Sono 25 feriti e 7 del nuovo terremoto a Van, in Turchia. Contestazioni dei cittadini di Van nei confronti del viceministro Besir Atalay, subito sedate dalla polizia. Abbiamo sentito Alberto Tetta, nostro corrispondente

10/11/2011 -  Nicole Corritore

"Ho i brividi. Ripenso alla notte a Van del 25 ottobre, in cui decisi per precauzione di dormire in auto e non al Bayram, nonostante il freddo". E' il nostro corrispondente Alberto Tetta che ci ha raccontato al telefono da Istanbul cosa sta succedendo in Turchia dopo le scosse di ieri sera che hanno fatto crollare a Van molti edifici, di cui alcuni abitati. Tra questi due alberghi, il Bayram - palazzo di sei piani dove di solito risiedono i giornalisti perché unico munito di wirless – e l'hotel Aslan, oltre all'edificio di una scuola.

"Sotto le macerie degli alberghi sono rimaste intrappolate 50 persone. Il bilancio per ora è di 25 feriti e 7 morti", racconta Tetta, confermando che nei due alberghi risiedeva anche personale della squadre di soccorso della Mezzaluna - la Croce rossa turca – e di altre organizzazioni. "Tra i morti c'è infatti anche un medico giapponese, Atsushi Myazaki, dell'Association for Aid and Relief . La cosa terribile è che 17 giorni dal terremoto che ha colpito Van, non sono stati evacuati tutti gli edifici a rischio o costruiti senza il rispetto di norme antisismiche...". Le operazioni di soccorso sono tuttora in corso e quindi il bilancio è provvisorio. L'agenzia di stampa Doğan (DHA) ha dichiarato che due dei propri giornalisti risultano dispersi.

Operazioni che, racconta Alberto Tetta, sono state interrotte stamane a causa della carica della polizia sui cittadini che protestavano davanti alle macerie:"Il vicepremier turco, Besir Atalay, delegato dal governo a presiedere il tavolo di coordinamento delle operazioni post-terremoto, aveva in programma la visita a Van oggi 10 novembre, nel giorno delle celebrazioni dell'anniversario della morte di Kemal Atatürk, padre fondatore della Turchia moderna. Arrivato davanti alle macerie dell'hotel Aslan doveva fare la conferenza stampa prevista, ma è stato interrotto dalle proteste dei cittadini, poi brutalmente sedata dalla polizia".

Una protesta non organizzata, partita da semplici passanti e persone che erano lì per avere notizie dei dispersi sotto i crolli. Prosegue Tetta: "Hanno cominciato ad urlare, chiedendo le dimissioni del prefetto di Van. Arrabbiati perché ritengono che le operazioni post-terremoto siano state gestite male ma anche per la scelta del governo turco di affidare ai prefetti il coordinamento di queste operazioni invece che ai sindaci... questi ultimi sono infatti tutti curdi". La polizia ha caricato i manifestanti e per disperderli ha usato i lacrimogeni. Questo ha obbligato le squadre che stavano estraendo le persone dalle macerie a interrompere il lavoro, fino al diradarsi del gas dei lacrimogeni.

Intanto, nonostante gli aiuti internazionali pervenuti a Van e le operazioni di assistenza alle famiglie rimaste senza casa, nella provincia orientale di Van migliaia di persone dormono ancora sotto le tende.


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