La bandiera della Repubblica cecena dell'Ichkeria dipinta su di una fermata dell'atutobus nella Valle del Pankisi, Georgia - © Sulkhan Bordzikashvili/OC MEDIA

La bandiera della Repubblica cecena dell'Ichkeria dipinta su di una fermata dell'atutobus nella Valle del Pankisi, Georgia - © Sulkhan Bordzikashvili/OC MEDIA

Una recente controversia relativa ad un murales nella valle del Pankisi raffigurante una bandiera della Repubblica cecena dell’Ichkeria evidenzia le perduranti tensioni tra la comunità locale e le autorità georgiane, soprattutto dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia

04/06/2022 -  Luiza Mchedlishvili

(Pubblicato originariamente da OC Media il 2 giugno 2022)

Non capita tutti i giorni che un murales meriti un servizio speciale di 30 minuti su Rustavi 2, un importante canale televisivo georgiano di orientamento governativo.

Lo speciale, andato in onda il 7 maggio, ha riguardato un momento di forte tensione che ha preso avvio nel marzo 2022.  Quel mese, un gruppo di adolescenti ha dipinto con lo spray su una fermata dell'autobus di un villaggio nella Valle del Pankisi una bandiera verde, bianca e rossa. La bandiera, secondo il reportage, ha scatenato la costernazione della popolazione locale che l'ha considerata "eccessiva" e una "provocazione".

Si tratta della bandiera della Repubblica cecena di Ichkeria, Stato indipendente ceceno schiacciato dalla Federazione russa nel corso della Prima e della Seconda guerra cecena negli anni '90 e nei primi anni 2000. Il murales della bandiera non è del tutto fuori luogo nella Valle di Pankisi. Gli abitanti della valle sono principalmente Kist, una sotto-etnia cecena. Molti hanno parenti in Cecenia e altri sono profughi delle due guerre e simpatizzanti dell'Ichkeria.

Per molti, quella bandiera è un simbolo di libertà e di opposizione all'aggressione russa, e la reazione che il murales della bandiera ha scatenato tra le autorità locali è un segnale della perdurante discriminazione che la comunità kist affronta in Georgia, soprattutto sotto un governo che molti ritengono troppo accomodante nei confronti della Russia.

Non ci è voluto molto perché la bandiera venisse rapidamente cancellata dalla polizia, che l'aveva ricoperta di vernice rossa il giorno stesso. Poco dopo, gli adolescenti sono tornati e hanno dipinto nuovamente la bandiera, disegnando anche una bandiera ucraina accanto ad essa, per essere del tutto espliciti nel loro messaggio.

La mattina seguente, entrambe le bandiere erano state cancellate. Nel frattempo, la polizia aveva individuato gli autori del murales e li aveva interrogati minacciandoli di arresto.

I giovani, tuttavia, non si sono lasciati scoraggiare e hanno ridipinto le bandiere un'ultima volta. Questa volta la polizia non ha usato la vernice rossa. Al contrario, le bandiere sono state coperte con il dipinto di una bandiera georgiana.

È stato quest'ultimo atto a scatenare le ire di Sulkhan Bordzikashvili, attivista e giornalista di Tbilisi nato nella Valle del Pankisi.

“Immaginate se qualcuno coprisse la bandiera georgiana con un'altra, sarebbe percepita come una evidente provocazione", ha dichiarato a OC Media. “È sbagliato a priori coprire la bandiera di un paese. A quel punto ho avuto la certezza che si trattava di una provocazione [contro la comunità pro-Ichkeria dei Kist]".

Sulkhan ha quindi acquistato delle bandiere dell’Ichkeria e ha reso noto che sarebbe stato felice di distribuirle a chiunque nel Pankisi. “Meglio che gli adolescenti abbiano le bandiere a casa loro piuttosto che finire nei guai con la polizia per dei murales”, ha dichiarato nello spiegare l’iniziativa.

Tinatin Pareulidze, residente nella Valle del Pankisi e membro di “16° Elemento”, un gruppo di iniziativa civica per la costruzione della pace e la risoluzione dei conflitti, ha dichiarato a OС Media che il taglio dato dal servizio di Rustavi 2 sull'atteggiamento dei residenti nei confronti della bandiera dell'Ichkeria nel Pankisi è impreciso.

“La bandiera dell'Ichkeria è generalmente associata dai kist alla libertà e al coraggio, e la guerra in Ucraina ha suscitato queste emozioni tra la gente del posto e ha reso evidente a tutti [al di fuori di Pankisi] per cosa si combatte in Cecenia", ha spiegato. “Non vedo in questo fatto una minaccia di separatismo o di provocazione di un conflitto".

Una relazione travagliata

Tamta Mikeladze del Centro per la giustizia sociale sostiene che quanto sta avvenendo rappresenta un duro colpo per le relazioni tra i residenti del Pankisi e il governo centrale.

“Nella discussione pubblica attuale sono ben presenti i dubbi sulla politica estera del governo georgiano guidato da Sogno Georgiano, ci si chiede se si rispetti una qualsiasi moralità nell’approcciarsi al Cremlino o se si arriverà a sostenere una politica che sia in modo chiaro filo-occidentale, sono fondamentalmente presenti oggi in tutte le discussioni pubbliche. Posso dire che questa ansia e questi dubbi erano sorti nella Valle di Pankisi molto prima che nell’intera società georgiana".

Mikeladze afferma che nel Pankisi si è parlato subito della percezione di un orientamento politico filo-russo in Georgia, o della facilità con cui figure associate al capo della Cecenia Ramzan Kadyrov sono arrivate in Georgia, per ottenere sostegno nella Valle di Pankisi.

Secondo Mikeladze, gli abitanti del Pankisi non si sentono sicuri da molto tempo, soprattutto alla luce delle ripetute violenze dello stato nei loro confronti. “L'incidente con la bandiera non farà che aumentare questa sensazione”, sottolinea.

“Fin dalla gravissima operazione di polizia che ha portato alla morte di Temirlan Machalikashvili si è generata una forte sfiducia nel governo e nelle misure di sicurezza da esso adottate", aggiunge Tamta Mikeladze.

Temirlan Machalikashvili era un diciannovenne residente nella valle di Pankisi, ucciso nella casa di famiglia da una squadra di agenti del Servizio di sicurezza georgiano nel 2017. L’uccisione dell'adolescente, che i Servizi di sicurezza hanno affermato di sospettare di essere coinvolto in azioni terroristiche, è stata criticata sia dai gruppi attivi nel apese a difesa dei diritti e dal Difensore civico della Georgia.


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