Illustrazione del Canale di Istanbul - Ministero dei Trasporti turco

Illustrazione del Canale di Istanbul - Ministero dei Trasporti turco

Scontro in Turchia sul progetto “Bosforo 2”, il canale artificiale che dovrebbe raddoppiare gli stretti tra Mediterraneo e Mar Nero. Vari ufficiali sono stati accusati di tentato golpe dopo aver criticato le conseguenze diplomatiche dell'opera. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [11 aprile 2021]

Torna a far discutere in Turchia il mega-progetto del “Bosforo 2” il canale artificiale che – nei piani del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan dovrebbe affiancarsi allo stretto che, attraversando Istanbul, mette in collegamento il Mar Nero e il Mediterraneo.

L'opera ha come obiettivo dichiarato quello di decongestionare il traffico navale nel Bosforo, cresciuto a dismisura negli ultimi anni. Fin dall'inizio, però il “Bosforo 2” ha suscitato discussioni accese, sia per l'ingente costo economico, che per il possibile impatto ambientale lungo i previsti 47 chilometri del canale, che dovrebbe attraversare la terraferma sul lato europeo, sconvolgendo uno dei pochi polmoni verdi rimasti ad Istanbul, megalopoli da 16 milioni di abitanti.

Ultimamente, però, la polemica è divampata sugli aspetti geopolitici, e in particolare sugli effetti che il canale avrebbe sulla convenzione di Montreaux, che dal 1936 regola il passaggio di navi civili e militari attraverso il Bosforo, limitando l'accesso alle marine dei paesi che non si affacciano sul Mar Nero.

Lunedì scorso, 14 ammiragli sono stati arrestati con l'accusa di colpo di stato, dopo aver sottoscritto insieme a più di 100 ufficiali in congedo una petizione in cui hanno chiesto al governo di non mettere in discussione la convenzione, definita “il documento fondamentale della politica di sicurezza nel Mar Nero”.

In più occasioni Erdoğan ha dichiarato che – una volta costruito – il canale non sarà sottoposto alla giurisdizione di Montreaux: una posizione controversa che aggiunge incertezza in un'area già fortemente instabile, come dimostrato dal recente riacutizzarsi della crisi tra Russia ed Ucraina.

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