Migranti - © Pressmaster/Shutterstock

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Posta al cuore della “rotta balcanica”, la Macedonia del nord è attraversata da molti migranti in cerca di una nuova vita in Europa. Alcuni di loro, però, hanno deciso di restare: ecco le loro storie

27/10/2023 -  Aleksandar Samardjiev Tetovo

In questi ultimi anni, centinaia di migliaia di migranti e rifugiati sono transitati attraverso la Macedonia del Nord, diretti verso i paesi dell’Europa occidentale in cerca di una vita migliore. Ma ci sono anche delle eccezioni: alcuni hanno deciso di restare in cerca di una nuova casa e di nuove opportunità.

Da quasi un decennio migranti e rifugiati attraversano la Macedonia del Nord in fuga da guerre, instabilità economica e fame, spesso provocate dai cambiamenti climatici. La maggior parte proviene dal Medio Oriente o dal Nord Africa. La cosiddetta rotta balcanica, di cui la Macedonia del Nord è un nodo cruciale, si muove principalmente dalla Turchia e dalla Grecia attraverso l’Europa sudorientale, verso i paesi dell’Europa centrale che solitamente sono la destinazione finale dei migranti.

Quest'anno Radio Free Europe in lingua macedone ha pubblicato le storie di due migranti che hanno deciso di restare nella Macedonia del Nord invece di continuare il loro viaggio verso l'Europa occidentale. Sandra, 30 anni, dal Congo, e Aliraza, 25, dal Pakistan. Entrambi parlano già macedone e sono convinti che resteranno a vivere nel paese.

La storia di Sandra

Sandra Membala ha lasciato la capitale congolese Kinshasa otto anni fa, all'età di 22 anni. Ha viaggiato attraverso diversi paesi africani fino a raggiungere la rotta balcanica, arrivando prima in Turchia e poi in Grecia. Ha vissuto in Grecia per un anno, ma non aveva modo di restare. Così ha lasciato il Paese con l’obiettivo raggiungere la Francia per riunirsi a suo marito, ma quando è arrivata nella capitale macedone, Skopje, vi è rimasta. Crede che la società macedone abbia bene accolto lei e i suoi due figli.

“In Macedonia del Nord è bello, più calmo. Voglio vivere qui con mio marito e i miei figli. Nostra figlia è nata qui, i bambini conoscono il macedone anche meglio di me. Sonia ha cinque anni, Sofian otto. Hanno amici a scuola e dove viviamo”, dice Sandra in macedone in un'intervista alla radio.

Prende lezioni di macedone da tre anni e dice che a casa parlano diverse lingue, la lingua madre lingala, il macedone e il francese. Sandra ha un documento per il soggiorno temporaneo, ma desidera restare stabilmente. A Skopje lavora presso la Croce Rossa, al punto per la distribuzione gratuita di vestiti per le persone a rischio sociale. Aiuta anche in un negozio dell'usato dove sistema i vestiti sugli scaffali.

E quella di Aliraza

Il pakistano Aliraza Qureshi, in Macedonia del Nord da cinque anni, è partito con il desiderio di vivere in un posto migliore della sua terra natale. Adesso vive a Skopje e ha una ragazza macedone di Kriva Palanka, e stanno pensando ad una vita insieme.

La conoscenza di nove lingue lo aiuta a lavorare come traduttore per diverse istituzioni governative. Ha un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari, che rinnova ogni anno, ma si dice determinato a restare nella speranza di ottenere la cittadinanza macedone.

Da solo, da bambino, ha lasciato il Pakistan con il desiderio di raggiungere la Germania. Senza documenti e senza genitori, si è messo in cammino e ha fatto diversi tentativi infruttuosi per raggiungere la destinazione desiderata.

“In un percorso del genere nessuno ti aiuta, solo Dio, al fratello non importa del fratello. In un gruppo di 50 persone abbiamo attraversato le montagne con i trafficanti, cinque persone sono morte a causa del freddo. Pensavo che sarei morto anch'io, che non sarei sopravvissuto. Ma ho deciso che ogni problema deve avere una soluzione e che devo arrivare alla fine della mia strada. La cosa più difficile per me è stata quando un trafficante mi ha messo nel bagagliaio per 18 ore, io e altri tre chiusi dentro”, racconta Aliriza.

Ha trascorso tre anni e mezzo in Turchia, poi ha progettato di andare in Germania via mare, ma è stato respinto dall'Italia. In Grecia ha lavorato come agricoltore. Dopo un altro tentativo di andare in Germania, alla fine è rimasto in Macedonia del Nord.

“Ovviamente ho trovato la pace qui”, dice il giovane, che oltre al macedone parla urdu, pashto, farsi, indiano, punjabi, bengalese, nepalese, turco e hindko.

Come traduttore ha incarichi in diverse istituzioni come la Procura, i tribunali, la polizia. La Croce Rossa chiede cooperazione quando è necessario comunicare con i migranti che entrano in Macedonia del Nord dalla Grecia, vicino alla città di Gevgelija.

Proprio come Sandra, mostra con orgoglio il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Volendo rimanere in Macedonia del Nord, ha chiesto asilo, ma non lo ha ottenuto poiché non poteva dimostrare un giustificato timore di persecuzione nel paese. Ora ha rinunciato ai suoi progetti sulla Germania e dice che rimarrà in Macedonia del Nord, dove lui e la sua ragazza stanno pianificando il matrimonio.

Asilo politico, una rarità

La Croce Rossa macedone rileva che dal 2015 solo 13 migranti hanno ricevuto asilo, il che dimostra che il Paese è raramente la destinazione finale dei migranti. La stampa in Macedonia del Nord parla spesso della scoperta quotidiana di trafficanti che chiedono ai migranti somme elevate per il transito attraverso il paese.

Ci sono casi di migranti morti nel traffico e in altri incidenti mentre i trafficanti scappavano dalla polizia, e alcuni hanno perso braccia o gambe. Secondo quanto riportato dalla stampa macedone, i trafficanti fanno pagare ai migranti dagli 800 ai 1.000 Euro per trasportarli dal confine meridionale a quello settentrionale del paese.

Sono proprio quei 13 migranti che hanno ottenuto l'asilo in Macedonia del Nord a causa delle gravi ferite riportate durante il transito, come la perdita degli arti, secondo la Croce Rossa. Hanno dovuto sottoporsi ad un'operazione e hanno quindi deciso di chiedere asilo, per avere accesso all'assistenza sanitaria e ai programmi di integrazione.


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