I nuovi siti Unesco nel sud-est Europa

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2 agosto 2021

Alla fine di luglio 2021 l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità le opere dell'architetto Jože Plečnik a Ljubljana, i siti archeologici di Roșia Montană in Romania e Arslantepe in Turchia e le foreste e zone umide della costa georgiana del Mar Nero.

L'anno scorso la Commissione dell'Unesco per i patrimoni dell'umanità non si era riunita, dunque le proclamazioni dei nuovi siti coprono anche le candidature presentate per il 2020. Nel complesso, nella regione compresa tra il sud-est Europa e il Caucaso l'Unesco attualmente tutela 112 siti culturali o naturali che spiccano per la loro straordinarietà.

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L'ingresso principale del cimitero maggiore di Ljubljana, progettato da Jože Plečnik (foto © Matej Kastelic/Shutterstock).
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Particolare della facciata della biblioteca nazionale di Ljubljana, progettata da Jože Plečnik (foto © Jure Korosec/Shutterstock).
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Il mercato coperto centrale di Ljubljana, progettato da Jože Plečnik (foto ©Shutterstock).Jože Plečnik fu un architetto modernista attivo a Ljubljana nella prima metà del Novecento. Contribuì alla trasformazione dello spazio urbano della città, comprese le sue zone più centrali, nella fase di grande trasformazione seguita alla dissoluzione dell'impero austroungarico nel 1918. I lavori di Plečnik arricchirono in particolare gli spazi pubblici di Ljubljana: progettò soprattutto piazze, parchi, ponti, biblioteche, mercati, chiese, e così via. Secondo l'Unesco, Plečnik si distinse in particolare per un approccio legato alla dimensione umana e sempre attento al contesto dei suoi interventi. Nel corso della sua carriera, Plečnik realizzò una serie di opere anche a Praga.
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Ingresso di una miniera di epoca romana a Roșia Montană in Romania (foto © salajean/Shutterstock).Roșia Montană è un villaggio dei Carpazi situato nella zona dei monti Apuseni, nella Romania nord-occidentale. È stato aggiunto all'elenco dei patrimoni dell'umanità perché custodisce tracce eccezionali di un sistema di miniere sotterranee scavate all'epoca dei Romani per l'estrazione dell'oro. Tra il II e il III secolo d.C. i Romani crearono sette chilometri di gallerie nella zona, allora nota come Alburnus Maior. L'attività mineraria nella zona è proseguita nei millenni fino a epoche molto recenti, tanto che è ancora oggetto di mobilitazione nella regione.
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Il villaggio di Roșia Montană in Romania (foto © salajean/Shutterstock).
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Il lago Tăul nei pressi di Roșia Montană in Romania (foto © CristiDumi/Shutterstock).
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Pitture murarie nel sito di Arslantepe in Turchia (foto: © Yavuz Alhan/Shutterstock)
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Reperti archeologici nel sito di Arslantepe in Turchia (foto: © Yavuz Alhan/Shutterstock)
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Visione aerea di Arslantepe in Turchia (foto: © Yavuz Alhan/Shutterstock).Il cumulo di Arslantepe è una collina artificiale situata nei pressi della piana di Malatya in Anatolia orientale. La zona fu abitata sicuramente a partire dal quarto millennio a.C. fino in epoca romana e conobbe una fase di particolare splendore nell'età del rame. Le testimonianze archeologiche comprendono tracce di abitazioni, palazzi e tombe relative alle diverse epoche, oltre a manufatti che comprendono tra l'altro le più antiche spade finora rinvenute al mondo.
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Particolare del fiume Chakvistskali all'interno del parco nazionale di Mtirala.Foto di Paata Vardanashvili (© Agency of Protected Areas).
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Visione dall'alto della riserva naturale di Kobuleti in Georgia.Foto di Paata Vardanashvili (© Agency of Protected Areas)
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Foreste attorno al fiume Pichori all'interno del parco nazionale di Kolkheti in Georgia (foto di Paata Vardanashvili © Agency of Protected Areas).Il nuovo sito proclamato dall'Unesco in Georgia copre le foreste pluviali temperate e le zone umide della fascia costiera del Paese, affacciata sulla sponda orientale del Mar Nero. Si tratta in realtà di una rete di sette siti distinti, che vanno dalla costa a fasce montane superiori ai 2500 metri di quota e che ospitano una varietà di specie vegetali e animali preziose, in alcuni casi a rischio - come ad esempio lo storione sterleto.