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Giovanni Bianchi, tra Italia e Balcani
27/07/2017, Redazione
Pochi giorni fa è morto Giovanni Bianchi. Negli anni ’90, presidente delle ACLI, fu uno dei protagonisti del movimento italiano di solidarietà con le popolazioni della ex Jugoslavia. Lo ricordiamo con un foto-racconto che si snoda tra Belgrado e Sarajevo. Foto di Mario Boccia, testi di Nicole Corritore

Giovanni-Bianchi
Giovanni Bianchi, nato a Sesto San Giovanni nel 1939, insegnante di filosofia e storia è stato presidente delle ACLI dal 1987 al 1994, anno in cui viene eletto deputato del Partito Popolare Italiano (di cui è fondatore). Fonda e presiede il Circolo Dossetti di cultura e formazione politica a Milano nel 2000, mentre dal 2004 è presidente del CESPI - Centro Studi Problemi Internazionali. Attualmente era presidente dell'Associazione nazionale partigiani cristiani. Nella foto: Giovanni Bianchi a Belgrado, febbraio 1992

Belgrado-4
Dall’inizio dei conflitti, sono almeno 20.000 i cittadini italiani che si attivano nella solidarietà verso le popolazioni della ex Jugoslavia e in azioni per la ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto. Nella foto Giovanni Bianchi con Chiara Ingrao (al centro) Fondatrice dell'Associazione per la pace e deputata dal 1992 al 1994, all'incontro organizzato a Belgrado nel febbraio del 1992 dalla locale Helsinki Citizens' Assembly

Incontro-1
Nel febbraio del 1992 una delegazione di rappresentanti della società civile italiana, ma anche rappresentanti politici e sindacali, si reca in Serbia. Il gruppo partecipa ad una delle tante iniziative organizzate in loco da associazioni attive nella difesa dei diritti umani e nella campagna contro la guerra, organizzate dall'Helsinki Citizens' Assembly e dal Fond za Humanitarno Pravo (Centro per il diritto umanitario)

Pace
Alle spalle del gruppo italiano che nel febbraio del 1992 è a Belgrado si legge (guerra). In seguito il gruppo partecipa, davanti al Parlamento serbo, alla cerimonia "Candele per la pace". E' un'inizativa che si svolge ogni sera, davanti al Parlamento, in memoria di tutte le vittime della guerra e contro la mobilitazione militare organizzata da ottobre 1991 a febbraio 1992 da Nataša Kandić, fondatrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado

Aiuti
Il 6 dicembre del '92 si svolge una grande inizativa pacifista: 500 persone, tra i quali Giovanni Bianchi, partono da Ancona per arrivare a Sarajevo, sotto assedio da nove mesi. In seguito, viene organizzato un convoglio di aiuti umanitari. Nella foto, parte della delegazione italiana bloccata con 12 camion a Ilidža il 31 dicembre 1992 (Stefano Fassina, Tom Benetollo, Alberto Ronchi, Giulio Marcon, Gianpiero Rasimelli, Nichi Vendola, Raffaele Luise, Mimmo Pinto)

Capodanno-1
Il primo gennaio del 1993 la delegazione che accompagna il convoglio riesce ad entrare a Sarajevo. Qui Giovanni Bianchi ascolta le parole dell'incontro ecumenico organizzato durante la loro presenza, siede accanto a Maria Teresa Formenti, della Presidenza Nazionale delle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), associazione ancora oggi molto attiva in diversi paesi dei Balcani

Gruppo-1
Sarajevo, Gennaio 1993, foto di gruppo (Giovanni Bianchi è il quinto da sinistra) con il sindaco di Sarajevo, Muhamed Kreševljaković: eletto nel 1990, ricoprirà la carica di sindaco fino alla fine dei due primi anni di assedio. Fu uno dei rappresentanti istituzionali bosniaci più in contatto con il movimento di solidarietà italiano attivo in quegli anni sia in Italia, nell'accoglienza dei profughi e nelle campagne di sensibilizzazione, sia nei Balcani

Mostar
Agosto 1993, si svolge l'iniziativa "Mir Sada (Pace ora). Si vive una sola pace". Promossa dai “Beati Costruttori di Pace” e dall'associazione francese “Equilibre” aveva come obiettivo quello di entrare a Sarajevo con migliaia di pacifisti. Aderiscono oltre duemila pacifisti tra italiani stranieri. Giovanni Bianchi (secondo da sinistra) sulle gradinate della cattedrale della città di Mostar, dove riescono ad entrare in 500 il pomeriggio del 9 agosto

Ritorno
I canti liberatori durante il ritorno in traghetto da Spalato ad Ancona dei quasi 2000 pacifisti che hanno partecipato all'iniziativa "Mir Sada". Accanto a Giovanni Bianchi, al centro della foto, siedono altre due tra le tante importanti figure della società civile italiana coinvolta per anni in attività di solidarietà con le popolazioni ex jugoslave: Soana Tortora, della direzione nazionale ACLI e Franco Passuello, vicepresidente di ACLI poi presidente da marzo '94

Comunicazione
Al ritorno in Italia dall'iniziativa "Mir Sada" (agosto 1993) si tiene ad Ancona una conferenza stampa per restituire alla stampa il racconto dell'iniziativa e per informare sugli obiettivi futuri. Nella foto, da sinistra: Diego Bona, vescovo di Saluzzo, padre Fabrizio Forti del convento dei Cappuccini di Trento e Giovanni Bianchi, presidente ACLI

Saluto-1
Ancona, foto di gruppo davanti al furgone che ha funzionato da ufficio stampa e stazione radio durante l'iniziativa "Mir Sada". In piedi, da sinistra: Silvano Stazzi, Giorgio Bonelli, Raffaella Bolini, Francesco Maria Passuello, Soana Tortora, Gilberto Principe. Accovacciati da sinistra: Federico Bonelli, Mario Boccia, Giovanni Bianchi e Rossana Nobile




