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I migranti senza diritti nel cuore d’Europa
22/03/2021, Redazione
A febbraio 2021 la rete “RiVolti ai Balcani”, costituita 34 associazioni e realtà – tra le quali OBC Transeuropa – che operano a difesa dei diritti fondamentali e denunciano le condizioni di vita di migranti e rifugiati lungo la rotta balcanica, ha pubblicato un nuovo dossier. Foto e testi tratti dal dossier, per gentile concessione di © Michele Lapini , © Valerio Muscella e RiVolti ai Balcani .
Il dossier "I migranti senza diritti nel cuore d’Europa " è a disposizione in formato digitale (gratuito) o a pagamento in formato cartaceo. Il ricavato della vendita dell’edizione cartacea viene devoluto interamente alla rete “RiVolti ai Balcani”.

Al-freddo-a-Lipa
In Bosnia, dall’estate 2018 l’ Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) apre 4 centri di accoglienza nel Cantone di Una Sana e uno a Ušivak, vicino a Sarajevo. A fine 2019 ne apre un altro a Blažuj nel Cantone di Sarajevo, e nel 2020 - con l’emergenza Covid-19 - apre il centro di emergenza a Lipa, un altipiano a 30 chilometri da Bihać

Al-freddo-nello-squat
Tra il 2016 e il 2017 migliaia di persone vivono all’addiaccio in Serbia, principale snodo per l’Europa. A Belgrado, i capannoni nei pressi della stazione, le barracks, diventano nuovo centro nevralgico della rotta. Come a Idomeni, nel maggio 2017, accampamenti e barracks sono evacuati e demoliti, la Serbia apre campi per oltre 12.000 persone

Cammino-nello-squat
Nel settembre 2020 il ministro dell’Interno italiano ha comunicato che, dagli inizi del 2020, 3.059 persone hanno raggiunto l’Italia dalla rotta balcanica e 852 persone sono state oggetto di “riammissione informale” in Slovenia. Nel 2020 - secondo i dati del Pravno informacijski center nevladnih organizacij, PIC, di Lubiana - la Slovenia ne ha rimandato in Croazia 9.950

Cucinare-nello-squat
La Grecia, pur paese membro dell’UE, continua a essere paese di transito. Le persone rimangono in attesa di proseguire il viaggio, di partire in aereo con documenti falsi o nascosti nei tir, altri proseguono per la rotta balcanica. Negli ultimi mesi del 2020, per la diminuzione dei trasporti e i maggiori controlli negli aeroporti, la via di terra diviene quasi obbligata attraverso Albania e Macedonia del Nord

Documento-nel-bosco
A marzo 2020, mentre la Grecia sospende per un mese il diritto d’asilo per chi entra nel paese in maniera irregolare, nelle isole dell’Egeo si contano 42.800 presenze. Il confine sul fiume Evros viene ulteriormente militarizzato per impedire ai migranti, additati come portatori del virus, di far ingresso in terra ellenica con respingimenti di massa

Fuoco-nel-bosco
Da settembre 2015 migliaia di persone giungono in Europa attraverso Grecia, Macedonia del Nord, Serbia, Croazia, Slovenia e Austria. In poco tempo, lungo un corridoio monitorato militarmente, sorgono campi di transito, stazioni dei treni ad hoc, centri distribuzione, cliniche mediche, forte la mobilitazione della società civile locale e internazionale

Impastare-nello-squat
La maggioranza di chi è giunto sulle sponde della Grecia nel 2020 arriva da Afghanistan (38,1%), Siria (23,9%) e Congo (10,9%). Oltre il 36% sono minori sotto i 18 anni, il 23,5% donne. A novembre 2020 sono 121.400 le persone registrate: circa 100mila nell’area continentale nei 28 campi governativi e in altre strutture dislocate nel paese, 18.868 sulle isole

In-attesa-nello-squat
Nel 2018 il numero dei registrati nei campi in Serbia oscilla tra 2.400 e 4.200, con circa 300-500 nelle aree informali. Appena prima dell’emergenza Covid-19 del 2020 il numero cresce a 5.900 (di cui 40% dall’Afghanistan, 19% dalla Siria e quote importanti da Pakistan, Bangladesh, Iran e Iraq) per arrivare a 9.000 durante il picco della pandemia

In-cammino-1
Sono 94.080 i migranti arrivati in Europa nel 2020. Di questi 86.649 via mare, 7.431 via terra e sono stati 1.066 i morti e gli scomparsi. Di questi, sono arrivate in Grecia, prima tappa della cosiddetta rotta balcanica, 15.333 persone con un aumento del flusso di persone nei paesi dei Balcani aumentato del 78% rispetto al 2019

In-cammino
Secondo le centinaia di testimonianze raccolte, molte persone respinte dalla Croazia in Bosnia Erzegovina o in Serbia, sono state oggetto di respingimenti a catena, originati dalla Slovenia e anche dall’Italia o sono state fermate dalle forze di polizia slovene poco prima del confine italiano e poi state respinte in Croazia

In-fila-a-Lipa
L’OIM per mesi chiede al governo bosniaco di fornire allacciamento idrico ed elettrico e dopo una serie di ultimatum il 23 dicembre 2020 lascia il campo. Quel giorno, un incendio distrugge la struttura e le 1.500 persone accolte nel campo rimangono all'addiaccio. Altrettante vivono in strutture abbandonate o nei boschi tra Velika Kladuša e Bihać

Lavarsi-all-aperto
A marzo 2016, con l’accordo Ue-Turchia, si chiude il canale lungo la rotta balcanica e il viaggio verso l’Europa torna pericoloso e costoso, anche in termini di vite. Circa 60mila persone restano bloccate nei paesi balcanici, 50mila solo in Grecia, di cui 15mila a Idomeni: si pongono così le basi per un’ulteriore esternalizzazione di confini e campi

Lavarsi-nello-squat
Dal 2017 al 2019 la Grecia è la principale porta d’ingresso all’Ue, mentre nei primi dieci mesi del 2020 il numeri dei richiedenti asilo registrati scende a 14.000. Il calo rispetto agli anni precedenti (quasi 75.000 nel 2019 e 50.500 nel 2018) è la conseguenza delle politiche migratorie attuate dal luglio 2019 dal governo greco e delle misure dovute alla pandemia

Respinti-ai-confini
A novembre 2020 il Difensore civico europeo ha aperto un’inchiesta per accertare possibili responsabilità delle istituzioni europee nelle violenze subite dai migranti e rifugiati che tentano di attraversare la frontiera croata. Sotto la lente il ruolo della Commissione europea nel monitoraggio dell’utilizzo dei finanziamenti destinati alla Croazia per il controllo delle frontiere

Respinto-e-picchiato
Tra gennaio 2019 e gennaio 2021 il Border Violence Monitoring Network (BVMN) ha raccolto le testimonianze di 4.340 persone respinte dalla polizia croata, 845 delle quali con l’uso di armi a scopo intimidatorio e offensivo, con l’impiego di cani, violenza e distruzione dei beni personali. Le autorità croate hanno sempre negato l’uso della violenza

Sul-fiume-in-attesa
Nella primavera del 2018, vista la difficoltà sempre maggiore di uscire attraverso il confine a Nord tra Serbia e Croazia, centinaia di migranti guidati da trafficanti e passeur aprono una nuova rotta, spostandosi verso il confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia, puntando principalmente alle città di Bihać e Velika Kladuša

Tende-nei-boshi
I respingimenti – ufficialmente “riammissioni informali” - sono pratiche delle forze di polizia per impedire l’ingresso irregolare di migranti nel paese, o per rimandare verso il paese confinante coloro che sono già entrati. In assenza di procedure legali e senza un esame individuale di ogni singolo caso, è definita espulsione collettiva ed è proibita dal diritto internazionale

Vita-nel-bosco
Secondo i dati della Ong Macedonia Young Lawyers Association nel 2019 sono entrate nel territorio della Macedonia del Nord circa 40mila persone, ossia il 45% in più rispetto al 2018. Oltre la metà è stata respinta in Grecia. Tra gennaio-settembre 2020 invece i respingimenti dalla Macedonia del Nord alla Grecia sono stati 24.153




