Io parto in treno
11/04/2011, Redazione
Sono un museo all’aria aperta degli anni Ottanta albanesi. Rimaste com’erano al crollo del regime. Sono le ferrovie in Albania. Ma di un’efficiente rete ferroviaria nel Paese ci sarebbe un gran bisogno. Un fotoracconto [aprile 2011]

Al-mare-1
Da bambina invece viaggiavo spesso in treno. Ho molti ricordi di treni, locomotive rosse e verdi, stazioni grigie di cemento armato, l'odore del carburante e gente proveniente da località a me sconosciute. In treno si andava al mare, carichi di ombrelloni e buste di stoffa con dentro burek al formaggio e verdure fresche.

Anni-80
Oggi invece i treni e le stazioni ferroviarie non fanno più parte dell'Albania moderna. Tutto è rimasto come allora, nella mia infanzia. Un museo all'aperto del comunismo di fine anni '80.

Biglietto
Un biglietto costa solo qualche euro, 4-5 volte meno del biglietto di un furgone. Il viaggio però dura il doppio o il triplo. A volte sulle rotaie si fermano animali, altre volte sono oggetti ad impedire l'avanzamento della locomotiva. Può capitare inoltre che i bambini dei nuovi abitati sorti nelle periferie urbane si divertano a tirare sassi contro i finestrini. Ed a volte il treno si ferma unicamente perché le rotaie sono talmente danneggiate da impedirgli di continuare il viaggio. Mi è capitato lo scorso dicembre, in una fredda notte d'inverno.

Credits-5
Foto e testi Marjola Rukaj

Dove-vai
Decido di fare un viaggio in treno. E' da 20 anni che non ne prendo più uno in Albania. Quando l'ho detto ai miei amici hanno reagito con sguardi increduli e curiosi. “Ma sei diventata matta? E' pericoloso”, “Ti infilerai tra tutti quei contadini e montanari?”.

Furgoncini
In Albania nessuno prende più il treno. Tutti hanno macchine private, oppure si viaggia assieme a orari variabili, in furgoncini spesso moderni, nuovi e comodi.

Intercity
Ci sono ancora i vecchi treni Intercity regalati all'Albania dal governo italiano al momento dell'apertura del paese all'Europa. Ricordo le prime volte che avevo viaggiato con quei treni, per me rappresentavano un salto di qualità e una materializzazione della svolta politica ed economica di cui sentivo parlare attorno a me dagli adulti.

Lavoro-volontario
D'altronde le ferrovie non sembrano essere state mai prese sul serio nel paese, nemmeno durante il comunismo. La rete ferroviaria è molto limitata, connette solo una ventina di località tra Tirana, Valona, Scutari, e Pogradec. La loro costruzione è iniziata nel 1946, nell'ambito di un progetto comune albano-jugoslavo, mentre si intendeva fare dell'Albania la sesta repubblica jugoslava. In seguito la costruzione si è basata sul lavoro volontario ma obbligatorio dei giovani albanesi.

Risolvera-tutto
Un'efficiente rete ferroviaria sarebbe tuttavia fondamentale per il Paese. Non solo per motivi ambientali ma anche per ridurre l'attuale caotico traffico automobilistico e il tasso di incidenti che negli ultimi anni è tra i più alti d'Europa. I dipendenti delle stazioni - persone ai limiti della sopravvivenza che non hanno saputo reinventarsi dopo il crollo del comunismo - assicurano che nel prossimo futuro le ferrovie verranno privatizzate, per ottimizzarle nell'ambito del Corridoio 8. “Questo risolverà tutto”. Le autorità invece preferiscono non dare informazioni al riguardo.

Visi
Ora la maggior parte dei finestrini hanno i vetri rotti. Non c'è più la folla che si accalca per andare al mare e i visi dei pochi passeggeri rimasti e dei ferrovieri sono stanchi, spenti, schiacciati dal peso del capitalismo selvaggio all'albanese.




