In fuga dal Nagorno Karabakh

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29 settembre 2023

Il 19 settembre, l'Azerbaijan ha lanciato un attacco militare nel Nagorno Karabakh, cambiando in poche ore il destino di migliaia di persone. Oltre 80mila persone hanno già lasciato la regione. Dalla nostra corrispondente a Yerevan, Armine Avetisyan, alcuni scatti ad uno dei centri di registrazione per entrare in Armenia

Il 19 settembre, dopo un blocco durato mesi e un rafforzamento militare lungo il confine dell’enclave a maggioranza armena del Nagorno Karabakh, l’esercito azerbaigiano ha lanciato un attacco militare e ha occupato il territorio. Nel giro di un giorno, le forze azere hanno rapidamente sopraffatto le difese locali, uccidendo più di 200 persone, compresi i civili.

In cambio della cessazione dei bombardamenti, l’Azerbaijan ha chiesto la resa alla leadership politica del Nagorno Karabakh e il disarmo di tutte le forze armate dell'entità. Dopo una giornata di battaglie dure e sanguinose, ora a Stepanakert regna il silenzio e la città si sta svuotando. Le richieste dell'Azerbaijan vengono accolte, ma molti dei residenti locali preferiscono lasciare il Karabakh per l'Armenia.

Il Karabakh, che conta 120.000 abitanti, di fatto si è spopolato nel giro di poche ore. Nella tarda serata del 28 settembre più di 80mila persone erano già entrate in Armenia, dove sono già stati creati centri speciali per accogliere i profughi che vengono accolti e registrati e a cui viene fornito vitto e alloggio.

Il governo armeno sta discutendo una serie di programmi volti ad aiutare chi arriva ad ottenere una casa, un lavoro, un'istruzione e altre condizioni necessarie. Il processo di accoglienza avviene 24 ore su 24.