12 novembre 2019

di Kapka Kassabova
traduttrice: Anna Lovisolo
editore: EDT/Lonely Planet
pagine: 432
anno: 2019

Kapka Kassabova è una scrittrice di origine bulgara naturalizzata inglese, riconosciuta come una delle più interessanti e apprezzate scrittrici di lingua inglese delle ultime generazioni. Il suo ultimo libro, tradotto in diverse lingue e vincitore di numerosi premi letterari internazionali, è il racconto di un viaggio nei luoghi della sua infanzia – il confine fra Bulgaria, Turchia e Grecia considerato la porta di accesso all’Europa dai Paesi del blocco sovietico – e al tempo stesso un’immersione nel cuore più tenebroso della storia europea.

Quando la Kassabova era bambina, quel confine era una via di fuga dal blocco di Varsavia migliore rispetto al Muro di Berlino, e così i suoi boschi e le sue montagne erano affollati di militari, spie e fuggiaschi. Kapka ricorda di avere giocato, nelle sue vacanze sul Mar Nero, sulla spiaggia a pochi chilometri dall’imponente barriera elettrificata il cui filo spinato puntava minacciosamente verso l’interno. Oggi questo paesaggio denso di foreste non è più altrettanto militarizzato, ma è ancora un sentiero battuto dai profughi di tragedie lontane, e porta ben visibili le sue molte cicatrici. È qui, in quelli che vengono chiamati i Balcani sud-occidentali, che Kassabova intraprende un viaggio verso le proprie radici e al tempo stesso verso il cuore di un passato secolare fitto di misteri, di sofferenza e di insopprimibile umanità. Scopre una regione plasmata da una successione di violente forze della storia: dalle molte crisi migratorie, dal comunismo, da due guerre mondiali, dall’Impero Ottomano e, prima ancora, da un’ancestrale eredità di miti e di leggende. In un paesaggio dominato da una natura selvaggia, disseminata delle enigmatiche tracce di vicende remote, Kassabova incontra guardie di confine e cercatori di tesori, imprenditori e botanici, guaritori e adepti di riti magici, rifugiati e contrabbandieri: il popolo del confine, un mondo brulicante di storie, di aspettative, di credenze e di conflitti, pervaso da una peculiare energia psichica che sembra scaturire dalla natura stessa.

È attraverso i loro racconti che, in una narrazione straordinariamente sensibile e densa di presagi, ritraccia i confini fisici e mentali che si intrecciano fra le montagne e i villaggi di questo angolo estremo d’Europa, alla ricerca del suo segreto profondo. Consapevole del fatto che “la foresta sul confine è il luogo in cui, se indugiamo troppo, il destino si manifesta”.