Rossella Vignola 28 marzo 2014

E' stata presentata, a Skopje, la prima ricerca sistematica sulla condizione lavorativa e i diritti sociali dei giornalisti nel paese. Alla presentazione hanno partecipato giornalisti, editori, sindacalisti, giuristi, accademici, diplomatici e... musicisti

Link: International Federation of Journalists (IFJ)

Il giornalismo nei Balcani è affetto da una serie di problemi strutturali, come le influenze più o meno dirette del potere politico, l'opacità delle strutture proprietarie, la frammentazione del mercato editoriale, e la crisi del settore pubblicitario, problemi che sono il riflesso di quella che Florian Bieber ha chiamato, in un recente intervento sul suo blog , la "tentazione autoritaria" delle quasi-democrazie dei paesi del Sud-est europeo nell'ultimo decennio.

Ma a livello micro la crisi dei media nei Balcani riguarda la vita e le condizioni di lavoro dei giornalisti, soprattutto nei contesti locali. La scorsa settimana a Skopje, la Federazione Internazionale dei Giornalisti e l'Unione sindacale macedone dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, hanno presentato i risultati di una ricerca sulla condizione professionale e lo stato dei diritti sociali dei lavoratori dell'informazione.

Il "libro bianco dei diritti professionali e lavorativi dei giornalisti" è la prima valutazione sistematica delle condizioni di lavoro dei giornalisti macedoni. Lo studio dimostra, dati alla mano, il complessivo deterioramento dello status economico e sociale dei giornalisti, l'impatto devastante della crisi economica sul pluralismo informativo, l'incertezza lavorativa tra precariato, minacce e censure. La ricerca conferma ciò che le organizzazioni internazionali denunciano da tempo e con sempre maggiore preoccupazione, osservando il peggioramento della libertà di espressione in Macedonia dopo il primo decennio d'indipendenza, quando avevano iniziato a manifestarsi incoraggianti (anche se timidi) segnali di indipendenza e pluralismo.

Secondo la ricerca, l'80% dei giornalisti intervistati ritiene che le condizioni di lavoro stiano drammaticamente peggiorando, e il 65% ha dichiarato di aver subito forme di censura, o, secondo il 53% degli intervistati, auto-censura.

Lo studio, inoltre, dimostra che i lavoratori dell'informazione non sono regolarmente consultati ed informati sulle decisioni aziendali che riguardano la propria condizione lavorativa e il proprio futuro. Il 67% degli intervistati ha dichiarato di non essere mai stato coinvolto in questioni come i cambi di proprietà, la definizione della politica editoriale, o gli aggiustamenti salariali. Il 90% dichiara di essere insoddisfatto degli stipendi, che mediamente non superano i 300 euro al mese, mentre le condizioni dei freelance e dei corrispondenti risultano, se possibile, ancora peggiori.

Con meno di tre euro al giorno, contratti precari sempre in scadenza, e spesso senza gli strumenti del mestiere disposizione, i giornalisti macedoni sembrano condannati all'incertezza e ad un costante senso di vulnerabilità e intimidazione.

Alla conferenza di presentazione del "libro bianco", forse un po' a confortare la solitudine e la paura che molti giornalisti macedoni vivono quotidianamente, era presente la rock-band "The reporters", composta da giornalisti musicisti. Il gruppo, attivo sulla scena macedone dal 2008, è da sempre in prima linea nelle battaglie per la libertà dei media e nel 2011 ha pubblicato una canzone simbolicamente intitolata "Sloboda", libertà. Oggi, insieme ai sindacati dei giornalisi, la band è impegnata nella campagna "Solidarietà per la liberta", a sostegno della libertà di espressione e in solidarietà con i giornalisti minacciati. La campagna-tour li porterà nelle principali città macedoni, ed è destinata anche a raccogliere fondi per il "fondo di solidarietà" a sostegno dei giornalisti in difficoltà gestito dalle sigle sindacali.

Come ha dichiarato Petrit Saracini, vocalist del gruppo, l'impegno dei "Reporters" è "dedicato a tutti i giornalisti, indipendentemente dal giornale per cui lavorano, per contribuire all'unità e alla solidarietà tra giornalisti, e per rendersi più forti di fronte alle tante difficoltà" che i giornalisti macedoni incontrano nel loro lavoro quotidiano.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe.