(Savinov Alexandru / Flickr)

Per i moldavi l'Europa è una febbre. L'aspirazione collettiva ad entrare nel cerchio magico dei Ventisette traspare nella pubblicità e nei nomi delle piazze. Nel segno della libertà di movimento. Anche se la piccola Repubblica fa ancora i conti con nostalgie e ricatti economici del grande Vicino russo

18/08/2010 -  Bernardo Venturi Chişinău

Come un fiume, la Moldavia corre verso il suo mare, l’Unione europea. Un corso d’acqua tortuoso ma sempre più in piena, come il Prut e il Nistru/Dniestr, i fiumi moldavi ingrossati dalle piogge di mezz’estate. Sono tanti i segnali nel linguaggio pubblico, sociale, economico e politico che mostrano visivamente la tensione della piccola repubblica ex-sovietica verso Bruxelles.

Febbre a dodici stelle

Come in altri Paesi balcanici in fila per l’adesione, innanzitutto, la bandiera a dodici stelle sventola su molti edifici pubblici e piazze. Poi, la coalizione liberale di governo è denominata “Alleanza per l'Integrazione europea” (Aie), mentre di politica estera se ne occupa il “ministero degli Affari Esteri e dell’Integrazione Europea”. Tutti i partiti, d’altro canto, compreso il Partito comunista, sono favorevoli all’integrazione europea.

Una pubblicità istituzionale del governo moldavo. Il payoff sul poster recita: "Per l'Europa, per un futuro dignitoso" (foto di Bernardo Venturi)

Una pubblicità istituzionale del governo moldavo. Il payoff sul poster recita: "Per l'Europa, per un futuro dignitoso" (foto di Bernardo Venturi)

Di Ue traboccano anche i corsi di studi universitari, i policy-papers dei centri di ricerca e gli eventi politici. Sono solo alcune pennellate che abbozzano l’eccitazione moldava verso l’integrazione europea.

Euroentusiasta il 61,4% dei moldavi, ma senza dimenticare Mosca

Su che cosa si fonda però questa propensione? È davvero radicata nella società e tra i principali leader politici? Analizzando l’ultimo Barometro dell’opinione pubblica presentato a Chişinău a fine maggio dall’Istituto di politiche pubbliche, risulta che se si votasse in questo momento per l’integrazione della Repubblica moldava nel “club” europeo, il 61.4% si esprimerebbe a favore e il 17.7% contro.

Tutto ciò potrebbe far pensare a una forte propensione – o addirittura “identità” – sul piano europeo. Proviamo a incrociare questo dato con un altro presentato dal barometro: alla domanda su quale Paese dovrebbe essere il principale partner strategico della Moldavia, soltanto il 27.3% ha risposto l’Ue, mentre il 50.1% ha scelto la Russia.

A ciò si aggiunga che gli indicatori del Barometro negli ultimi anni hanno mostrato come quasi il 50% della popolazione – con intuibili “picchi” tra gli over 60 – rimpiange l’Unione sovietica e circa il 40% vorrebbe si ricostituisse il sistema socialista. Inoltre, 17.7% di contrari all’integrazione è il dato più alto registrato negli ultimi anni.

Vladimir Voronin, leader del Partito comunista, oggi all'opposizione, interpreta questo dato come un’insoddisfazione verso il governo liberale guidato da Vladimir Filat, mentre per i liberali e per una parte della stampa si tratta di un riflesso della crisi economica, che non molla la sua presa sulla Ue.

L'Europa è libertà di movimento

Complessivamente dunque si tratta di una spiccata propensione non tanto verso la Ue in quanto tale, ma piuttosto verso un ampio spazio di libertà a portata di mano. È l’annosa questione dell’adesione europea, che è di fatto la più grande opportunità per i moldavi di muoversi liberamente. Una chance che si percepisce continuamente, soprattutto tra i più giovani.

L’Unione europea infatti allargherebbe vistosamente le sbarre della gabbia di visti che circonda i moldavi, lasciandogli attualmente spazi di movimento solo verso i vicini storici.

Questo fattore non viene ignorato negli uffici di Bruxelles: dalla metà di giugno la Moldavia e l’Ue hanno avviato i colloqui per la liberalizzazione dei visti.

Una pubblicità istituzionale del governo moldavo. Il payoff sul poster recita: "Per l'Europa, per un futuro dignitoso" (foto di Bernardo Venturi)

Una pubblicità istituzionale del governo moldavo. Il payoff sul poster recita: "Per l'Europa, per un futuro dignitoso" (foto di Bernardo Venturi)

La Moldavia, infatti, è uno dei pochi Paesi nella sfera di vicinato per il quale il visto è ancora richiesto, in particolare da quando Serbia, Montenegro e Macedonia ne hanno ottenuto la liberalizzazione nel dicembre scorso.

La Romania, 'porta sul retro' per entrare nella Ue

Va inoltre considerato come la liberalizzazione dei visti sia già cominciata de facto attraverso la “porta sul retro” dei passaporti romeni per i cittadini moldavi. Il presidente romeno Traian Basescu, infatti, sta sostenendo apertamente questo processo ed è intenzionato ad aumentare fino a 10 mila unità al mese le naturalizzazioni.

Di certo il governo moldavo ha giocato un ruolo cruciale in questo processo di “europeizzazione” attraverso consultazioni, riforme e rafforzamento degli standard democratici e delle relazioni diplomatiche.

Allo stesso tempo, l'integrazione non può essere vista come un deus ex machina che risolverà tutti i problemi moldavi prendendoli sotto il suo mantello.

La prospettiva dell’equidistanza moldava tra Bruxelles e Mosca – sulla bocca di tanti, ma nell’operato di pochi – rischia di nascondere nella sua retorica le reali propensioni dei leaders politici.

È evidente però che dichiarazioni e politiche anti-russe rischiano di creare una contrapposizione infinita che non può giovare al Paese.

L’ultima uscita a destare scandalo è stata quella del Presidente ad interim della repubblica Mihai Ghimpu: ha provato a istituire il 28 giugno come giorno in cui fare memoria dell’“Occupazione sovietica”.

La Moldavia, vaso di coccio tra due giganti

Bandiere moldava ed europea sventalano nella capitale Chişinău (foto di Bernardo Venturi)

Decreti come questo non possono che moltiplicare le tensioni e affievolire i benefici – in particolare quelli economici – che deriverebbero dall’allargamento europeo.

Ne è chiara prova la ripresa della cosiddetta “guerra del vino”: la Russia, infatti, ha da poco bloccato un’ingente quantità di vino moldavo definendolo, per la sua bassa qualità, adatto soltanto a “ridipingere i recinti”.

I buoni rapporti con i due “giganti” sono un crocevia per l’adesione europea. Anche perché l’ostacolo più grande verso questo obiettivo rimane, ancora una volta, la situazione della Transnistria.

Ed è evidente come Mosca giochi qui la parte del leone. Per quanto l'Ue abbia offerto maglie larghe su situazioni conflittuali irrisolte – si pensi all’adesione di Cipro nonostante l’evidente divisione interna – su questo fronte deve ancora dimostrarsi un attore risolutivo.

Un forte contributo in questo ambito potrebbe aiutare l'integrazione europea della Moldavia, più di tanti proclami.

Nell’attesa, i moldavi continueranno a cercare una “porta sul retro”.


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