Vista aerea di Sveti Stefan © Aleksei Kazachok/Shutterstock

Vista aerea di Sveti Stefan © Aleksei Kazachok/Shutterstock

Vere perle della riviera montenegrina: gli alberghi Sveti Stefan e Miločer sono oggetto da sempre di appetiti e interessi di politici e uomini d'affari. Chissà che il nuovo governo del Montenegro riesca a mettere fine alla svendita dei gioielli di famiglia

26/10/2020 -  Branka Plamenac Budva

(Originariamente pubblicato dal settimanale Monitor , il 4 ottobre 2020)

Sveti Stefan Hoteli spa con sede a Budva è una delle aziende pubbliche in cui dopo le elezioni politiche dello scorso 30 agosto si è diffuso il panico a causa della vittoria delle forze dell’opposizione e delle conseguenze che questa vittoria comporterà. Questa giovane azienda pubblica, registrata nell’agosto dell’anno scorso, è nata dalla scissione del più grande gruppo alberghiero in Montenegro, HG Budvanska rivijera, diventando responsabile degli alberghi Sveti Stefan e Miločer. Sveti Stefan Hoteli spa ha tre dipendenti, il cui unico compito è quello di verificare la corretta esecuzione del contratto per l’affidamento in concessione pluriennale di suddetti alberghi, cioè di riscuotere la somma dovuta a titolo di canoni demaniali pari a 1,2 milioni di euro all’anno.

La decisione di sottrarre due alberghi di lusso a HG Budvanska rivijera è stata motivata con il fatto che questa azienda sarà privatizzata, mentre lo stato vorrebbe rimanere il proprietario di maggioranza dei due alberghi situati nella nota località turistica montenegrina. In molti però dubitano della veridicità di questa spiegazione, ritenendo che la nuova azienda sia stata fondata con l’intento di vendere, in sordina, Sveti Stefan, cioè di lasciare questo gioiello turistico nelle mani di alcuni uomini d’affari stranieri e locali e alcuni politici influenti. Un’ipotesi che trova riscontro nel fatto che le azioni di Sveti Stefan Hoteli spa sono state ammesse alla quotazione sulla Borsa del Montenegro pochi giorni dopo la registrazione dell’azienda.

Mentre i membri e i simpatizzanti del Partito democratico dei socialisti (DPS), sconfitto alle ultime elezioni, si dicono angosciati per le sorti del Montenegro e per gli interessi nazionali che, secondo loro, sarebbero minacciati con l’ascesa al potere delle nuove forze politiche, le vere ricchezze del Montenegro e le sue risorse più preziose, come gli alberghi Sveti Stefan e Miločer, sono effettivamente a repentaglio. All’ombra della retorica elettorale e dei giuramenti di fedeltà al Montenegro, l’assetto proprietario di Sveti Stefan sta lentamente e silenziosamente cambiando, un cambiamento a cui contribuisce coralmente la dirigenza della neofondata società Sveti Stefan Hoteli.

Il consiglio di amministrazione di questa azienda è composto da cinque membri, tra cui alcuni rappresentanti della coalizione del governo uscente – formata dal DPS e dai Socialdemocratici (SD) – e dagli azionisti di minoranza, tra cui, quello con la quota maggiore, l’AIK Banka di Belgrado, controllata dall’uomo d’affari serbo Miodrag Kostić.

I membri del consiglio di amministrazione sono Milan Vučinić (DPS), Petar Ivković (SD), Vladimir Sekulić, Savo Jasnić e Slobodan Leković. Il presidente del cda Milan Vučinić percepisce uno stipendio mensile di 2.100 euro, il direttore dell’azienda Miško Rađenović viene invece ricompensato con uno stipendio di 1.800 euro, mentre il segretario Saša Samardžić guadagna 1.200 euro al mese. Non si sa a quanto ammontino gli stipendi dei membri del consiglio di amministrazione, ma di certo non si tratta di somme irrisorie, tenendo conto dell’importo del compenso del presidente del consiglio di amministrazione di questa azienda pubblica che non fa altro che riscuotere i canoni di concessione degli alberghi Sveti Stefan e Miločer, oltre a sperperare i soldi pubblici, che in gran parte vengono spesi per gli enormi stipendi dei dipendenti e per le donazioni di svariate decine di migliaia di euro destinate ad alcune aziende e associazioni legate ai membri del DPS.

Stando ai dati dell’Agenzia delle entrate montenegrina, nel primo trimestre del 2020 Sveti Stefan Hoteli spa ha incassato 240mila euro dai canoni demaniali, mentre nello stesso periodo l’azienda ha speso 130mila euro per gli stipendi, vari compensi e spese accessorie. È chiaro quindi che il denaro riscosso a titolo di canoni di concessione degli alberghi di Sveti Stefan viene speso in modo sconsiderato. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che la società Adriatic properties che gestisce gli alberghi di Sveti Stefan costantemente registra perdite, emerge che lo stato montenegrino non trae alcun vantaggio dall'“accordo del secolo”, come è stato definito il contratto per l’affidamento in concessione degli alberghi Sveti Stefan e Miločer stipulato nel 2007.

Il timore dell’ormai ex maggioranza di fronte agli imminenti cambiamenti e all’arrivo dei nuovi volti nelle agenzie e aziende pubbliche non è infondato. Lo sperpero di denaro pubblico è ormai diventato un fenomeno consueto negli enti e nelle aziende statali, dove per anni venivano piazzati i quadri del DPS. È ormai risaputo che il direttore dell’azienda pubblica Morsko Dobro (Beni marittimi), Predrag Jelušić, e il presidente del consiglio di amministrazione di questa azienda, Xhaudet Cakuli, percepivano uno stipendio mensile di 2.800 euro.

Il capitale iniziale dell’azienda Sveti Stefan Hoteli è costituito dagli alberghi Sveti Stefan e Miločer, con tutti i beni e terreni circostanti, e di un conferimento in denaro pari a 25mila euro. Il valore del complesso alberghiero è stato stimato in 61 milioni di euro. Sono stati modificati anche i dati catastali del complesso e Sveti Stefan Hoteli spa è stata registrata al catasto come unico proprietario dei due alberghi. È stato inoltre organizzato il passaggio dell’azienda al mercato libero, stipulando un contratto di collaborazione con la Borsa del Montenegro per garantire una negoziazione continua delle azioni emesse.

A tredici anni dalla firma del contratto di concessione, Sveti Stefan e Miločer sono finiti in borsa. Si vendono quindi i beni che sessant’anni fa erano stati confiscati ai cittadini di Sveti Stefan, che furono cacciati con violenza dalle loro case – abitate per secoli dai loro antenati – per uno scopo “superiore”, ossia per costruire un complesso balneare di lusso. Anche Miločer, un’enorme proprietà che comprende l’ex residenza estiva della famiglia Karađorđević, è diventata oggetto di questo affare di cui si parla poco.

Per ora sono stati emessi sul mercato solo i titoli appartenenti agli azionisti di minoranza di Sveti Stefan Hoteli spa, mentre il governo – che, insieme al Fondo pensioni e invalidità e al Centro per l’impiego, detiene il 58% del capitale dell’azienda – ha detto di non voler vendere la sua quota. Ma potrebbe ancora ripensarci.

Nel maggio di quest’anno, oltre un milione di azioni di Sveti Stefan è stato venduto, in tempo record, per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro. Nello stesso periodo Miodrag Kostić ha aumentato la sua quota di partecipazione in Sveti Stefan Hoteli spa e ora detiene il 20% del capitale sociale. Così la politica del DPS ha consentito a un uomo d’affari serbo di appropriarsi pian piano di quello che un tempo era un fiore all’occhiello e un marchio di fabbrica del turismo montenegrino.

Anche l’uomo d’affari Petros Statis – che, attraverso la società Adriatic properties, gestisce gli alberghi di Sveti Stefan – ha acquistato circa 1000 azioni di Sveti Stefan Hoteli spa tramite l’Universal Capital Bank. Questa banca, di proprietà di Statis, anche in passato aveva acquistato, attraverso un conto di deposito anonimo, diverse azioni degli alberghi gestiti da Statis, nonché quelle dell’azienda Budvanska rivijera. Le persone celate dietro a questo conto detengono circa il 10% del capitale di ciascuna di queste aziende alberghiere.

Ci si aspetta che i rappresentanti del nuovo governo nei consigli di amministrazione delle aziende HG Budvanska rivijera e Sveti Stefan Hoteli pongano fine alla vendita dei preziosi beni pubblici. Se la vendita delle azioni di queste aziende dovesse proseguire a questa velocità, gli alberghi Sveti Stefan, Miločer e Kraljičina plaza non verranno restituiti allo stato alla scadenza della concessione, nel 2049, come previsto dal contratto, bensì passeranno in mano ai nuovi proprietari. Un epilogo che i cittadini di Paštrovići e di tutto il Montenegro sicuramente non auspicano.

Dal nuovo governo ci si aspetta inoltre che faccia chiarezza sull’assetto proprietario della società Aidway Investments ltd, registrata nelle Isole Vergini britanniche, con cui l’ex ministro del Turismo Predrag Nenezić e l’ex direttore di Budvanska rivijera Vule Tomašević, entrambi funzionari del DPS, avevano stipulato il contratto di concessione degli alberghi di Sveti Stefan. Non si sa chi siano i fondatori di questa società off-shore a cui sono stati affidati in concessione pluriennale gli alberghi più prestigiosi sulla costa montenegrina e che ha intenzione di costruire un complesso residenziale di lusso a Miločer. Quello che invece sappiamo è che i loro interessi sono rappresentati da Petros Statis, attraverso l’azienda Adriatic properties, fondata dalla misteriosa Aidways Investments ltd. E che gli unici a poter accedere alla famosa località balneare e alle sue meravigliose spiagge sono alcuni politici e uomini d’affari e i loro familiari e amici.


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