Passaggio di confine di Giurgu, Romania, 2021, una bandiera rumena si riflette sul parabrezza di un'auto - © Mircea Moira/Shutterstock

Passaggio di confine di Giurgu, Romania, 2021 - © Mircea Moira/Shutterstock

Le autorità romene già 10 anni fa affermavano di essere pronte per entrare in Schengen. Ora finalmente ci si aspetta il via libera dal Consiglio europeo di dicembre. “Per essere trattati come gli altri, dobbiamo forse bloccare i camion di grano verso l’Ue?”, si chiede polemico un europarlamentare romeno

18/10/2022 -  Mihaela Iordache

L’entrata nello spazio Schengen rappresenta per la Romania un obiettivo nazionale e i decisori politici di Bucarest chiedono - in merito - unità e responsabilità da parte di tutti i partiti. La Romania è un paese che si dice già pronto dal 2011 ad entrare nell’area Schengen. Le autorità di Bucarest in queste settimane stanno ribadendo che la Romania soddisfa tutti i criteri richiesti dall’UE. Bucarest sottolinea quindi che una mancata ammissione nello spazio Schengen a dicembre - quando è prevista una riunione del Consiglio europeo a cui spetta il via libera - sarebbe percepita come un’ingiustizia e alimenterebbe l’euroscetticismo dei romeni.

Il presidente Klaus Iohannis ha spiegato di recente che “l’ingresso nello spazio Schengen non riguarda né le risorse né altre cose. Si tratta di criteri tecnici che devono essere soddisfatti, in particolare sul controllo delle frontiere, sul controllo della migrazione e così via. Abbiamo soddisfatto tutte le condizioni tecniche già dal 2011”.

Il presidente ha aggiunto che nel frattempo la Romania è diventata de facto parte di programmi e procedure relativi a Schengen e sta svolgendo un ottimo lavoro. Inoltre Iohannis ha invocato la solidarietà in Europa “che deve esistere tra tutti gli stati membri”. Quest’ultimo è un chiaro riferimento al fatto che la decisione sull’ingresso della Romania in Schengen è di fatto una decisione politica che deve essere adottata all’unanimità da tutti gli stati membri in seno al Consiglio europeo.

Europarlamentari

La Romania ha fatto sentire la propria voce anche tramite i suoi europarlamentari. Dagli scranni del Parlamento di Strasburgo il liberale Rareș Bogdan si è rivolto  ai colleghi : "Cos'altro dobbiamo fare per essere trattati alla pari e rispettati da tutti i membri dell'UE?... dobbiamo bloccare alla frontiera i treni e le centinaia di camion con il grano, che ogni giorno attraversano la Romania per raggiungere i mercati occidentali?”.

Dal canto suo l’eurodeputato Victor Negrescu (Partito Socialdemocratico) ha inviato alla sede del Consiglio Ue oltre 40mila messaggi con i quali i romeni chiedono l'entrata della Romania nello spazio Schengen. “Attraverso il nostro approccio, mostriamo il fatto che i romeni sostengono questo obiettivo nazionale, che si assumono le responsabilità relative a una possibile adesione all'area Schengen e che chiedono parità di trattamento per gli stati membri, in modo tale che la Romania sia veramente integrata nell’Unione Europea”, si legge in un comunicato rilasciato dall’europarlamentare. Victor Negrescu - durante una sessione plenaria del Parlamento Ue - si è dichiarato pronto a difendere presso la Corte di giustizia dell'UE il diritto dei cittadini romeni di far parte dell'area Schengen, se quest'anno non verrà adottata una decisione in merito.

Intanto, le autorità di Bucarest fanno sapere che i Paesi Bassi sarebbero rimasti gli unici ad opporsi all’ingresso della Romania nel sistema Schengen. Se in passato paesi come Francia o Germania erano molto cauti, ora gli unici contrari sarebbero solo loro. Nel tentativo di convincere le autorità olandesi che la Romania soddisfa tutti i criteri, le autorità romene hanno ricevuto mercoledì scorso la visita del primo ministro olandese, Mark Rutte.

Contrari

Da Bucarest, il premier olandese Mark Rutte ha fatto sapere che in principio il suo paese non si oppone all’adesione della Romania all’area Schengen, ma le possibilità di entrare alla fine dell'anno dipendono in maniera decisiva da un rapporto positivo della Commissione europea sulle leggi sulla giustizia.

“I Paesi Bassi non sono in linea di principio contrari all'adesione della Romania, riteniamo che tutti i paesi che soddisfano le condizioni debbano aderire (...) È molto importante che tutte le informazioni siano sul tavolo, la Commissione europea ci sta lavorando proprio ora. Questa è la procedura in Schengen. I Paesi Bassi non sono contrari all'adesione della Romania a Schengen, ma dobbiamo farlo in modo trasparente ed equo. Ecco perché ho menzionato il Meccanismo di cooperazione e verifica ”, ha dichiarato Rutte.

Attualmente fanno parte dell'accordo di Schengen 26 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna , Svezia e Ungheria; compresi i paesi extra UE: Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. I vantaggi maggiori riguardano la libertà di circolazione dei cittadini. Entrare nell’area Schengen significa per la Romania raggiungere un obiettivo cruciale che va a sommarsi all'adesione all’UE del 2007. La prossima riunione del Consiglio europeo sarà il 15 e 16 dicembre, anticipata da una riunione del Consiglio Affari e giustizia l'8 e il 9. Nei mesi di ottobre e novembre esperti europei verificheranno sul campo l’applicazione dell’acquis di Schengen.


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