Alla stazione di Sofia - © Novikov Aleksey/Shutterstock

Alla stazione di Sofia - © Novikov Aleksey/Shutterstock

Grazie ai fondi di coesione Ue, la Bulgaria sta attivando e portando a termine numerosi progetti per rinnovare la propria rete ferroviaria. Sui lavori si staglia però l’ombra della corruzione e la possibilità che, in passato, parte dei fondi siano stati usati in maniera impropria

17/01/2024 -  Maura Madeddu

Nelle ultime settimane, due comunicati della Commissione Europea hanno fatto il punto sulle recenti novità sull’uso dei fondi dalla politica di coesione dell’Unione destinati alla Bulgaria. La politica di coesione mira a contrastare le disparità economiche, sociali e territoriali tra le diverse regioni dell’Unione europea con l’assegnazione di risorse finanziarie per il raggiungimento di diversi obiettivi. A beneficiare maggiormente di queste risorse sono i paesi e le regioni meno sviluppati, tra le quali la Bulgaria. 

Per il settennato in corso (2021-2027), la Commissione Europea ha previsto per Sofia un investimento di 11 miliardi di euro, destinati, tra le altre cose, all’ammodernamento del sistema di infrastrutture nel paese.

La rinnovata attenzione alle infrastrutture ferroviarie bulgare deriva anche dalla necessità di adeguarsi ai livelli di efficienza del sistema di trasporto europeo, incrementando la velocità di viaggio nel paese. 

L’obiettivo è duplice: da un lato, quello di rendere i 4700 chilometri di rete ferroviaria che attraversano la Bulgaria più sicuri; dall’altro, quello di avvicinarsi all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, anno entro il quale tutti i lavori di ammodernamento e realizzazione della rete ferroviaria nei territori dell’Ue dovranno essere conclusi.

Le nuove opere ferroviarie

In questo filone di investimenti si inseriscono i due comunicati citati in precedenza. A fine ottobre sono stati inaugurati i lavori per ammodernare la linea ferroviaria che collega Sofia a Plovdiv nel tratto tra Elin Pelin, città situata circa trenta chilometri a est della capitale, e Kostenets, al centro del paese. 

Sofia e Plovdiv sono le due città più attive della Bulgaria, e i lavori sulla tratta Elin Pelin-Kostenets giocheranno un ruolo chiave nello stimolare la crescita economica nel paese, facilitando la circolazione delle persone e delle merci. Un progetto di questa portata mira anche ad allineare il sistema ferroviario bulgaro agli standard europei, ad esempio con l’installazione di sistemi di segnalazione all’avanguardia e costruendo o ristrutturando 24 tra ponti e viadotti. 

La cerimonia di apertura dei lavori, tenuta il 30 ottobre scorso a Ihtiman, ha visto la partecipazione di rappresentanti del governo e dell’autorità ferroviaria bulgari, e dei vari soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto.

Nello stesso settore l’Ue ha finanziato anche il rinnovamento della stazione dei treni di Stara Zagora, situata a 230 chilometri da Sofia. L’intervento ha previsto il completo rifacimento della stazione, dalla sua struttura architettonica fino alla sostituzione degli impianti elettrici, idrici e fognari. Oltre a migliorare le condizioni di viaggio per i passeggeri e quelle di lavoro per gli addetti, gli interventi cofinanziati con i fondi di coesione hanno contribuito a migliorare l’immagine del sistema ferroviario bulgaro, introducendo una gestione degli spazi più efficiente da un punto di vista energetico e con una rinnovata attenzione anche all’accessibilità delle strutture per persone svantaggiate e con disabilità.

L’ombra della corruzione

La Bulgaria è però da qualche mese al centro delle indagini condotte dalla Procuratrice Capo della Procura Europea Laura Codruța Kövesi sul presunto utilizzo improprio dei fondi di coesione destinati nel settennato in corso alla Bulgaria per i progetti legati sia alla modernizzazione del sistema ferroviario che all’efficientamento energetico del paese. 

L’indagine, portata avanti insieme all’Ufficio europeo per la lotta antifrode , è stata avviata per presunte irregolarità in un progetto di infrastrutture ferroviarie, nello specifico nelle procedure per l’appalto e l’attuazione dei progetti. 

La notizia di nuove indagini sulla possibile appropriazione indebita di fondi europei nel paese è arrivata dopo anni di denunce da parte della società civile bulgara: nel 2020 il Centro per gli Studi della Democrazia di Sofia aveva affermato che il 15% dei fondi europei destinati alla Bulgaria erano sistematicamente oggetto di appropriazione indebita. 

La Procura Europea sta indagando ad ampio raggio, stima danni per circa 492 milioni di euro e sta indagando anche su presunti atti di riciclaggio e trasferimenti fittizi di denaro, che si sono poi tradotti nel prelievo di più di 2.5 milioni di euro in contanti da parte di individui con trascorsi criminali. 

Quello della corruzione non è purtroppo un fenomeno nuovo in Bulgaria: secondo Transparency International , nel 2021 il 19% degli intervistati aveva pagato una tangente per usufruire di servizi pubblici, e il 48% degli intervistati ha percepito un aumento nei livelli di corruzione del paese. 

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"


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