2 ottobre 2017

Anche OBC Transeuropa ha aderito al “Manifesto di Assisi” redatto da Articolo21, associazione che da più di quindici anni si batte per la libertà d’espressione e d’informazione

Un decalogo contro i muri mediatici, dieci punti da cui partire per opporsi al discorso d’odio. Si può riassumere così il “Manifesto” che l’associazione Articolo 21 ha approvato il 29 settembre scorso, in occasione della sua assemblea nazionale svoltasi ad Assisi. A partecipare alla due giorni, tra venerdì 29 e sabato 30 settembre, anche OBC Transeuropa, intervenuto per presentare uno dei suoi progetti dedicati alla libertà di stampa: il Resource Centre sulla libertà dei media.

"Il nostro Resource Centre è una ‘cassetta degli attrezzi’ per tematiche transnazionali, perché problemi come l’hate speech non conoscono confini", ha dichiarato Nicola Pedrazzi di OBCT. "Occupandosi da diciassette anni di paesi in viaggio verso l’Unione europea, OBCT conosce bene il ruolo che una libera informazione può svolgere nella costruzione di società sempre più aperte e democratiche. Per questo motivo aderiamo senza indugi a un decalogo di principi che sentiamo già nostri, e che non riteniamo solamente italiani".

"Il manifesto che sigliamo oggi non è un documento deontologico di una corporazione, ma un crogiuolo di voci diverse e aperto a tutti", ha dichiarato, nelle vesti di padrone di casa, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Giuseppe Giulietti. "I contenuti di questo decalogo non sono certo nuovi – ha proseguito –, anzi vengono da lontano, sono parenti di Carte e riflessioni che dovrebbero guidare il nostro lavoro di giornalisti; se oggi riproponiamo quei valori in questa forma è perché riteniamo che in questa nostra epoca tecnologica la responsabilità che si deve all’uso delle parole sia sempre più individuale, indipendentemente dalla professione che si svolge".

La lista degli intervenuti è disponibile a questo link. Di seguito riportiamo il testo integrale del “Manifesto” promosso da Articolo21 e dalla rivista “San Francesco”, che invitiamo a sottoscrivere e diffondere:

1. NON SCRIVERE DEGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTI FOSSE SCRITTO DI TE
Scrivere significa comunicare. Comunicare significa comprendere. L’ostilità rappresenta una barriera insormontabile per la comprensione.

2. NON TEMERE LE RETTIFICHE
Una corretta informazione lo è sempre. Lo è soprattutto quando si è onesti con i lettori. Non temere di dare una rettifica quando ti accorgi di aver sbagliato.

3. DAI VOCE AI PIÙ DEBOLI

Ricorda di dare voce a chi non ha altro possesso che la propria vita, difendi la tua identità ma rispetta sempre diversità e differenze.

4. IMPARA A “DARE I NUMERI”
Quando scrivi ricorda sempre di integrare le opinioni con tutti i dati utili a una corretta informazione.

5. LE PAROLE SONO PIETRE, USALE PER COSTRUIRE PONTI
Ricorda che le parole, se male utilizzate, possono ferire e uccidere; cancella dal tuo blog o dal tuo sito i messaggi di morte; denuncia gli squadristi da tastiera e cerca di costruire ponti scalando i muri della censura.

6. DIVENTA “SCORTA MEDIATICA” DELLA VERITÀ
Fatti portavoce di chi ha sete di pace, verità e giustizia sociale. Quando un cronista è minacciato da mafie e camorre riprendi il suo viaggio e non lasciarlo solo.

7. NON PENSARE DI ESSERE IL CENTRO DEL MONDO
Non credere di essere il fulcro dell’Universo, cerca piuttosto di illuminare con quello che scrivi le periferie del mondo e dello spirito.

8. IL WEB È UN BENE PREZIOSO. SFRUTTALO IN MODO CORRETTO
Ricorda che internet è rivoluzione, ma quello che scrivi è rivelazione di quello che sei.

9. CONNETTITI CON LE PERSONE
L’obiettivo finale non deve essere avere una rete fatta di fili, ma una rete fatta di fratelli.

10. PORTA IL MESSAGGIO NELLE NUOVE PIAZZE DIGITALI
San Francesco operò una rivoluzione, portando il messaggio dalle chiese alle piazze; oggi ricorda di incarnare una nuova rivoluzione portando il messaggio dalle piazze alle nuove agorà.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto