
Il Rapporto sulla libertà dei media 2025 è il quarto rapporto annuale sulla libertà dei media nell'UE pubblicato da Civil Liberties Union for Europe (Liberties). Si basa su dati e contributi di organizzazioni associate e partner di Liberties e integra il Rapporto ombra stato di diritto
La libertà dei media, prima linea di difesa contro l’autoritarismo, è sempre più a rischio in tutta l’Unione Europea. È quanto emerge dal Rapporto Liberties sulla Libertà dei Media 2025 (Rapporto). I governi manipolano l’informazione dirottando fondi pubblici verso i media filogovernativi e trasformando i media di servizio pubblico in strumenti di propaganda; i giornalisti sono esposti a minacce e violenze, con un’incidenza particolarmente elevata sulle donne, e spesso si vedono negare l’accesso alle informazioni da parte delle istituzioni pubbliche. Inoltre, la scarsa trasparenza sulla proprietà dei media favorisce la concentrazione editoriale.
Il Rapporto, frutto della collaborazione di 43 organizzazioni per i diritti umani di 21 paesi dell'UE, coordinato dalla Civil Liberties Union for Europe (Liberties), evidenzia come le tendenze negative già documentate l’anno scorso si siano ulteriormente aggravate nel 2024, un anno segnato non solo dalle elezioni europee e dai conflitti regionali, ma anche dall'entrata in scena di un importante strumento legislativo: l’European Media Freedom Act (EMFA). Questo atto, pensato per contrastare molte delle minacce alla libertà dei media descritte nel Rapporto, entrerà pienamente in vigore nell’agosto 2025. Tuttavia, a fine 2024, molti Stati membri sembravano ancora impreparati – se non apertamente ostili – alla sua attuazione..
Le tendenze divergenti osservate nell’Europa centrale e orientale confermano il legame tra libertà dei media e stato di diritto. Mentre in Ungheria il controllo governativo sui media si è ulteriormente consolidato e anche la Slovacchia ha intrapreso la stessa strada, Polonia e Slovenia hanno intrapreso riforme per rafforzare l'indipendenza dei media e ridurre l'ingerenza politica. Queste traiettorie opposte dimostrano come la libertà di stampa sia al tempo stesso un indicatore e un motore della salute democratica.
Principali risultati
Sicurezza dei giornalisti/ Sorveglianza:
I giornalisti continuano a essere bersaglio di discorsi d’odio e aggressioni fisiche, specialmente durante manifestazioni legate al conflitto israelo-palestinese. In Francia, Germania, Grecia, Ungheria e Spagna, si sono registrati episodi di violenza da parte della polizia. Le giornaliste, in particolare in Bulgaria, Italia, Slovacchia e Svezia, sono state vittime di una quota sproporzionata di minacce e molestie. L’uso di spyware per sorvegliare i giornalisti, specie quelli esiliati da Russia e Bielorussia, resta un grave problema.
Interferenze statali:
Nel 2024 molti governi hanno continuato a influenzare l’informazione attraverso l'assegnazione opaca di fondi pubblicitari o favorendo i media vicini al governo (Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Malta, Slovenia e Spagna), nonché interferendo nella gestione dei media di servizio pubblico e/o degli organismi di regolamentazione.
Pluralismo dei media:
Il pluralismo è stato soffocato dall'elevata concentrazione della proprietà mediatica in Croazia, Francia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Svezia. Questo problema è aggravato dalla mancanza di trasparenza sulla proprietà dei media: nonostante l’EMFA richieda la creazione di database pubblicamente accessibili, molti Stati membri non li hanno ancora istituiti o non rispettano i requisiti previsti.
Accesso all'informazione:
In Bulgaria, Germania, Grecia, Malta, Paesi Bassi e Spagna, le autorità pubbliche hanno ostacolato il lavoro giornalistico negando o ritardando le risposte alle richieste di accesso agli atti.
SLAPP:
Le azioni giudiziarie pretestuose (SLAPP – Strategic Litigation Against Public Participation) restano una minaccia grave per la libertà di stampa, in particolare in Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Slovacchia e Slovenia. In Slovacchia, persino il primo ministro è stato promotore di una causa SLAPP contro un giornalista. Solo Malta ha già recepito la nuova Direttiva europea anti-SLAPP prima della scadenza prevista per il 7 maggio 2026.
Media di servizio pubblico:
Il servizio pubblico in Ungheria resta totalmente subordinato al governo, mentre modifiche legislative in Slovacchia hanno abolito le residue garanzie di indipendenza. Anche in paesi come Croazia, Grecia, Malta, Bulgaria e Italia, la gestione opaca dei finanziamenti e il controllo governativo sulle strutture gestionali rendono i servizi di informazione pubblica vulnerabili a pressioni politiche, compromettendone l’autonomia.
Jonathan Day, curatore principale del Rapporto e responsabile advocacy presso la Civil Liberties Union for Europe, ha dichiarato:
"La libertà e il pluralismo dei media sono in una crisi sempre più profonda nell'Unione Europea. Nonostante alcuni casi di progresso nel 2024, nella maggior parte dei paesi le tendenze negative che abbiamo osservato negli anni precedenti continuano. Non è una sorpresa: i governi che mirano a indebolire lo stato di diritto iniziano quasi sempre tentando di controllare il panorama mediatico nazionale. E il principale tentativo dell'UE di tutelare la libertà dei media – l'European Media Freedom Act – incontra già resistenze ancora prima della sua piena entrata in vigore. I risultati di questo rapporto dovrebbero suonare come campanello d'allarme per la Commissione Europea: l'efficacia dell'applicazione di questa legge potrebbe determinare la sopravvivenza della libertà dei media in alcuni Stati membri.”