Montagne nel cuore della macroregione adriatico-ionica
Minacciate dal turismo di massa, pratiche ambientali poco sostenibili e cambiamento climatico, le montagne diventano oggetto di cooperazione transnazionale tra sei paesi nell’ambito del progetto PROMONT. Un’intervista

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Vista del Monte Olimpo, Grecia - © dinosmichail/Shutterstock
La regione adriatico-ionica è caratterizzata da una serie di imponenti montagne con scenari mozzafiato, ricche di tesori nascosti e di flora e fauna autoctone. Questi vasti territori sono spesso abitati da un numero limitato di residenti, con pochi funzionari amministrativi locali e finanziamenti disponibili per la conservazione della natura.
Nel corso degli anni, le montagne si sono trasformate in attraenti destinazioni turistiche, con numerosi percorsi escursionistici particolarmente frequentati durante i mesi estivi. A sua volta, la crescente tendenza al turismo di massa ha portato ad uno sfruttamento eccessivo e a pratiche ambientali non sostenibili, creando gravi minacce per gli ecosistemi montani e la biodiversità.
Di fronte a queste minacce antropiche agli habitat naturali e ai cambiamenti climatici, è necessario un intervento transnazionale, poiché nessuno dei paesi che si affacciano sullo spazio adriatico-ionico può da solo preservare ciò che la natura ha donato.
Il programma Interreg ADRION e la strategia macroregionale dell’UE per la regione adriatica e ionica (EUSAIR) hanno tra le loro priorità chiave la conservazione degli ecosistemi terrestri transnazionali, incoraggiando la cooperazione regionale tra diversi stakeholder per intraprendere azioni comuni su questi obiettivi.
Un esempio di cooperazione transfrontaliera in questo campo, cofinanziato da ADRION, è il progetto PROMONT, che riunisce diversi stakeholder montani della macroregione per unire gli sforzi collettivi al fine di proteggere l’ecosistema unico delle aree rurali con rilievi montuosi, prevedendo la preparazione di un quadro comune per la rigenerazione della biodiversità in sei paesi e l’impiego di infrastrutture verdi.
Il progetto mira a responsabilizzare le comunità locali al fine di promuovere un cambiamento positivo di mentalità e renderle agenti di cambiamento attraverso azioni rigenerative in queste aree. I paesi candidati trarranno beneficio anche in termini di integrazione nell’UE durante il processo di trasferimento delle conoscenze del progetto, in particolare per quanto riguarda la Direttiva Habitat.
Per saperne di più su PROMONT, abbiamo intervistato Kostantinos Zapounidis, responsabile dell’unità di sviluppo locale di Pieriki, nella Grecia settentrionale, ai piedi del monte Olimpo.
Può raccontarci di più sul progetto PROMONT?
PROMONT è un progetto che coinvolge sei aree rurali pilota con uno specifico rilievo montuoso nella regione adriatica e ionica. In queste montagne abbiamo una biodiversità unica, minacciata dal turismo di massa stagionale, da alcune attività non sostenibili (come quelle produttive, economiche e finanziarie) che vengono implementate nella zona, o talvolta dallo sfruttamento eccessivo delle risorse disponibili.
Il progetto ha obiettivi specifici per proteggere questi fragili ecosistemi e sostenere le comunità locali. In questo modo, vogliamo anche sostenere l’economia locale e rafforzare la rete internazionale delle montagne coinvolte.
Ha citato le comunità locali: prevede un ruolo per loro?
PROMONT è interamente implementato sulla base di un approccio bottom-up, ovvero protezione di specie uniche di biodiversità, decise dai partner del progetto, ma in molti casi anche dagli stakeholder locali. In questo modo, dobbiamo individuare, in ciascuna delle sei aree pilota, gli stakeholder chiave relativi a tali aree protette e, insieme a loro, definire le specie su cui concentrarsi.
Per quanto riguarda il coinvolgimento dei cittadini locali, i benefici derivano in primo luogo dalla protezione dell’ambiente in cui vivono e, in secondo luogo, dalla partecipazione alle attività del progetto. Ma non parliamo solo dei cittadini, vogliamo parlare anche dei visitatori delle aree. Ad esempio, in un’area i cittadini possono essere 30milaa, ma i visitatori potrebbero essere, diciamo, mezzo milione, il che significa che per noi è importante coinvolgerli anche nell’implementazione delle attività del progetto.
Il progetto comprende montagne situate rispettivamente in tre Stati membri e in tre paesi candidati all’adesione all’UE…
Tutte queste aree montane hanno collaborato in diversi contesti, principalmente nell’ambito della rete delle Montagne Emblematiche del Mediterraneo, il che significa che ci sono montagne che soddisfano determinati criteri e attributi per poter partecipare a questo progetto. Ciò significa che, in qualità di partner capofila, abbiamo applicato un processo di preselezione delle potenziali aree partner da coinvolgere prima di presentare la proposta, al fine di avere aree con caratteristiche specifiche.
Soprattutto, abbiamo definito la necessità di avere tre partner dell’Unione europea e tre extra-UE, non solo per motivi di equilibrio, ma anche perché in questo modo abbiamo una maggiore diffusione delle soluzioni.
In che misura il progetto PROMONT affronta il processo di integrazione europea di questi paesi?
Nel nostro caso, questo è l’elemento principale del processo di trasferimento delle conoscenze e abbiamo un’attività specifica dedicata all’identificazione di buone pratiche basate su progetti e quadri normativi europei. Questo è il primo passo che stiamo attuando per familiarizzare con quanto già accade negli Stati membri. È vero che i quadri legislativi di alcuni di questi Paesi (candidati) non sono così rigidi: parliamo, ad esempio, di fauna e protezione delle specie, che sono molto più rigidi negli Stati membri dell’UE.
Elaboreremo e attueremo piani d’azione locali, incluse tutte le politiche relative alla conservazione e al ripristino dell’ambiente, parte del quadro normativo della Commissione europea. Ciò significa che dobbiamo elaborare e attuare un piano d’azione che sia al 100% conforme alla normativa europea e alle politiche esistenti relative a specifici argomenti.
Ha citato il quadro normativo dell’UE: si riferisce specificamente alla Direttiva Habitat?
Sì. Abbiamo proposto ai partner dei paesi candidati di selezionare la Direttiva Habitat e le specie in essa incluse per la conservazione e la protezione, e di inserirle anche nell’elenco delle specie protette, in modo da essere conformi al 100% a questa direttiva.
Considerando i diversi quadri giuridici in vigore, notate differenze nella collaborazione con i partner dei paesi extra-UE?
No, innanzitutto abbiamo chiarito a tutti i partner extra-UE che parleremo di conservazione sulla base delle direttive e delle metodologie dell’Unione europea. In secondo luogo, ciò che proponiamo è più restrittivo rispetto a quanto previsto nelle loro aree e potrebbe essere in conflitto con gli interessi di alcuni dei loro stakeholder locali, ad esempio cacciatori e produttori. È chiaro che si tratta di un progetto di conservazione e non dobbiamo essere troppo flessibili e compiacere tutti gli stakeholder locali.
Negli Stati membri è più facile, poiché esiste un quadro legislativo più rigoroso, ma anche nei paesi IPA sono disposti a diventarlo. Ritengono che questo tipo di progetti nell’ambito dei programmi INTERREG possa rappresentare per loro una risorsa importante per fare un passo avanti. Per noi è importante sviluppare qualcosa che possa essere facilmente adattato, non solo nell’area ADRION, ma anche in altre aree montane con gli stessi problemi.
Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto Cohesion4Climate, cofinanziato dall’Unione Europea. Si avvale inoltre delle attività di ricerca sostenute dal progetto Il contributo delle Comunità di Pratica per l’integrazione europea dei Balcani , cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano.
Il progetto
PROMONT è un progetto triennale transnazionale, cofinanziato dall’Unione europea con un budget di 1,62 milioni di Euro nell’ambito del programma INTERREG IPA Adrion 2012-2027. Il consorzio coinvolge diversi partner provenienti da sei paesi dell’area adriatica e ionica attivamente impegnati nella conservazione degli habitat montani, ovvero Grecia, Italia, Slovenia, Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Il progetto durerà fino alla fine dell’estate 2027 e le aree montane interessate sono: Olimpo, Baldo, Snežnik, Tomorr, Žaba e Komovi.
Tag: Cohesion for Climate | CoP-CET
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