Biblioteca universitaria, Kiev (flickr/Juanedc)

In Ucraina una delle fonti di reddito dei professori universitari sono i pagamenti informali da parte degli studenti. Come funziona il sistema e come pesa sul futuro del paese

28/11/2016 -  Abel PoleseTetiana Stepurko

La corruzione in università è, tanto in Ucraina quanto in altre ex Repubbliche sovietiche, un problema grave. In molti casi i pagamenti informali sono ormai percepiti come la norma più che l'eccezione.

Del resto, se si guarda agli indici relativi alla corruzione redatti da Transparency International , nel 2016 quest'ultima metteva l'Ucraina al 130mo posto su 168 paesi monitorati, in compagnia di Nepal, Cameroon, Iran e Russia. Una situazione non certo lusinghiera.

Ciononostante occorre avere uno sguardo critico su questi fenomeni informali e, pur non negando l'esistenza di pratiche corruttive, occorre inserirli in un contesto più ampio. In fin dei conti è la debolezza dello stato a rendere spesso necessaria l'interazione persona a persona per risolvere tutta una serie di disfunzioni del sistema, che le istituzioni non aiutano a superare.

Corruzione

Almeno la metà (49%) dei dipendenti nel settore dell'educazione universitaria in Ucraina hanno riscontrato con regolarità fatti di corruzione, in una forma o nell'altra, negli ultimi dieci anni. Inchieste indipendenti sulla corruzione mettono quest'ultima, in università, al 49% mentre al 44% per quanto riguarda scuole medie e superiori.

Nel 2012 una ricerca commissionata dall'Istituto di sociologia di Kiev evidenziava un approccio critico nei confronti dei pagamenti informali in seno all'università: solo il 3% degli intervistati riteneva i pagamenti informali al corpo insegnante come necessari e il 28,7% aveva invece un approccio più fatalista considerandoli “parte del sistema”.

Prevalevano invece i giudizi negativi. Solo il 9,3% degli intervistati considerava i pagamenti informali come l'unico mezzo di sopravvivenza per la classe insegnante dell'università mentre il 59% li interpretava come un simbolo del degrado nazionale. In una domanda successiva, i pagamenti informali venivano anche associati alla parola “vergogna” nel 44,1% delle risposte. Al di fuori del sistema universitario venivano però percepiti dal 38% degli intervistati come parte del sistema che permette la sopravvivenza.

In Ucraina data l'importanza anche dal punto di vista simbolico della formazione universitaria, e l'eredità del passato sovietico, anche per lavori non-intellettuali si da importanza al conseguimento di una laurea. Dato che sia genitori che studenti sanno che la laurea darà loro dei vantaggi competitivi, si lotta per entrare nelle università percepite come migliori. Questo è anche causato dalla scarsa offerta e dall'offerta di basso livello della formazione tecnica. E la domanda di formazione universitaria va di pari passo alla richiesta di maggiori stipendi da parte della classe docente.

Alcuni sforzi sono stati fatti per contrastare queste tendenze. La creazione di un ente per la valutazione esterna (Zovnizhnie nezalezhne otsiniuvannia - ZNO) era rivolta al riformare le procedure d'ammissione in modo da renderle più trasparenti. Questi cambiamenti non hanno però prodotto miglioramenti tangibili e allora le radici del fenomeno sono probabilmente da ricercare altrove.

Pagamenti informali e solidarietà

In un'altra recente inchiesta statistica abbiamo rilevato due tendenze che possono chiarire alcune pratiche informali e il loro significato. L'84% degli intervistati ha dichiarato di non ritenere che lo stato operi nel loro interesse, il 79% pensa che l'attuale governo non stia facendo ciò che serve per il paese e il 76% degli intervistati non ritiene che lo stato li stia proteggendo.

Questi risultati, e la mancanza di fiducia nei confronti dello stato, vedono al contrario una montante fiducia nei confronti dei concittadini o, perlomeno, un emergente senso di solidarietà. In alcune regioni del paese (Vinnitsa, Ivano-Frankivsk, Kirovograd) quasi il 100% degli intervistati ritiene sia importante aiutarsi a vicenda.

I pagamenti informali in ambito universitario possono essere interpretati come espressione di una solidarietà sociale? Si può affermare che i cittadini non sono certo felici del fatto di dover pagare, se ne vergognano ma, in fin dei conti, hanno capito che devono farlo per fare in modo che il sistema continui a funzionare?

Vi sono anche insegnanti che non richiedono un reddito proveniente dagli studenti. Ciononostante è probabile si ritrovino a subire le pressioni da parte dell'amministrazione universitaria per non bocciare gli studenti. Racconta un professore: “Vi sono studenti che devono passare un esame necessario a concludere un percorso di studi. Io lo so che, prima o poi, lo passeranno e lo so che non è neppure colpa loro se sono obbligati ad ottenere una laurea per poter lavorare dopo. In Ucraina è impensabile poter ottenere un lavoro se non si ha una laurea. E allora io faccio passare la studentessa o lo studente e non mi arrabbio se il giorno dopo si presentano con una scatola di cioccolatini o una bottiglia di brandy”.

Se metà della classe insegnante è in qualche modo coinvolta in queste transazioni informali è possibile distinguere i “buoni” dai “cattivi”?

Vi sono indicatori, diversi da quelli posti dalle istituzioni, accettati dagli insegnanti per distinguere i professori percepiti come corrotti dagli altri. Ad esempio coloro i quali accettano regali solo in casi speciali sono percepiti come più onesti di quelli che li pretendono regolarmente o che addirittura creano situazioni nelle quali gli studenti si sentono obbligati a pagare.

Altri indicatori riguardano la dinamica dello scambio: se ad esempio il professore pretende i soldi prima o dopo del “servizio”. Questa è forse la distinzione maggiore ad oggi: “Se lo ricevo, è un regalo, se lo richiedo, è una mazzetta”.

In uno studio del 1959 relativo ad operai negli Stati uniti è emerso che alcune aziende tolleravano il fatto che i lavoratori si portassero a casa piccole cose dal lavoro. Era ritenuta una compensazione per il basso livello salariale o per il fatto di fare un lavoro pagato non quanto il lavoratore si aspettava.

Quest'esempio può aiutare a spiegare gli aspetti perversi della situazione in Ucraina. I professori sono sottopagati ma lo stato chiude gli occhi di fronte a pratiche informali. Certo, vi sono controlli, ma solo su istituzioni che sono sotto gli occhi di tutti mentre le istituzioni educative più periferiche sono sostanzialmente abbandonate a loro stesse. Nelle città più grandi vi sono ovviamente maggior controlli e questo implica che si è pronti ad assumersi dei rischi solo per somme di denaro più ingenti.

Dove andare con una laurea?

Ottenere una laurea in Ucraina sembra essere più un passaggio formale e culturale che non un percorso necessario di indirizzo verso uno specifico percorso professionale. In altre parole, prima si ottiene una laurea e poi, attraverso il proprio network di conoscenze, si cerca un lavoro. La funzione del sistema universitario sembra più quello quindi del networking che non quello dell'aumentare le proprie competenze.

Il problema cruciale è però che l'informalità, e nello specifico i pagamenti in denaro, non hanno solo implicazioni etiche, ma mettono in pericolo la professionalità e i valori accademici. Inoltre contribuiscono ad aumentare lo scetticismo nei confronti del sistema nel suo complesso e nei confronti delle élite al potere e dello stato. La nostra ricerca lo ha dimostrato chiaramente.

Un sistema universitario disfunzionale erode la legittimità statale e rischia di alienare ancor di più i cittadini dalle istituzioni. I cittadini, ovviamente, sopravvivono i qualche modo e anche lo stato. Ma continuano a vivere da separati in casa.

 

Gli autori:

Abel Polese è ricercatore e operatore nell'ambito dello sviluppo e divide il suo tempo tra Europa, aree ex sovietiche e Asia del sud-est. Twitter: @Abiquitous

Tetiana Stepurko è a capo dei programmi di master e assistant professor alla School of Public Health of National University of Kyiv-­Mohyla Academy e coordinatrice dell'Health Index Ukraine.


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