Un nuovo termine è recentemente apparso nel vocabolario montenegrino: “budvanizzazione”, sinonimo di urbanizzazione caotica e corrotta. Un quadro sulle devastazioni dell'ultimo ventennio
(Pubblicato originariamente da Monitor il 2 dicembre 2016, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)
Dopo quindici anni passati tra i banchi del governo montenegrino, Branimir Gvozdenović ha interrotto la propria carriera ministeriale. Il nuovo governo formato lo scorso 28 novembre da Duško Marković non gli ha affidato alcun portafoglio e gli rimane il ruolo di vice-presidente del Parlamento. Una funzione meno prestigiosa, ma che gli garantisce perlomeno l'immunità rispetto a responsabilità penali relative a molte decisioni poco rispettose della legge che ha preso in passato. L'ex ministro è in effetti destinatario di numerose denunce depositate presso la procura.
Dopo l'indipendenza del Montenegro, il ministero della Gestione del territorio e del Turismo è sempre stato destinato a quadri del DPS: Predrag Nenezić, Branimir Gvozdenović e Predrag Sekulić si sono alternati nell'incarico. Il loro ritiro dal potere esecutivo è ora un'occasione per fare un bilancio dell'effetto devastante delle politiche che hanno condotto.
Branimir Gvozdenović è stato a più riprese ministro della Gestione del territorio ma è difficile trovare traccia del suo lavoro: il sito internet del governo montenegrino non contiene alcuna informazione sulla composizione dei governi del passato né informazioni sullo storico del potere esecutivo in Montenegro.
Bellezza selvaggia
Dal 2002 Predrag Nenezić, uomo di fiducia di Milo Đukanović, è stato due volte ministro del Turismo: i suoi mandati sono stati caratterizzati dalla privatizzazione di hotel del litorale montenegrino e uomini d'affari vicini al partito al potere si sono accaparrati numerosi beni pubblici.
Predrag Nenezić è inoltre responsabile dell'accordo di concessione degli hotel di Sveti Stefan e Miločer, ed è lui che ha segretamente accettato i progetti edilizi nel parco di Miločer e che ha firmato il contratto di affitto di un terreno di 7 milioni di metri quadrati a Luštica, intestato alla società egiziana Orascom, della quale è anche divenuto membro del consiglio di amministrazione.
Durante il suo mandato lo slogan del turismo montenegrino era Wild beauty, “bellezza selvaggia”. Le promesse di impedire qualsiasi costruzione a meno di 100 metri dalla costa e di introdurre questa regola nei piani urbanistici non sono mai state mantenute. Il ministro Nenezić ha anche promosso la Strategia di sviluppo turistico Montenegro 2020, un estratto del Piano di sviluppo generale, ma quest'ultimo non è mai stato implementato.
Il mandato di Predrag Sekulić invece è stato segnato da una sua dichiarazione secondo la quale la città di Budva era ormai già stata distrutta dal punto di vista urbanistico e che quindi occorreva lasciare che nella demolizione si andasse sino in fondo...
E' però Branimir Gvozdenović a rimanere il vero demolitore del turismo e dei paesaggi montenegrini. Dai suoi mandati è risultata un'orgia di investimenti lungo la costa. Secondo dati ufficiali, tra il 2006 e il 2014 gli investimenti nel settore turistico sono stati di sei miliardi di dollari. Alcuni esperti affermano che questa cifra avrebbe potuto portare alla costruzione di un centinaio di hotel di lusso quali ad esempio lo Splendid di Bečići. Ma questo non è avvenuto e quindi ci si chiede cosa si intenda per investimento turistico, forse tutte le speculazioni immobiliari lungo la costa, la costruzione di edifici e complessi di appartamenti di lusso?
In realtà Branimir Gvozdenović non si è occupato di turismo ma di urbanistica concepita però alla sua maniera: ha trasformato il ministero per lo Sviluppo sostenibile ed il Turismo in una società partner della lobby delle costruzioni. Ha messo in piedi studi di architetti e impiegato gente a lui vicina nell'elaborazione di nuovi piani urbanistici. Ha promosso appalti con le offerte già redatte, un prodotto “chiavi in mano” per gli investitori.
La “budvanizzazione" del litorale
Il ministro ha ignorato o sospeso l'applicazione delle leggi e dei regolamenti esistenti nel campo della pianificazione urbanistica, delle costruzioni e del turismo. In funzione dei bisogni degli investitori ha modificato la legge sulla zona marittima, quella sugli espropri e quelle sulla gestione del territorio e sulle costruzioni. Il Montenegro non ha visto che la costruzione, al posto degli hotel, di villaggi turistici.
Branimir Gvozdenović non ha tenuto conto di alcuna condizione economica, sociale ed ambientale che potesse portare ad uno sviluppo sostenibile. La costa è oramai invasa da questi appartamenti. I boschi e gli uliveti della costa sono stati abbattuti, modificando radicalmente il paesaggio. Allo stesso tempo il tenore di vita di chi era impiegato nel turismo è crollato brutalmente: i loro salari sono i più bassi dell'economia montenegrina. Ad esempio, i salari del personale dello Splendid di Bečići si situano tra i 200 e i 250 euro al mese.
I tre ministri citati possono fare anche il tour dei saloni internazionali sul turismo, ma il Montenegro non è mai rientrato nel mercato del turismo proveniente dall'Europa occidentale e questo è dovuto alle politiche del DPS.
Branimir Gvozdenović ci ha lasciato l'eredità di circa 100.000 edifici costruiti illegalmente. E ne ha approfittato poi in campagna elettorale, promettendo un condono a prezzi favorevoli. E' il suo mandato che ha fatto nascere il termine “budvanizzazione”, sinonimo di un'urbanizzazione caotica e corrotta.
Ha permesso ad esempio una tale urbanizzazione della frazione di Pržno che l'offerta di appartamenti è ora dieci volte superiore della capacità alberghiera dell'hotel Maestral, situato sul posto. E il complesso di appartamenti Planet, costruito a Pržno, appartiene al cognato del ministro. La sua società è anche proprietaria di un grande edificio nel centro di Budva costruito al posto di un antico palazzo in pietra.
Secondo voci non confermate, la lussuosa discoteca Torch, costruita sulla spiaggia Slovenska, a Budva, apparterrebbe a Marko Gvozdenović, figlio del ministro Branimir. Ma non sarebbe che una parte degli investimenti realizzati dalla famiglia dell'ex ministro, specialista negli investimenti all'estero e insignito del premio “Miglior ministro della regione” il luglio del 2015 a Sarajevo, da parte della Direzione per l'elezione dei migliori manager dell'Europa centrale e sud-orientale.
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