Difendere la libertà di amarsi, anche con persone dello stesso sesso. Per la Chiesa ortodossa autocefala di Cipro, una posizione che vale la condanna e la scomunica

09/11/2015 -  Gilda Lyghounis

“Eppur si muove”? No, “Eppur si amano”. Al posto del famoso commento di Galileo Galilei, sussurrato dopo la sua abiura davanti al Tribunale della Santa Inquisizione quattro secoli fa, al teologo cipriota Andreas Pitsillidis, classe 1977, non resta che continuare a difendere a spada tratta le sue idee eretiche o bofonchiare “eppur si amano” a testa bassa.

Ricapitoliamo. Nell’anno di grazia 1633 per lo scienziato fiorentino si trattava di rinunciare alle proprie scoperte sul movimento dei corpi celesti, oggi, invece, per Andrea Pitsillidis, teologo cipriota, studi biblici iniziati con una laurea all’università di Atene e poi proseguiti con un master al Trinity College di Cambridge, sarebbe bastato cambiare le proprie opinioni sui movimenti (erotici) dei corpi umani. In particolare delle mortali spoglie appartenenti allo stesso sesso. Non ha forse detto anche Papa Francesco, riferendosi all’amore omosessuale “Chi sono io per giudicare?”.

Il Sacro Sinodo della Chiesa autocefala di Cipro, una delle Chiese ortodosse che afferiscono al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ma che sono amministrativamente indipendenti, invece, il 2 ottobre scorso è stato molto meno comprensivo. Pitsillidis ha sostenuto fin dal 2013 a più riprese, in interviste televisive ed interventi sui giornali nel suo ruolo di ex eurodeputato del movimento progressista Dysi, che l’amore gay ha le sue radici nel Dna. Non solo: che l’aborto non sarebbe reato prima del terzo mese. E che l’istituto matrimoniale risalirebbe solo all’VIII secolo d.C. Apriti cielo. 

Scomunica per il teologo, Inferno per gli omosessuali

Intendiamoci, nessuno aveva chiesto alla Chiesa dei popi ciprioti di accettare l’omosessualità nella propria dottrina. Pitsillidis aveva solo espresso il suo appoggio e la sua comprensione alla causa pro-gay. Risultato? Il Sacro Sinodo di Cipro, composto da cinque metropoliti delle cinque diocesi dell’isola, si è riunito e ha scagliato il suo anatema. Quel teologo andava scomunicato, escluso dal gregge cristiano per proteggere le pecorelle stesse dai fuorvianti insegnamenti di un “ragazzino impertinente” come l’aveva già definito l’arcivescovo Ieronimo. Pitsillidis in passato ha insegnato come assistente alla facoltà di Teologia di Atene ed ora è nelle liste di aspiranti professori di religione nelle scuole pubbliche cipriote. Difficile che dopo l’anatema arcivescovile il locale ministero della Cultura gli affidi una classe di bambini o adolescenti.

Anche perché, per rincarare la dose, il Sacro Sinodo ha chiamato a raccolta nel suo testo di scomunica i biblici peccati di Sodoma e Gomorra. Ricordando agli omosessuali che la loro destinazione finale sarà l’Inferno.

Pitsillidis ha reagito alla scomunica, che non lo condanna alla prigione o alla tortura - come avvenne per Galileo e compagni ai tempi dell’Inquisizione romana - ma gli vieta l’accostarsi ai sacri misteri come la comunione e la messa fino a suo “completo pentimento e richiesta di umili scuse alla comunità ortodossa”, annunciando che non riconosce l’autorità del Sacro Sinodo cipriota e che si rivolgerà direttamente al Patriarca ecumenico di Costantinopoli, il Papa ortodosso che guida i circa 300 milioni di cristiani d’Oriente divisi in una decina di Chiese autocefale. Ma già in Passato il Patriarca ecumenico Bartolomeo non ha voluto ingerire nelle decisioni di singole Chiese ortodosse, da quella potentissima di Mosca a quella antichissima nella propria indipendenza di Cipro, che era stata dichiarata autocefala addirittura con una bolla dell’allora imperatore di Bisanzio nel V secolo d.C.

A Pitsillidis, insomma, forse non resta che continuare a sostenere “Eppur si amano”, riferito gli omosessuali: appoggiato da tutti i partiti della sinistra cipriota, compresi i potenti comunisti di Akel, che gli hanno offerto di candidarsi con loro alle prossime elezioni amministrative nell’isola e hanno parlato nel suo caso di “Ritorno al Medioevo”.


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