Marinai ormeggiano una nave presso il porto di Sulina, Danubio

Il porto di Sulina, Romania, lungo il Danubio - © Wirestock Creators/Shutterstock

Come garantire le esportazioni verso il mondo del grano prodotto in Ucraina? La Romania potrebbe essere cruciale. Lo ha ribadito il presidente Iohannis, nella sua recente visita a Kiev

17/06/2022 -  Mihaela Iordache

Giovedì scorso c’era anche il presidente della Romania Klaus Iohannis assieme al presidente francese Emmanuel Macron, al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al premier Mario Draghi in Ucraina. Dopo essere stati a Irpin - città distrutta dagli attacchi russi - i quattro, insieme al presidente ucraino Zelenskyj, hanno tenuto una conferenza stampa comune.

“Siamo qui insieme al presidente Zelenskyj perché sappiamo che è nostro dovere agire. È nostra responsabilità ricordare questo momento e aiutare i nostri amici ucraini a costruire un nuovo futuro. Ci concentriamo sul bisogno di pace, sugli sforzi di ricostruzione e di garantire un futuro a questo paese”, ha affermato Iohannis.

Tra le responsabilità che la Romania si è assunta fin dall’inizio del conflitto vi sono il contributo per alleviare la crisi umanitaria, l’accoglienza dei rifugiati e l'aiuto sulla crisi del grano. A Kiev Iohannis ha dichiarato che le autorità romene stanno cercando le migliori soluzioni per rendere più agevole il transito del grano per il porto di Costanza sul Mar Nero e dai porti del Danubio.

”Dall’inizio dell’invasione russa il porto di Costanza ha garantito il transito per oltre un milione di tonnellate di cereali dall’Ucraina”, ha sottolineato Iohannis. Il presidente romeno ha annunciato inoltre che Bucarest intende aprire nuovi punti di frontiera con l’Ucraina e riabilitare ampi tratti di rete ferroviaria. Allo stesso tempo - ha ribadito - serve “una coalizione di stati” che appoggi lo sforzo internazionale per la creazione di “corridoi blu” per il trasporto marittimo, in sicurezza, nel Mar Nero. 

Mietitrebbie in azione a Dnipro, Ucraina, nel luglio 2021 - @ Shutterstock

Per il trasporto di quantità significative di cereali e non solo dall’Ucraina verso i mercati europei ed internazionali sarebbe quindi necessario aumentare le capacità del porto di Costanza e creare le infrastrutture adatte. 

La Russia e l’Ucraina garantiscono insieme il 30% delle esportazioni mondiali di grano. A causa del conflitto e delle difficoltà logistiche conseguenti l’Ucraina - secondo alcuni analisti citati da Agerpres.ro - potrebbe riuscire ad esportare nei prossimi tre mesi solo un milione di tonnellate di grano. Prima del conflitto il governo di Kiev stimava esportazioni per 65 milioni di tonnellate per questa stagione.

Il bisogno del grano ucraino è internazionale. Il ministro degli Esteri del Canada, Mélanie Joly, ha fatto sapere di recente che il suo paese è pronto ad inviare navi nei porti della Romania per aiutare l’Ucraina ad esportare i suoi cereali in Africa e nel Medio Oriente.

L’Unione europea dal canto suo punta su “corridoi della solidarietà” per la crisi del grano. La commissaria UE ai Trasporti, Adina Valean, ha avvertito che 20-25 milioni di tonnellate di grano devono lasciare l’Ucraina in meno di tre mesi, aggiungendo che per il prossimo raccolto sono previste altre 50 milioni di tonnellate di cereali ma vi è spazio per stoccarne solo il 50%. Quindi “liberare la capacità di stoccaggio è la priorità immediata dell’Ucraina ma anche dell’UE”.

Per garantire uno spazio sufficiente al prossimo raccolto, l’Ucraina dovrà esportare 3-4 milioni di tonnellate al mese. ”Prima della guerra l'Ucraina esportava fino a 5 milioni di tonnellate di grano al mese attraverso i porti del Mar Nero. Questo volume deve essere ora reindirizzato su ferrovie, strade e vie navigabili interne, e poi verso i porti dell'Ue per ulteriori esportazioni sui mercati mondiali", ha sottolineato la Commissaria europea.

Da Kiev anche il premier Mario Draghi ha fatto sapere che “ci sono due settimane per sminare i porti” aggiungendo che “occorre creare corridoi sicuri con la massima urgenza per il trasporto del grano e per evitare una catastrofe”. Per Draghi “l'unico modo è una risoluzione dell'Onu che regoli la navigazione nel Mar Nero”. Dal suo canto, Emmanuel Macron - che prima di andare in Ucraina è stato in visita ufficiale in Romania - propone che sia proprio Bucarest a fare da ponte di collegamento per i cereali dell’Ucraina. 

Anche il Commissario Ue all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, si è detto convinto che la destabilizzazione attraverso l'attacco alle forniture alimentari da parte della Russia rappresenti uno degli strumenti e degli obiettivi di questa guerra. In questo contesto il contributo logistico che può dare la Romania è tutt’altro che indifferente.


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