Moldova, tra droni e interferenze russe
Spazio aereo chiuso, droni russi ritrovati in diverse aree del paese, ma anche nuovi capitoli nell’epopea dell’oligarca filorusso Ilan Şor: la Repubblica di Moldova è nuovamente alle prese con interferenze russe

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L'alba a Chișinău © Calin Stan / Shutterstock
Nelle ultime settimane, la Repubblica di Moldova ha visto un intensificarsi della presenza di droni russi nel paese. La mattina del 25 novembre, un drone russo è atterrato sul tetto di un edificio agricolo nel villaggio di Cuhureștii de Jos, a 15 chilometri dal confine con l’Ucraina. La polizia moldava ha spiegato che il velivolo non ha danneggiato il tetto perché tali dispositivi sono progettati per atterrare automaticamente quando esauriscono il carburante.
L’ambasciatore russo non accreditato nel paese, Oleg Ozerov, è stato convocato per la seconda volta in meno di una settimana al ministero degli Esteri, dove gli è stata consegnata una nuova nota di protesta, questa volta in relazione ai sei droni che hanno sorvolato illegalmente la Moldova.
All’uscita, sulle scale del ministero, il diplomatico è stato accolto dal drone russo “Gerbera”. Di fronte alle domande dei giornalisti, Ozerov ha affermato che il velivolo automatico, trovato nel distretto di Florești, era stato identificato qualche giorno prima nella regione di Kharkiv, negando quindi che fosse russo.
Il ministero ha affermato che tali incidenti sono “assolutamente inammissibili” e rappresentano “una grave violazione della sovranità della Repubblica di Moldova e una minaccia diretta alla sicurezza nazionale e regionale”. La diplomazia moldava ha ribadito il suo appello alla Federazione Russa affinché eviti qualsiasi azione che metta a repentaglio la sicurezza del paese e affinché ne rispetti la sovranità e l’integrità territoriale.
Lo spazio aereo della Repubblica di Moldova è stato chiuso per circa un’ora e 10 minuti nella notte tra il 28 e il 29 novembre, dopo che due droni hanno sorvolato illegalmente il territorio nazionale. I voli da Parigi e Barcellona sono stati ridirezionati verso Bacău, in Romania, e un volo in partenza per Sharm-El-Sheik è stato posticipato. Questo è l’ennesimo capitolo dell’interferenza russa nel paese.
La fine di Şor in Moldova?
Il primo dicembre, l’oligarca Ilan Şor, condannato a 15 anni di carcere in contumacia per frode e riciclaggio di denaro nel caso del cosiddetto “furto del miliardo“, ha annunciato la chiusura dei suoi “progetti sociali” in Repubblica di Moldova e il ritiro del proprio sostegno ai sindaci a lui vicini. Tra i progetti sociali di Şor ci sono i supermercati sociali Şor e i “parchi di divertimenti” Orheiland e Gagauzialand.
L’ex parlamentare latitante ha accusato la presidente Maia Sandu e il partito al governo di aver bloccato “i fondi […] i nostri dipendenti sono stati arrestati, lo vedete e lo sapete tutti […] Solo negli ultimi sei mesi, Sandu ha bloccato e rubato 50 milioni di dollari che abbiamo destinato a sostenere i cittadini moldavi.”
In questi anni, gli alleati di Şor hanno viaggiato tra la Russia e la Moldova per portare fondi, ma anche utilizzato sistemi di pagamento digitali come la piattaforma Taito. Secondo gli analisti, la reale ragione della fine dell’attività di Şor risiede nel fatto che l’oligarca non ha più il supporto di Mosca.
Avendo fallito il suo progetto di destabilizzazione in due elezioni consecutive (le presidenziali del 2024 e le parlamentari del 2025), l’oligarca è diventato un alleato esoso e rumoroso. Questo non significa che il Cremlino smetterà di interferire nella politica interna moldava, quanto che ci si può aspettare un cambio di strategia.
A seguito dell’annuncio di Şor, la sindaca di Orhei Tatiana Cociu si è dimessa. Alle elezioni del 2023, Alexei Lungu, candidato del partito Sansă (ovvero chance, prima reincarnazione del partito Şor), si era presentato alla corsa elettorale, ma dopo la squalifica della formazione politica, Şor ha sostenuto i candidati di Rinascita e Forza Alternativa per la Salvezza della Moldova. Cociu fu proprio una candidata di quest’ultimo. Dopo Cociu, Şor ha appoggiato anche Veaceslav Lupov, eletto sindaco di Taraclia nel 2019 con il partito Şor.
Nel frattempo, il 18 novembre è emerso che Ilan Şor è parte del lancio del nuovo canale televisivo Nomad in Kirghizistan, un progetto che potrebbe essere utilizzato per diffondere propaganda russa nel paese. Secondo Meduza, “Eurasia” l’organizzazione affiliata a Şor, sta organizzando corsi di formazione per i futuri dipendenti del canale, e le posizioni dirigenziali saranno assunte da ex dipendenti del canale RT, finanziato dal Cremlino.
Intanto, in un altro caso giudiziario, l’ex oligarca latitante Vladimir Plahotniuc ha partecipato alla prima udienza del processo a suo carico, riguardante il suo ruolo negli scandali finanziari che hanno danneggiato il paese tra il 2010 e il 2015. L’imputato si è dichiarato innocente, in un processo che si prospetta durerà mesi.
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