Borce Stamenov al lavoro nel riparare un computer - foto tratta dal profilo Facebook dell'iniziativa "Donate un computer"

 Borce Stamenov al lavoro - foto tratta dal profilo Facebook dell'iniziativa "Donate un computer"

Con la pandemia e le lezioni online si è scoperto che in Macedonia del Nord molte famiglie non posseggono e non possono permettersi un computer. Ma c’era chi se ne era già accorto ed aveva iniziato a rimboccarsi le maniche

15/09/2021 -  Aleksandar Samardjiev Tetovo

Quest'anno, la Delegazione dell'Unione Europea in Macedonia del Nord, in occasione della Giornata Europea 2021, ha assegnato il proprio premio speciale di solidarietà a Borce Stamenov, quarantaduenne della città di Kavadarci che è riuscito in cinque anni a riparare e donare oltre 1000 computer, aiutando alunni e studenti le cui famiglie non potevano permettersi la spesa per un computer nuovo.

L'Iniziativa “Donate un computer ”, che Borce sta realizzando assieme a due collaboratori, è stata particolarmente importante in questo periodo di pandemia che ha obbligato molti studenti a lezioni esclusivamente online.

Borce ha avuto l’idea nel 2016. Lavorava, come ancor oggi, presso un’azienda che realizza software di contabilità. Spesso capitava che i clienti che cambiavano la loro attrezzatura acquistandola da loro lasciassero lì i vecchi computer. Borce pensò che potevano essere riparati e donati a bambini e studenti le cui famiglie non potevano permetterseli.

"Una donna di Kavadarci, madre single di tre figli, ci chiese un computer usato perché non poteva permettersene uno nuovo. La felicità che ho visto a casa loro quando sono andato per aiutarli ad accendere il computer è stata la scintilla per iniziare le donazioni”, racconta Borce.

Da lì in poi, ogni mese, lui e i suoi collaboratori riuscivano a riparare e donare una decina di computer. Poi è arrivata la pandemia e si è scoperto che sono tanti i bambini e le famiglie che hanno bisogno di un computer per frequentare le lezioni online e che non possono permetterselo. 

"Di solito, ultimamente, le persone mi chiedono un computer per via dell'insegnamento online. Non hanno tutti i soldi per comprare un computer. E non si tratta solo di insegnamento online, ma ormai i bambini hanno bisogno di un computer anche per la scuola tradizionale. Bisogna avere un computer per essere alfabetizzati in qualche modo”, sottolinea Borce.

I computer vengono donati anche ad altre categorie vulnerabili come le famiglie a basso reddito, genitori disoccupati, bambini con bisogni speciali, nonché case famiglia per bambini, organizzazioni per le vittime di violenza domestica e simili.

Prima di effettuare una donazione, per stabilire chi ne ha più bisogno, viene richiesta qualche prova, come un certificato di disoccupazione in famiglia, o documenti che attestino di essere genitori single, o di avere figli con bisogni speciali. In tutti i casi, quando si riceve un computer, la felicità è molta e si ha la sensazione di cambiare in modo rilevante la vita dei destinatari di quel dono.

“Abbiamo donato un computer ad una famiglia di Bitola. Mi è tornato indietro dopo sei mesi. Uno dei parenti aveva comprato un computer nuovo per quella famiglia. Restituendolo mi hanno scritto: "Vai avanti ragazzo, rendi felice qualcun altro come hai portato a noi la felicità.” 

Secondo i dati del ministero dell'Istruzione macedone, quando è stato introdotto il primo lockdown solo il 70% degli studenti frequentava effettivamente le lezioni online, il restante 30% non ne aveva la possibilità. Il ministero sostiene che, nel corso dell’anno scolastico la percentuale di studenti che hanno partecipato alle lezioni online si è alzata raggiungendo il 90%. Le lezioni online sono state frequentate da studenti a partire dalla quarta elementare delle scuole primarie sino a studenti superiori e universitari. Nel 2020 è stata annunciata una piattaforma web nazionale per le lezioni online ma non ha mai preso corpo e quindi alunni, studenti e insegnanti hanno usufruito di piattaforme gratuite come ad esempio Microsoft Teams. I media inoltre in questi mesi hanno più volte riferito che le scuole ricevono donazioni sotto forma di tablet e computer per consentire agli studenti di frequentare le lezioni a distanza.

Iniziative come quella di Borce Stamenov contribuiscono quindi ad includere tutti i bambini nel processo educativo. Sebbene apparentemente il numero di 1000 computer sembri piccolo, per la Macedonia del Nord che ha meno di due milioni di abitanti, può iniziare a fare la differenza. 

Quando ha superato il numero di 1000 computer donati, Stamenov ha immortalato il lavoro sul profilo Facebook dell'iniziativa "Dona un computer" attraverso una “descrizione finanziaria” del progetto: "In questi 5 anni abbiamo ricevuto circa 1.500 computer usati. Circa un centinaio di essi erano inutilizzabili o vecchi. I restanti 1.400 sono stati controllati più volte per verificarne il funzionamento. Abbiamo utilizzato parti di essi per completarne altri. E così siamo arrivati ​​al numero di 1003 computer donati… 1003 computer usati moltiplicati per il prezzo medio di vendita di un computer usato (custodia, monitor, tastiera, mouse, cavi di collegamento), che si aggira intorno ai 6000 dinari, otteniamo una somma di 6.018.000 dinari. Se trasformiamo tutto nella valuta preferita dai nostri politici, gli euro, siamo a circa 100.000 euro. Ma noi, a differenza dei nostri politici, abbiamo speso 0 dinari e abbiamo portato felicità e rispetto in tutta la Macedonia del Nord”.

Sono ora molte le aziende che si sono fatte avanti per donare computer attraverso l’iniziativa di Borce Stamenov. Da poco è stata fondata l’associazione senza scopo di lucro "Dona un computer" che per il suo lavoro umanitario ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi da tutto il paese, e ha anche ricevuto sostegno pubblico dal presidente Stevo Pendarovski.

Ora, se ci sarà un gran lavoro anche per il prossimo anno scolastico dipende molto da come se la caverà la Macedonia del Nord con la pandemia. Il ministero della Pubblica Istruzione ha deciso per ora di avviare tutte le lezioni in presenza e di passare alla didattica a distanza solo qualora la situazione epidemiologica lo richieda. Resta però che il ministero, dopo l’esperienza di quest’ultimo anno e mezzo, ha deciso di intraprendere un percorso di digitalizzazione della scuola macedone.

 
Central European Initiative

Questo articolo è stato pubblicato con il sostegno di Central European Initiative - Executive Secretariat


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