Un'immagine tratta dalla prima puntata di "Domani cambierà tutto"

Una serie Tv sta spopolando in Serbia. Una serie che racconta con autenticità la perenne incertezza in cui vivono quattro trentenni a Belgrado

18/01/2019 -  Nikola Radić

(Pubblicata originariamente da Le Courrier des Balkans il 14 gennaio 2019)

Durante i 39 episodi di 20 minuti ognuno di Jutro će promeniti sve ("Domani cambierà tutto", titolo preso in prestito dai leggendari rocker jugoslavi Indexi), seguiamo per un intero anno le vite di quattro trentenni in una Belgrado contemporanea. Filip, ingegnere informatico prodigio, volta le spalle al sogno americano rinunciando al suo lavoro a San Francisco per tornare a Belgrado, la sua città natale, senza altro scopo se non quello di abbandonare la slot machine che è la Silicon Valley. Sua sorella Anđela, studentessa di dottorato in psicologia e assistente alla Facoltà di Filosofia, si sta separando dal suo compagno di lunga data. Il bar notturno, grazie al quale vive la sua migliore amica Saša viene chiuso a seguito di una perquisizione della polizia. Ljuba, originario della provincia, personal trainer, anticonformista e seduttore, perde il lavoro in una palestra locale e si ritrova per strada e indebitato.

Passioni effimere, separazioni, conflitti intergenerazionali, precarietà, gravidanze indesiderate, disillusioni, promiscuità, droghe e eccessivo consumo di alcol si susseguono in un affresco di una società disorientata da una transizione che non finisce mai. Jutro će promeniti sve racconta un'intera generazione, dipinge un bel ritratto dei millenials, questa generazione Y nata nell'Europa dell'Est agli ultimi sospiri del socialismo. Una generazione cresciuta con le turbolenze degli anni '90 che oggi vaga in questo labirinto neoliberista in cui il talento non sempre fa rima con successo.

"Nessuno è un dipendente fisso, tutti sono in affitto, tutti in lotta perpetua", riassume Vladimir Tagić, co-creatore della serie. I quattro eroi, che affrontano una tardiva transizione all'età adulta, sono coscienti che questa vita non è quella che avevano immaginato. Le loro rimozioni, la loro accettazione, le illusioni e le speranze rappresentano il cuore di questa serie melodrammatica firmata da Goran Stanković e Vladimir Tagić.

Ma i nostri protagonisti non rimangono immobili in attesa di un "mattino in cui tutto cambierà". La simpatica Ljuba si cimenta in cucina in un ristorante, Saša in una serie di lavori poco appassionanti e spesso ridicoli, Filip fa il giro di tutte le sue vecchie conoscenze alla ricerca di un posto da ingegnere e Anđela continua con la sua tesi, al termine della quale dovrebbe spettarle un posto da professoressa.

Ma troveranno un modo di sfuggire all'instabilità di questa vita dal sapore adolescenziale? Nulla è certo: le scelte importanti sono già state fatte (lasciare gli Stati Uniti per Filip, abbandonare l'università per Saša, ecc.). Le porte pian piano si chiudono: la start-up degli ex colleghi di Filip si è sviluppata così tanto che non c'è più spazio per lui, il nepotismo regna nella Facoltà di Anđela mentre sia Saša che Ljuba continuano ad annaspare nella precarietà.

Se la serie ha avuto così tanto successo in Serbia, è innanzitutto grazie all'autenticità dei dialoghi e al realismo delle situazioni. Alcune introduzioni sono dolorosamente realistiche (la città natale di Ljuba nella Serbia centrale, dove il quotidiano è una noia, intriso di birra e scandito dalle scommesse sportive), altre comiche (la polizia che interrompe una festa e alla fine rimane a bere qualcosa con i festaioli, Ljuba ed i suoi amici che ballano ubriachi il kolo nel cuore della notte su un campo da basket).

Più di 350 set ci accompagnano attraverso Belgrado e dintorni. Le immagini della capitale serba sono piccole cartoline urbane e perdono il potenziale della città come personaggio a parte. La fotografia è nitida e sottile che flirta con l'estetica del cinema indipendente americano; sullo sfondo una moderna colonna sonora strumentale, fissa un tono malinconico, soprattutto alla fine di ogni episodio, quando i personaggi, al calar della notte, galleggiano nell'incertezza. È in questi momenti che la nostra empatia è tirata in ballo, ci identifichiamo con i personaggi, immaginiamo il corso dei loro pensieri prima del prossimo episodio ed un nuovo risveglio.

“Domani cambia tutto” avrebbe potuto fare a meno di alcuni luoghi comuni come le infinite code davanti agli uffici, riferimenti ad una burocrazia desueta, o frasi del tipo "L'America è una terra di infinite opportunità”. I personaggi sono accattivanti anche se alcuni, come quello di Filip, rimangono un po' abbozzati. Lo stesso vale per alcune tracce narrative che rimangono sottoutilizzate come l'uso interessante di piccole finestre per visualizzare gli scambi di SMS. La serie solleva molte questioni etiche. Fare o meno visita ad un padre moribondo che non è mai stato parte della nostra vita? Quanto siamo disposti a fare per pagare i nostri debiti? È anche la prima serie tv serba di questa portata a mettere in scena una relazione romantica tra due donne.

Il cast è una vera e propria iniezione di freschezza: l'interpretazione di Nikola Rakočević è di una facilità degna di veterani del cinema. La presenza carismatica della giovane Isidora Simijanović, il recitare eccezionale e l'attenzione alle sottigliezze Jovana Stojiljković e l'incredibile naturalezza di di Andrija Kuzmanović sono supportati da ruoli secondari altrettanto interessanti, in particolare quello di Jakša, interpretato da Nemanja Oliverić e di Dušan, il padre di Filip, interpretato da Nebojša Dugalić.

Alcuni critici hanno rimproverato agli autori alcuni "tempi morti" e alcune narrazioni fuorvianti. Sono infatti presenti e per un motivo: “Domani cambierà tutto” è come i giorni dei suoi protagonisti, a volte sorprendenti ed euforici, a volte lenti e ripetitivi.

L'ultimo episodio conferma il messaggio che si libra nell'aria dalla prima scena: non ci sarà nessun deus ex machina, una sola mattina non potrà cambiare tutto e non si verificherà alcun miracolo. Gli eventi saranno collegati con un ritmo naturale, imposto dal tempo e dalle circostanze. Una nota di speranza si aggrappa comunque alla nostra mente alla fine di questa prima e per ora unica stagione, i nostri eroi guarderanno a nuovi orizzonti, ma sempre nel mezzo di un'incertezza permanente, di un eterno “vedremo”.


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