3 dicembre 2021
Filo spinato, Razbitnov Shutterstock

Un gruppo di soci dell’ASGI, nel corso di un sopralluogo al confine tra Grecia e Macedonia del Nord, nei pressi di Idomeni, ha subito un fermo da parte di  una pattuglia mista di poliziotti greci, polizia di frontiera e agenti di Frontex ed è stata costretta a fare ritorno a piedi in territorio macedone

Link: ASGI

Sabato 6 novembre 2021, la delegazione ha effettuato una visita al confine macedone-greco, sia dal lato macedone che nel territorio frontaliero greco. Dopo aver raggiunto e attraversato il valico di frontiera denominato Evzoni in taxi, munita dei necessari documenti per l’attraversamento della frontiera greca, la delegazione si è recata dapprima a Polykastro e, successivamente, ad Idomeni.

Raggiunta la piccola cittadina di Idomeni il gruppo ha effettuato un rapido sopralluogo esplorativo nei pressi della stazione ferroviaria, luogo strategico per comprendere e analizzare le dinamiche di attraversamento della frontiera, le violazioni e le procedure di push-back condotte dalle polizie di frontiera.  Dopo aver percorso alcune decine di metri lungo i binari che dalla stazione ferroviaria conducono verso la Macedonia del Nord e senza fare ingresso nella zona di transito visibilmente delimitata da una recinzione di filo spinato, la delegazione è tornata verso la stazione costeggiando la ferrovia. Mentre percorreva questo breve tratto, un agente che indossava l’uniforme di Frontex ha raggiunto il gruppo e ha chiesto i documenti e i motivi della visita in quel luogo. Subito dopo è apparso un agente della polizia greca il quale, con tono decisamente più alterato, ha chiesto spiegazioni della presenza in quel luogo, sostenendo che la delegazione si trovava in un’area militare e, dunque, interdetta, nonostante non ci fosse alcun cartello di interdizione al passaggio. 

Nel giro di pochissimi minuti una decina di agenti ha accerchiato il gruppo da più parti (almeno 3 agenti di Frontex, 1 agente con tuta mimetica nera e adesivo raffigurante un’aquila e almeno 3 poliziotti greci) e lo accusato di aver attraversato in modo irregolare la frontiera, nonostante il passaggio attraverso il valico, punto di attraversamento autorizzato, avrebbe potuto essere facilmente verificabile. Poco dopo è giunta sul posto una camionetta della polizia greca, blindata, con i vetri posteriori oscurati. Il gruppo è stato costretto a salire in malo modo; inoltre, i documenti di identità di tutti i componenti del gruppo sono stati trattenuti dalle forze di polizia senza che fosse fornita alcuna informazione circa le ragioni del fermo.

Il gruppo è stato condotto alla stazione locale di polizia all’interno della quale era presente anche una grande baracca con dei materassi posizionati a terra, dove sono stati rinchiusi sei migranti, evidentemente intercettati durante le operazioni di controllo della frontiera, fatti scendere dalla parte posteriore della medesima camionetta.  Dopo essere stata aggredita verbalmente anche dal poliziotto presente presso la stazione di polizia, la delegazione ha atteso nello spazio esterno antistante lo svolgimento dei controlli.

Malgrado la regolarità dei documenti d’identità per l’attraversamento della frontiera greca, i quattro cittadini italiani sono stati portati con la camionetta al valico di frontiera Evzoni, scortata da due autovetture di Frontex, sono stati costretti a lasciare il territorio dell’Unione Europea proseguendo a piedi fino al valico di frontiera in Macedonia del Nord.

ASGI denuncia il trattamento subito dai propri associati che, senza aver commesso alcuna violazione e con un atto di deliberata violenza, sono stati privati della propria libertà di movimento, senza ricevere alcuna spiegazione circa i motivi del fermo, nonostante le espresse e ripetute richieste al riguardo. 

ASGI esprime altresì sconcerto per le modalità illegittime utilizzate e per l’accompagnamento coatto di cittadini europei da uno stato dell’Unione ad un paese terzo.

Infine, questo episodio è un chiaro indicatore di quanto può accadere ai cittadini stranieri intercettati in quel tratto di frontiera, pertanto ASGI non può esimersi dal manifestare profonda preoccupazione per la violazione dei diritti e la sistematica violenza nei confronti di cittadini stranieri, anche in condizioni di vulnerabilità, da parte delle autorità europee. 

ASGI ha inviato una richiesta di chiarimenti al Parlamento Europeo, alla Commissione Europea, al Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, al Ministero dell’Interno, all’Ambasciata d’Italia in Atene, all’Agenzia della guardia di frontiera e costiera europea (Frontex), al Ministro delle Politiche europee.

La lettera alle autorità

Leggi il testo integrale della lettera inviata da ASGI alla Commissione europea, al Parlamento europeo, alla Commissione LIBE e all'Agenzia Frontex