Marko Vidojković © Buka Magazin

Marko Vidojković © Buka Magazin

Lo scrittore serbo Marko Vidojković ha inventato per il portale di Banja Luka "Buka" un ironico dialogo tra un'ipotetica maestra e gli alunni di una prima elementare della Republika Srpska. Oggetto del dialogo la sentenza di condanna all'ergastolo per crimini di guerra dell'ex generale Ratko Mladić

17/06/2021 -  Marko Vidojković

(Originariamente pubblicato dal portale Buka , il 15 giugno 2021)

Bambini, tra poco inizierete la prima elementare, è ora che impariate questa lezione. Il generale Ratko Mladić è stato condannato all’ergastolo. Qual è la vostra reazione?

“Ratko Mladić, eroe serbo!”

“Coltello, filo spinato, Srebrenica!”

“Una congiura di uomini-lucertola contro i serbi!”

Piano, piano bambini, sapevo che questo tema vi avrebbe turbati. Andiamo con ordine. Cosa accadde a Srebrenica nel luglio del 1995?

“Niente!”

“Non lo so!”

“Fu liberata dal giogo dei balija [termine dispregiativo per indicare i musulmani bosniaci]!”

“Viva il generale Mladić!”

Bambini, avete mai sentito che lì fu commesso un genocidio contro la popolazione di fede musulmana?

“È una menzogna!”

“Ad ogni serbo che dice che a Srebrenica ci fu un genocidio deve essere tagliata la gola, almeno sul web!”

“A Srebrenica fu commesso un genocidio, ma contro i serbi! Poi i balija vennero giustiziati senza indugio!”

Perica, questa è la risposta più originale che io abbia mai sentito.

“Me lo ha raccontato mio nonno. Dice di essersi salvato per un soffio fuggendo inseguito dai balija coi pugnali”.

Davvero? Cos’altro dice?

“Sì! Dice: i miei colleghi e io da soli, e davanti a noi dieci balija. E noi spariamo! Poi ne arrivano altri dieci! E noi spariamo! Poi altri dieci! Spariamo! Così i balija continuarono ad attaccarli per tutto il giorno, dice il nonno, si erano accaniti così tanto che dovette venire un altro gruppo per difendersi…”.

Bambini, a Srebrenica fu commesso un crimine di massa ai danni della popolazione maschile di fede musulmana. Questo crimine accadde nel luglio 1995, subito dopo la presa di Srebrenica…

“La liberazione!”

Fate silenzio laggiù nell’ultimo banco, vi manderò dall’ambasciatore americano! Vennero uccisi persino i ragazzi. Questo crimine fu compiuto dalle truppe dello zio Ratko Mladić. Secondo voi, quante persone vi furono fucilate?

“Tre!”

“Cinque!”

“È una domanda tranello! Non fu fucilato nessuno!”

Vennero fucilati oltre ottomila uomini, anziani e ragazzi.

“Cifre gonfiate!”

“Le fosse comuni furono riaperte e spostate, per far sembrare che ci fossero più cadaveri!”

Le fosse comuni furono sì riaperte e spostate, ma per nascondere i cadaveri, dopo l’avvio di un’indagine internazionale su questo crimine. Anche questo lo fecero i soldati dello zio Ratko Mladić. Le vittime furono oltre ottomila.

“Tremila al massimo! Tutti combattenti di Alija! [il riferimento è ad Alija Izetbegović, presidente della Bosnia Erzegovina dal 1990 al 1996, ndt]”

“Armati fino ai denti, lanciano un’offensiva, eh eh, è solo colpa loro se abbiamo messo la mitragliatrice nel posto giusto…”.

Non avete ragione, bambini. Erano tutti inermi. Venivano ammassati e suddivisi in gruppi, e poi, con le mani legate, venivano trasportati con gli autobus al luogo dell’esecuzione, dove venivano fucilati, nella maggior parte dei casi con un colpo alla schiena. I bambini provenienti dalla Serbia troveranno curioso sapere che la maggior parte degli autobus usati per trasportare le vittime di Srebrenica era di proprietà delle aziende di autotrasporti della Serbia occidentale. Oltre ottomila, ve lo dico. Posso leggervi anche il numero esatto, ma per voi non avrebbe alcun significato, perché siete bambini.

“Sciocchezze! Eccoli tutti a Tuzla! Brindano agli autosciovinisti serbi!”

“I balija non erano riusciti a inventare tanti nomi quanti bisognava inventarne per elencare tutte le presunte vittime! Di nomi duplicati ce ne sono quanti ne vuoi!”

È inutile dire stupidaggini, bambini, i fatti dimostrano che furono uccisi oltre ottomila civili. Il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha definito questo crimine come genocidio.

“Se avessero ucciso donne e bambini, allora sarebbe stato un genocidio! Provarono invece pietà, donne e bambini sopravvissero, e ciononostante ci accusano di essere un popolo incline al genocidio!”

“E dicono che la Republika Srpska è fondata sul genocidio, ma non facciamoci ingannare! Se dovessero fregarci insistendo sul fatto che quanto accadde a Srebrenica fu un genocidio, la Republika Srpska scomparirà!”

Se ci aveste riflettuto prima, ora non vi tormenterebbero questi pensieri bui, che vi faranno fare brutti sogni, soprattutto se prima di andare a dormire doveste bere un bicchierino di rakija calda.

Bambini, nessun popolo è incline al genocidio, non siate stupidi, non siete poi tanto piccoli. I criminali e gli assassini – quelli che sono i veri responsabili del genocidio di Srebrenica – stanno cercando di ingannarvi. Sono loro a voler attribuire al popolo serbo una colpa collettiva per il genocidio.

“Maestra, la smetta di ripetere ‘genocidio’! Questa parola mi fa venire il mal d’orecchio, e poi mi fa male tutta la testa!”

“Anche a me!”

“Anche a me!”

“Sì, la smetta di tormentarci!”

Ma bambini, non sono stata io a stabilire che [a Srebrenica] ci fu un genocidio, bensì il Tribunale internazionale all’Aja. Un tribunale riconosciuto da tutti i paesi del mondo, un tribunale…

“Un tribunale sconfitto dal voivoda (duce) Šešelj, hahaha!”

“Hahaha, viva il voivoda Šešelj!”

Quindi, la sentenza nei confronti di Vojislav Šešelj vi piace?

“L’importante è che il voivoda sia libero, così può portarci ancora una volta dall’altra parte della Drina. Nella battaglia finale”.

Ve lo dico subito, questo non accadrà mai. Non fatevi manipolare da quella feccia.

“Va bene, non deve portarci Šešelj, ma la battaglia comunque ci sarà, ci sarà, ci sarà, per unire la Republika Srpska alla Serbia”.

Non ci sarà alcuna battaglia, né unificazione, potete solo perdere la Republika Srpska, se doveste fare troppe ripicche. Chissà, forse l’avete già persa, ma nessuno ve lo ha detto.

“Maestra, io ho paura!”

“Maestra, la denunceremo per terrorismo psicologico!”

Va bene, non ne parlo più; dopotutto, il nostro tema è il genocidio di Srebrenica…

“Aaaaaaa!”

“Ah, le mie orecchie stanno sanguinando!”

Pensateci un attimo, non sarebbe bello se in Bosnia Erzegovina non ci fossero confini etnici, se l’appartenenza etnica e religiosa non importasse, se la società fosse democratica e civile?

“Attenzione, attenzione, propaganda musulmana…”.

“Hahahahahaha!”

“Hahahahahaha”

Pensate che tale stato non sarebbe nell’interesse dei serbi?

“Tale stato è impossibile! Approfitterebbero della prima occasione per compiere un genocidio contro di noi”

“Perché cazzo abbiamo aspettato venticinque anni…”

Perica, attento al linguaggio!

“Che cavolo abbiamo aspettato per venticinque anni, ora siamo costretti a mescolarci con i balija e gli ustascia. Ecco, chiedete loro. Anche loro la pensano così. Non hanno affatto bisogno di noi, vogliono solo il nostro paese, per popolarlo di migranti!”

“È vero, è vero! Siamo fottuti!”

Mirjana, da te queste parole non me le aspettavo. Ma la si può mettere anche così, soprattutto se osservi l’intera vicenda dalla prospettiva di uno sciovinista serbo. Allora, avete qualche domanda da farmi? Io ne ho già fatte abbastanza.

“Sì. Cosa sta succedendo con i crimini contro la popolazione serba?”

“Naser Orić e i suoi battaglioni della morte!”

“Campi di concentramento per i serbi, villaggi bruciati!”

“Perché loro non vengono processati?”

Perché hanno vinto la guerra contro di voi.

“Ma no, abbiamo vinto noi!”

“Senti, abbiamo vinto noi!”

Non avete vinto, bambini. Dopo le operazioni “Bljesak” e “Oluja”, l’intera popolazione della Repubblica serba di Krajina, ad eccezione della regione danubiana (Podunavlje), fuggì in Serbia. Durante l’estate e l’autunno del 1995 le forze bosgnacche e croate, con l’aiuto della Nato, intrapresero un’offensiva contro la Republika Srpska. I soldati dello zio Ratko Mladić e i volontari di guerra provenienti dalla Serbia non capivano cosa stesse accadendo. La zona occidentale del territorio serbo diminuiva sempre di più ed era solo questione di tempo prima che cadesse Banja Luka.

“Oh, maestra, e poi cos’è successo?!”

Volendo usare un linguaggio da bambini, i soldati guidati dallo zio Ratko Mladić gridarono: “Aiuto, smettetela, per favore! Vogliamo negoziare”. E allora, durante i negoziati, svoltisi nella base aerea di Wright-Patterson, in Ohio, crearono una Bosnia Erzegovina composta da cantoni, in cui c’è anche l’entità della Republika Srpska, ma è come se non ci fosse, perché è inglobata all’interno della Bosnia, perché i serbo-bosniaci, ripeto, hanno perso la guerra. [La Republika Srpska] può intrattenere rapporti privilegiati, in ambito culturale e artistico, con la Serbia; ma non è un’entità unitaria, a causa del distretto di Brčko che fu creato proprio per impedire che la Republika Srpska diventasse un’entità unitaria. Allora, se hai iniziato la guerra per non dover rimanere in Bosnia e poi alla fine della guerra sei stato costretto a rimanere in Bosnia, hai vinto o perso la guerra? Cosa ne pensate, bambini?

(rispondono mestamente) “Perso”.

Esatto, hai perso la guerra. Eppure, hai costruito i campi di concentramento per la popolazione non serba. Hai tenuto Sarajevo sotto assedio per 1423 giorni. Hai bruciato villaggi. Hai commesso il genocidio di Srebrenica.

“Ah!”

“La smetta!”

Sto solo cercando di insegnarvi la storia, cari bambini. E nella storia non c’è posto per ‘uh’ e ‘ah’. Quanto più singhiozzate, tanto peggio per voi. Quindi, è per questo che ad essere processati sono perlopiù i serbi. Per lo stesso motivo per cui a Norimberga furono processati solo i tedeschi. Per quanto ne sappia io, nessuno è mai stato processato per Hiroshima e Nagasaki. È già un miracolo che ci siano stati altri processi, ma se date un’occhiata alle percentuali, è chiaro cosa sta accadendo e chi viene processato. Ma i russi non fanno che lagnarsi, e allora quegli altri devono indietreggiare un po’ per far credere ai russi di aver ottenuto qualcosa. La stessa cosa accadde nel 1999. Ma ne parleremo un’altra volta. Non siate tristi, bambini. L’unica cosa che può salvare voi e il vostro paese, la Bosnia Erzegovina, è un cambio di prospettiva, dall’etnico al civile. Lo stesso vale per tutti i popoli. O faranno qualcosa con quel quasi-stato, che ormai da decenni si trova in un abisso, o non ci rimarrà più nessuno, tranne i migranti. In entrambe le entità. La prossima volta parleremo della Seconda guerra mondiale.

“Evviva, i cetnici!”

“Quelle komunjare [termine spregiativo per indicare i comunisti] di merda, sono i più grandi criminali di guerra!”

“Fucilarono mio nonno solo perché era uno scribacchino nell’amministrazione di Nedić, va bene, era ministro, ma poco importa. Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per salvare il popolo!”

(i bambini cantano spontaneamente) “Da Topola, da Topola, alla Ravna Gooora…”


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