Accordi dietro le quinte per silenziare i media indipendenti in Serbia?

Mentre la situazione politica in Serbia continua ad essere esplosiva, la pubblicazione di una controversa conversazione privata evidenzia il tentativo di mettere il bavaglio ai pochi media che nel paese continuano a tenere una linea critica nei confronti del governo di Belgrado

12/09/2025, Massimo Moratti Belgrado

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© wellphoto/Shutterstock

Nel panorama mediatico della Serbia, caratterizzato da un rapido e progressivo deterioramento della libertà di informazione , le TV N1 e Nova S, sono gli unici media di un certo rilievo a presentare dei punti di vista distinti e regolarmente critici dell’operato del governo e delle autorità serbe.

In questa estate caratterizzata da frequenti proteste e violenze in molte città della Serbia, le due emittenti informano regolarmente il pubblico in diretta dalle sedi delle proteste. I giornalisti delle due televisioni, molto spesso indossando elmetti protettivi, si trovano spesso esposti a scenari di guerriglia urbana e di tanto in tanto vengono disturbati, insultati, malmenati da parte dei sostenitori del governo e talvolta anche dalle forze dell’ordine . In questi giorni nessun altro media in Serbia copre le proteste in diretta.

La registrazione

Per questi motivi, ha destato enorme scalpore la pubblicazione della registrazione di una conversazione avvenuta tra il direttore esecutivo di Telekom Serbia, Vladimir Lučić e il general manager di United Group, Stan Miller.

Telekom Serbia è posseduta in larga parte dallo stato serbo, mentre United Group detiene la maggioranza di United Media, la società che possiede N1. La registrazione è stata diffusa dalle organizzazioni OCCRP (Organised Crime Corruption Reporting Project, il progetto che informa sul crimine organizzato e la corruzione) e da KRIK (Mreža za Istraživanje Kriminala i Korupcije, la rete che indaga il crimine e la corruzione) le due organizzazione che sono in prima linea nel denunciare il crimine e la corruzione nella regione.

La registrazione riguarda un incontro tra i due CEO delle rispettive organizzazioni, avvenuto a inizio agosto. All’inizio della conversazione, Miller, commenta la situazione dicendo che “la Serbia ci sta scoppiando sotto il c..o”. La conversazione poi si concentra attorno alla persona di Aleksandra Subotić, direttrice esecutiva di United Media.

Nel corso della registrazione, Miller dice a Lučić di non poter licenziare immediatamente la Subotić, come d’accordo, e che prima deve rimpicciolire la società e dividerla in più parti. Miller dice di capire che il presidente è molto arrabbiato.

Lučić risponde che il presidente Vučić ne ha già parlato con Nikos Stathopoulos, il presidente del gruppo britannico che detiene la maggioranza di United Group. Lučić dice che il presidente Vučić ha chiesto di rimuovere la sola Subotić e non i direttori di N1 e Nova S, perché è consapevole che al momento è difficile rimuovere anche il direttore. Lo stesso Miller dice di esser parecchio infastidito dalla Subotić.

Le reazioni

La pubblicazione delle registrazioni ha immediatamente suscitato le proteste della stampa indipendente che ha dato ampio risalto alla storia e denunciato quello che appare come un tentativo di silenziare N1 e Nova S.

L’ufficio del presidente Vučić, contattato per commenti dai due portali, ha ribadito che “[il presidente]Vučić non interferisce nella politica editoriale dei media, né vi ha alcun interesse”. La Telekom Serbia prima ha declinato di rispondere, ma subito dopo la pubblicazione della registrazione ha annunciato querele nei confronti di tutti quelli che vi erano coinvolti, non perché il contenuto non fosse autentico, ma perché i due portali non avevano mandato la registrazione a Telekom perché ne verificasse l’autenticità. Lučić ha categoricamente smentito il coinvolgimento del presidente Vučić.

Ma la posizione di United Group conferma la conversazione e i suoi contenuti. United Group infatti, che in precedenza aveva ribadito che “in tutti i paesi in cui opera, non si è mai fatta influenzare, e non si farà mai influenzare, da pressioni politiche”, ha confermato che la conversazione è avvenuta e ne ha ribadito i contenuti, ma ha respinto fermamente qualsiasi insinuazione che la compagnia stia cercando di affossare l’indipendenza dei propri media. Ad ogni modo ha sottolineato che è illegale registrare conversazioni private.

Mentre N1 e Nova S e altri portali indipendenti han dato grande risalto all’accaduto seguendo passo a passo gli sviluppi della vicenda, i media e la stampa vicini al governo l’hanno riportata solo indirettamente due giorni dopo, quando Lučić ha fornito spiegazioni a RTS del contenuto della conversazione e quando ha annunciato le querele per aver diffuso la registrazione.

La stessa linea è stata sostanzialmente tenuta dal tabloid Informer , uno dei più accesi sostenitori del governo si è invece concentrato sulle parole di Lučić che ha apertamente criticato la Subotić per la cattiva gestione di United Media e per aver causato danneggiato sia United Group che Telekom e quindi per tale motivo deve esser sostituita, secondo le parole di Lučić.

Se le reazioni in Serbia riflettono la polarizzazione della società serba, all’esterno della Serbia, la condanna dei tentativi di limitare l’indipendenza di N1 e Nova S è stata unanime. Le organizzazioni facenti parte del progetto Media Freedom Rapid Response hanno emanato un comunicato stampa in merito, condannando i tentativi di limitare l’indipendenza dei media e invocando l’intervento delle istituzioni europee per condannare tali tentativi.

Intervento che, qualche giorno dopo, è arrivato: interpellata in materia, la commissaria europea per l’allargamento, Marta Kos, ha detto esplicitamente che pressioni sui media, sia di natura politica, che economica, non giovano alla democrazia.

Segnali preoccupanti

La preoccupazione degli addetti ai lavori e di chi più da vicino segue le vicende della libertà dei media in Serbia non sembrano esser campate in aria. Già a febbraio, la United Group aveva venduto la società SBB, il provider della televisione via cavo (tra cui N1 e Nova S), alla Telekom serba. La notizia aveva destato non poche preoccupazioni dato che tale vendita poteva avere impatti negativi sulla libertà dei media.

Preoccupazioni che si erano acuite alcune settimane dopo, quando la United Group aveva venduto la sua componente satellitare a Total TV e subito dopo Total TV l’aveva venduta a Telekom Srbija : poco dopo tale vendita infatti, N1 e Nova S erano state escluse dai programmi satellitari di Telekom Srbija.

Queste transazioni avevano allarmato ulteriormente gli esperti del settore che avevano visto una sorta di sforzo coordinato per ridurre la visibilità delle televisioni indipendenti. D’altronde, il malcontento del presidente Vučić con le televisioni N1 e Nova S è un dato di fatto: già a giugno aveva definito “puro terrorismo ” l’attività di queste due televisioni aspettandosi che i procuratori si muovessero contro queste televisioni: tale auspicio è stato poi ripetuto dopo i recenti incidenti di Novi Sad.

Più di recente, il settimanale Vreme ha riportato che lo scopo di Vučić è la chiusura delle due televisioni entro novembre 2025. Il timing di questa chiusura sarebbe strategico dato che da più parti si ipotizza che nuove elezioni si terranno entro dicembre 2025.

 

Questo articolo è stato prodotto all’interno del progetto Media Freedom Rapid Response (MFRR), un meccanismo a livello europeo che traccia, monitora e risponde alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell’UE e nei Paesi candidati.

Consorzio MFRR