Chisinau

Chisinau (Michie.ru/flickr)

La lettera D di uno speciale abecedario, dedicato ai 25 anni dall'indipendenza della Moldavia. Un quadro sulla situazione dei diritti umani in Moldavia con un'intervista a Mihai Popsoi, fondatore del blog Moldovanpolitics.com

13/12/2016 -  Francesco Brusa

Qual è la situazione dei diritti umani nel paese e quali sono le violazioni più frequenti? Quali sono i punti di forza e quali invece i punti deboli nella loro promozione? Pur dichiarandosi universali, i diritti umani sono comunque - semplificando - un prodotto della “civiltà occidentale”. Ritiene che questo influisca sulla loro ricezione in Moldavia?

La situazione dei diritti umani viene accuratamente descritta ogni anno dal report del Dipartimento di Stato americano . Lì possiamo vedere come le violazioni siano numerose e relative a vari temi, dalla libertà religiosa a quella politica, dalla protezione legale ai diritti delle minoranze sessuali e dei disabili. Proprio questi ultimi due casi sono forse tra i più problematici: in Moldavia gli ospedali psichiatrici e i centri di riabilitazione sono molto poco controllati e, sfortunatamente, diventano spesso luogo non solo di maltrattamenti ma di veri e propri abusi fisici, che il più delle volte passano inosservati e si protraggono anche per anni. Allo stesso modo, orfanotrofi e prigioni sono altri centri in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani: le condizioni di detenzione delle carceri moldave è da considerarsi inumana su vari livelli.

Per quanto riguarda le minoranze sessuali e religiose, invece, gli abusi e le oppressioni avvengono maggiormente all'interno della società. Esiste infatti un forte stigma verso le minoranze LGBT e le confessioni diverse da quella ortodossa. Basti pensare che nel 2012 l'adozione di una legge per l'equità nell'assunzione lavorativa ha scatenato grosse proteste da parte della Chiesa Ortodossa. Si trattava di un provvedimento che serviva semplicemente a garantire uguali diritti per l'impiego nei confronti delle minoranze sessuali, ma persino un passo così piccolo viene ritenuto inaccettabile da parte della chiesa e delle forze conservatrici. Allo stesso modo, si sono verificate proteste in occasione dell'iscrizione della fede musulmana nel registro delle confessioni ufficialmente riconosciute.

Date queste premesse, esistono però numerose realtà legate alla società civile che combattono tali tendenze discriminatorie e si occupano di promuovere i diritti umani. GENDERDOC-M (diritti LGBT) è certamente una delle più attive, oppure Promolex, che offre assistenza legale e segue anche la situazione dei diritti nell'area transnistriana, e tante altre tra cui Transaparency, Amnesty...

Anche grazie alle loro pressioni possiamo dire che ci sono stati vari “successi” a livello legislativo, come la sopracitata legge sull'equità di assunzione e una serie di altre misure antidiscriminatorie. Tuttavia, è vero che le istituzioni rappresentano generalmente un punto debole nella difesa dei diritti umani: sussiste ancora una certa vecchia “mentalità sovietica” e allo stesso tempo burocrati, giudici e il personale legislativo ricevono pochissima educazione sul tema.

In conclusione, dunque, la situazione dei diritti umani non differisce molto da quella degli altri paesi dell'area (sud)est-europea. In questa zona permane una mentalità paternalistico-conservatrice di stampo religioso, soprattutto nei contesti rurali e fra la parte più anziana della popolazione. In questo senso alcune tematiche incontrano certamente più resistenze di altre: se la difesa dei diritti delle donne può trovare terreno fertile per essere perseguita, più problematica si rivela appunto l'accettazione delle minoranze sessuali e religiose. Ciò fa sì che, nonostante la fortissima e crescente influenza a livello sociale in Moldavia da parte dell'ovest europeo, permanga un grosso divario in termini di diritti umani, la riduzione del quale è certo una della maggiori sfide per il futuro del paese.


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