10 ottobre 2019
Nick Youngson CC BY-SA 3.0

All'indomani dell'udienza del processo Gezi Park che ha deciso di mantenere in detenzione preventiva Osman Kavala, il filantropo turco detenuto da più di due anni, e prima della prossima udienza fissata per la vigilia di Natale, OBCT e altre organizzazioni lanciano un appello alle autorità di Ankara e alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il testo dell'appello

Le firmatarie organizzazioni per la libertà di espressione e di stampa condannano l'esito della terza udienza del processo Gezi Park, l'8 ottobre 2019, che ha deciso di non scarcerare l'esponente della società civile Osman Kavala.

Il collegio giudicante della 30a Alta Corte Penale riunito presso la Struttura di Alta Sicurezza di Silivri a Istanbul ha accolto la richiesta del pubblico ministero di mantenere in carcere Kavala. La prossima udienza è stata fissata per il 24-25 dicembre 2019. Noi crediamo che la decisione di opporsi alla scarcerazione di Kavala e di proseguire il processo a suo carico violi gli standard internazionali sui diritti umani e sia una lampante dimostrazione della mancanza di un sistema giuridico funzionante in Turchia.

Noi chiediamo che il processo ai danni dei 16 imputati sia archiviato e che Kavala e Aksakoğlu siano risarciti per il tempo che hanno trascorso in prigione.

In molti, compreso l'avvocato Can Atalay, che è tra gli imputati, hanno sollevato dubbi sull'indipendenza del collegio giudicante. Parlando in sua difesa, Atalay ha osservato come le modifiche apportate nel collegio giudicante da parte del Consiglio di Giudici e Pubblici Ministeri segnalino una mancanza di imparzialità del sistema giudiziario. Questa situazione sarebbe quindi in violazione degli articoli 36 (diritto ad un giusto processo) e 37 (diritto ad un giudice naturale) della Costituzione turca, ed altresì in violazione del diritto ad un giusto processo sancito dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Kjersti Løken Stavrum, presidente di Norwegian PEN, ha dichiarato: “La mancanza di indipendenza del consiglio giudicante oggi è stata dimostrata oltre ogni dubbio. In un caso dove non ci sono né prove né motivi per tenere in carcere l'imputato Kavala un giorno in più, è stato invece deciso di non scarcerarlo. Quando si terrà la prossima udienza, a dicembre, Kavala sarà stato in carcere per più di due anni senza alcuna ragione plausibile dal punto di vista legale. Noi chiediamo che l'intero processo sia archiviato e che si chiuda questa surreale e illegale vicenda processuale".

“La Corte Europea dei diritti dell'uomo dovrà esprimersi sul caso di Kavala. L'udienza di oggi non fa che sottolineare lo sgretolamento dello stato di diritto e della giustizia interna in Turchia, visto che l'imputato, che ha già trascorso più di 700 giorni in carcere, dovrà restare in detenzione preventiva sulla base di accuse del tutto prive di fondamento. Noi chiediamo che la CEDU si affretti a decidere in merito a questo caso”, ha dichiarato Sarah Clarke, a capo del dipartimento Europa e Asia Centrale di Article 19.

Noi chiediamo al ministro turco della giustizia di mettere fine a questa prassi dove la punizione viene comminata prima di una eventuale condanna; gli chiediamo di impegnarsi perché sia abolita una così lunga carcerazione preventiva, impegno preso dal governo nella recente strategia di riforma giudiziaria; gli chiediamo di fare in modo che Kavala sia rilasciato.

Ci appelliamo inoltre a tutte le missioni diplomatiche e a tutti gli osservatori internazionali perché seguano le prossime udienze del processo, fissate per il 24 e il 25 dicembre 2019, in modo da registrarne lo svolgimento e non smettere di mostrare sostegno agli imputati.

I FIRMATARI

Article 19

Articolo 21

Civic Space Studies Association

Danish PEN

ECPMF (European Centre for Press and Media Freedom)

English PEN

EFJ (European Federation of Journalists)

German PEN

GEN Global Editors Network

IFJ International Federation of Journalists

Norwegian PEN

OBCT (Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa)

P24 (Punto 24)

PEN America

PEN Canada

PEN International

SEEMO (South East Europe Media Organisation)

Swedish PEN

Wales PEN Cymru