce la Bosnia Erzegovina) fondata da Jovan Divjak, personalità molto conosciuta e stimata a Sarajevo. Sulla facciata della sede in via Dobojska, il cartellone con i numeri delle attività svolte in vent'anni a sostegno di minori

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Il Centar Skenderija fu eretto nel 1969 ad uso di eventi culturali, fieristici e sportivi. Durante le Olimpiadi del 1984, nel palazzetto centrale si tennero le gare di pattinaggio e di hockey su ghiaccio. Da gennaio di quest'anno ospita l'esposizione d'arte contemporanea "Ars Aevi" con opere donate da artisti di diversi paesi, iniziativa fortemente voluta da Enver Hadžiomerspahić

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Le giovani del gruppo "Plesni klub Romantik" (Scuola di ballo Romantik) che ha sede al "Dom Mladi" (Casa dei giovani) a pochi metri dall'ingresso della galleria Ars Aevi. In questa settimana del Centenario hanno parecchio da fare: si stanno allenando per partecipare a una gara di hip hop che si terrà a Rimini in luglio

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Durante la guerra del '92-'95 il Centro Skenderija ha subito gravi danni e alcuni settori non sono stati ricostruitoi Nell'ala ovest del plateau, sui gradoni in frantumi ben visibile lo striscione pubblicitario di un negozio situato sul lato sud: "La più grande svendita della Bosnia Erzegovina. Fino al 75% di sconto". Nascosto ed eroso dal tempo, il simbolo dei cinque cerchi olimpici riporta la memoria ai gloriosi tempi del 1984




