Cipro dopo la vittoria della destra nazionalista nella parte turca dell'isola. I rischi per l'approccio federalista sostenuto dal presidente Talat, l'incognita dell'economia sui negoziati di riunificazione. I commenti

05/05/2009 -  Alberto Tetta Istanbul

I cittadini della Repubblica Turca di Cipro Nord, premiando la destra nazionalista, hanno punito il Partito Turco Republicano (CTP) del presidente Mehmet Ali Talat per non aver saputo risollevare l'economia del paese, in crisi a causa dell'embargo internazionale e della crisi economica. Le analisi sul voto turco-cipriota del 19 aprile scorso tuttavia, oltre a sottolineare il peso della contingenza economica, mettono in rilievo come questa consultazione elettorale avrà conseguenze sulla politica interna turca e sulle trattative per l'entrata del paese anatolico nell'Unione Europea ma, soprattutto, sul negoziato per la riunificazione di Cipro.

Secondo i dati ufficiali, trasmessi dalla televisione turca NTV, il Partito dell'Unione Nazionale (UBP), guidato da Derviş Eroğlu, ha ottenuto il 44% dei voti, conquistando la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Il CTP, prima al governo, ha raccolto invece solo il 29,1% dei consensi, con una flessione negativa del 9% rispetto alle politiche del 2005. Altri tre partiti hanno superato lo sbarramento del 5% necessario per conquistare una maggioranza parlamentare: il Partito Democratico (DP), guidato da Serdar Denktaş, figlio dell'ex presidente dell'UBP Rauf Denktaş, con il 10,6%; il Partito Democratico Sociale (TDP) di sinistra, con il 6,8%; Libertà e Riforma, con il 6,3%. Al voto si è recato l'81% degli aventi diritto.

Derviş Eroğlu, segretario dell'UBP, sarà quindi incaricato dal Presidente della Repubblica Talat di formare il nuovo governo. Se è chiaro che l'UBP guiderà il governo, non è ancora sicuro se i dirigenti del partito decideranno di coalizzarsi con altre formazioni politiche o di fare affidamento solo sulle proprie forze. Il partito di Eroğlu gode infatti di una maggioranza risicata, per quanto assoluta, potendo contare solo su 26 parlamentari su 50; il sostegno di un altro partito renderebbe di certo il governo più stabile.

Sebbene molti commentatori internazionali, tra i quali il Daily Telegraph, abbiano parlato della vittoria dei nazionalisti a Cipro Nord come di un "duro colpo al processo di pace", per ora i dirigenti del partito vincente hanno dichiarato che hanno fiducia nel presidente Talat e che il dialogo con l'omologo greco-cipriota Dimitiris Christofyas deve continuare. Secondo quanto riportato dall'agenzia turca Bianet, il leader dell'UBP Eroğlu ha dichiarato dopo il voto: "Sosteniamo il nostro presidente Mehmet Ali Talat come capo mediatore durante i negoziati che si stanno svolgendo. Discuteremo della questione cipriota in dettaglio con la madrepatria turca e agiremo in maniera unitaria e coordinata per proseguire i negoziati."

Rauf Denktaş, dell'UBP, ex presidente della Repubblica Turca di Cipro Nord (RTCN) e tra i più importanti uomini politici turco-ciprioti, ha criticato apertamente l'idea di una soluzione federale per Cipro, ipotesi invece caldeggiata da Talat. Nelle ore immediatamente successive al voto ha infatti dichiarato: "Aspettiamo di vedere come si comporterà il nuovo governo. Aspettiamo le dichiarazioni del presidente, e valuteremo come lavoreranno assieme. Se si continua a parlare di un unico paese per un unico popolo, un unico stato, un'unica terra eccetera, allora il percorso sarà in salita."

Mehmet Ali Talat

Il presidente Talat, senza mettere in discussione il suo approccio federalista, ha mantenuto un basso profilo conscio del fatto che, senza l'appoggio dell'UBP e quindi del nuovo governo, i negoziati fallirebbero. Secondo Talat "la cosa più importante ora è capire che posizione assumerà il nuovo governo rispetto ai negoziati. Se il governo sostiene il nostro approccio non ci saranno problemi, se questo però non accade, avrà luogo un conflitto istituzionale."

I negoziati quindi proseguiranno, ma Talat e Christofyas hanno poco tempo per fare i passi avanti necessari a risolvere la questione cipriota in modo da convincere i rispettivi popoli che la riunificazione è l'unica strada percorribile. L'anno prossimo infatti i turco-ciprioti torneranno di nuovo alle urne per eleggere il presidente della Repubblica e, se fosse di nuovo la destra a prevalere, sarebbe difficile pensare che i negoziati possano avere successo.

Il CTP di Talat però, per tornare a vincere, oltre che all'impegno in politica estera deve dimostrare di essere in grado di risolvere i problemi economici dei turco-ciprioti. Come sostiene Klaus Jurgens, sul turco Today's Zaman, "sia il CTP che l'UBP hanno cercato in tutti i modi di rimettere in sesto l'economia locale, dimenticando però che l'unico modo di riuscirci è la riunificazione. Le analisi del voto saranno incentrate sul perché gli elettori hanno deciso che la promessa di un'isola unificata non era sufficiente per conquistare il loro voto. Anche le promesse non mantenute da parte di Bruxelles e un clima generale di incertezza economica, però, hanno un ruolo importante. Questo risultato mostra che i politici turco-ciprioti non sono riusciti a spiegare agli elettori che queste questioni sono connesse tra loro."

Talat e Christofyas si sono già incontrati varie volte a partire dall'11 settembre 2008. In questi incontri si è discusso di sette problemi fondamentali relativi alla nuova Cipro unita: il sistema politico, la rappresentanza nelle istituzioni dei diversi gruppi etnici, la politica estera, la presenza di 30mila militari turchi nella parte settentrionale dell'isola, la politica di sviluppo economico, il risarcimento delle proprietà confiscate in seguito all'intervento militare turco e la costituzione di una banca centrale.

Il 21 aprile, subito dopo le elezioni, Talat e Christofyas si sono incontrati nuovamente per aprire il capitolo del negoziato relativo all'economia della nuova Cipro unificata. Il presidente turco-cipriota ha rassicurato in questa occasione il suo interlocutore riguardo al proseguimento dei negoziati, dichiarando che l'affermazione della destra nazionalista non determinerà un cambiamento nel suo approccio alle trattative. Il prossimo incontro è stato fissato per oggi.

Il percorso verso la riunificazione dell'isola è ancora lungo, ma il tempo per ottenere risultati decisivi è limitato, Talat ha poco tempo per dimostrare ai turco-ciprioti che la riunificazione è indispensabile e che lui è l'unico mediatore che ha davvero le carte in regola per portare a termine il negoziato con successo. L'UBP dal canto suo potrebbe mitigare la sua storica avversione al negoziato e accettare che la riunificazione è un processo inevitabile appoggiando il Presidente della Repubblica. Se ciò non avvenisse sarebbe davvero come ha pronosticato il cipriota Yenidüzen gazetesi un "ritorno al passato".

Leggi la nostra intervista al presidente Talat


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