Nonostante abbia aderito all’Unione europea oltre dieci anni fa, la Croazia fatica a soddisfare gli standard UE per la protezione ambientale, in particolare nella raccolta, gestione e trattamento dell’acqua e dei rifiuti
Per sostenere gli sforzi della Croazia a livello locale, la Commissione europea, nel marzo 2024, ha approvato un finanziamento di quasi 39 milioni di Euro per l’ammodernamento e il miglioramento del processo di raccolta e trattamento delle acque reflue a Velika Gorica, pochi chilometri a sud di Zagabria. Il progetto fa parte del programma della politica di coesione 2021-2027, in cui si prevede che verranno investiti 16,9 miliardi di Euro per sostenere l’accesso all’acqua e la sua gestione sostenibile. Di questa cifra, 13,2 miliardi provengono dall’UE e rappresentano il 3% del finanziamento totale della politica di coesione.
Il progetto Velika Gorica fornirà alla Croazia un sostegno cruciale per adempiere a determinati obblighi previsti dalla Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (UWWTD). Gli attuali impianti di trattamento di Velika Gorica non soddisfano i requisiti legali per la raccolta e il trattamento biologico delle acque reflue e, come specificato nel bando del progetto, non sono in grado “di gestire i flussi esistenti, il che si traduce in acque reflue non trattate che vengono scaricate in un vicino fiume".
Questa situazione fa parte di un problema più ampio, poiché solo il 7% delle acque reflue urbane croate viene trattato secondo i requisiti dell’UWWTD, molto al di sotto della media UE del 76%. Inoltre, secondo la Commissione, “il 93% delle acque reflue urbane in Croazia non viene raccolto e/o non soddisfa i requisiti per il trattamento biologico”.
L'UWWTD è stata adottata nel 1991 con l'obiettivo di “proteggere l'ambiente dagli effetti negativi degli scarichi di acque reflue provenienti da fonti urbane e da industrie specifiche”. Le acque reflue urbane rappresentano una delle più comuni fonti di inquinamento idrico. Se trattate correttamente, la materia organica, il fosforo, l'azoto e altre sostanze chimiche dannose vengono rimosse dall'acqua. Sebbene oltre il 90% delle acque reflue urbane sia in linea con gli standard UE, 10 milioni di europei non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari di base.
Sebbene la Croazia, secondo il trattato di adesione, fosse tenuta ad adempiere agli obblighi previsti dalla direttiva entro il 2023, l’UE ha approvato un accordo provvisorio su una proposta di revisione. Questo accordo ha concesso ai paesi recentemente ammessi come Romania, Bulgaria e Croazia il tempo di implementare le direttive attuali, anziché la nuova proposta di gennaio 2024. Mentre gli Stati membri devono conformarsi alla nuova direttiva entro il 31 dicembre 2035, i paesi sopra menzionati possono derogare il termine per un massimo di 12-14 anni a seconda delle circostanze specifiche.
Il progetto Velika Gorica servirà quasi 76.000 abitanti e consisterà di 106 chilometri di rete fognaria sotterranea, 18 chilometri di fognature a pressione e 39 stazioni di pompaggio. Sebbene la Croazia debba ancora apportare dei miglioramenti per conformarsi pienamente agli standard europei sulla raccolta e il trattamento dell’acqua, i fondi di coesione stanno contribuendo a sostenere questi sforzi e a colmare tale lacuna.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!
blog comments powered by