Riprendiamo un articolo pubblicato sul numero del 26 aprile del settimanale montenegrino "Monitor" riguardante l'allarmante situazione delle discariche del paese.

30/04/2002 -  Luka Zanoni

L'articolo - scritto da Predrag Nikolic - amplia le informazioni che abbiamo di recente pubblicato sulla discarica di Budva, offrendo una veduta più ampia sulla situazione ambientale del Montenegro. Paese che solo qualche anno fa si è autoinvestito dell'onorificenza di "stato ecologico".
Il 20 aprile dopo tre settimane di blocco la polizia di Budva ha "liberato" il deposito comunale di Novoselje vicino a Petrovac ed ha aperto la strada ai camion della spazzatura, che sotto la protezione della polizia hanno scaricato i rifiuti nel deposito di Novoseljo. Ma il comitato dei cittadini del comune di Petrovac-Buljarica-Rezevici non rinuncia alla richiesta di chiudere la discarica di Novoselje che lavora in modo illegale già da 35 anni. I cittadini di quei comuni la hanno riconquistata e bloccata di nuovo.
Ogni comune montenegrino ha i suoi depositi temporanei di spazzatura, ma in Montenegro nessun deposito dispone della documentazione tecnica necessaria e non rispetta i criteri sanitari, prescritti per la collocazione, costruzione ed uso delle discariche. Le uniche due discariche, quella di Herceg Novi e quella di Zabljak, sono situate in luoghi appositamente definiti per tale uso.
"La maggior parte delle discariche non dispone di strade asfaltate che conducono ai depositi, non è fornita di acqua. In questo modo i veicoli che trasportano la spazzatura non vengono lavati ed eventuali incendi non potrebbero essere domati, i depositi non sono recintati e la spazzatura si sparge ovunque, non esiste nemmeno il servizio di custodia. I rifiuti generalmente si distruggono bruciandoli o coprendoli con la terra, nessun deposito è rivestito né tanto meno è stato risolto il problema riguardante il depuramento delle acque di scarico, condizione principale per rendere i depositi sanitari", dice Zdenka Ivanovic consulente per l'infrastruttura comunale nel ministero dell'ambiente. A Niksic tonnellate di spazzatura finiscono quotidianamente nel letto del fiume Gracanica, distante un paio di chilometri dalla città. Nella discarica vengono depositati anche scarti ospedalieri. Brucia in continuazione, e il fumo va direttamente in direzione della città e verso i vigneti della ditta "Agrokombinat". La pioggia risciacqua tutto quello che si trova nella discarica e attraverso il suolo permeabile raggiunge il lago di Skadar (Skadarsko jezero).
I progetti per risolvere questi problemi ci sono ma ciò che manca sono i soldi.
La Banca Mondiale ha dimostrato interesse per la costruzione di discariche sanitarie regionali per tre comuni costieri (Kotor, Budva e Tivat) a Grbalj, nei pressi del mulino di Tresnjevac. A tal fine ha assicurato la somma di 1,25 milioni di dollari. Tuttavia la discarica è stata chiusa nel 1990 a causa della minaccia per la salute dei cittadini. I membri dell'associazione ecologica "Grbalj" affermano che sarebbe catastrofico costruire la discarica nel corso d'acqua, nel mezzo di un territorio dedicato alla produzione agricola e al turismo.
"La discarica che risponderebbe ai bisogni di Podgorica costa circa 2-3 milioni di euro" sostiene Vladan Raznatovic consulente dell'Eko management e aggiunge che, alcune ditte straniere sono interessate ad offrire il loro aiuto al Montenegro. Una di queste è la "Tauer Multi Utility" che è in trattativa con alcune città montenegrine per introdurle alla privatizzazione dei servizi pubblici comunali. Della "Tauer Multi Utility" fanno parte cinque ditte italiane che si occupano dei rifiuti e delle acque di scarico e che servono territori con milioni di abitanti. Queste ditte a spese proprie costruirebbero le discariche, ma poi richiedono la restituzione dei soldi investiti. E là iniziano i guai. Così che tutto continua come prima. Le ditte pubbliche comunali prendono i soldi dai cittadini li spendono chissà per cosa, e le città rimangono come prima. Ossia non pulite. Un chiaro esempio è Budva, il comune più ricco e la metropoli del turismo montenegrino, che già da 35 anni lotta con le discariche. I cittadini che vivono di turismo pagherebbero volentieri qualcuno per risolvere questo problema, ma le ditte pubbliche comunali possiedono il monopolio.
La pulizia e un ambiente sano stanno diventando temi sempre più attuali. Negli ultimi dieci anni non si è investito nelle infrastrutture comunali. Qualcosa di poco conto si è fatto solo per i camion e i container.
"Una situazione ancora più grave riguarda le acque di scarico. Tranne che nella città di Podgorica, nell'intero Montenegro non esiste nemmeno una strumentazione per depurare le acque di scarico, tutte vanno a finire nelle vicinanze delle città costiere e delle spiagge. Persino lo scarico di Budva non è una soluzione, perché non è chiaro dove sbocca. Le nostre spiagge nella stagione estiva sono in pessime condizioni", dice Raznatovic.
Tuttavia - conclude il giornalista di Monitor - quando arriva l'estate, si vantano tutti del fatto che non esiste nel mediterraneo mare più pulito di quello montenegrino.

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Montenegro: discariche e rischio epidemie


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