Si apre oggi il Festival del cinema di Cannes. E non è più una sorpresa che siano molti i film di registi rumeni a trovare spazio nelle varie rassegne. Tra i più attesi “Autobiografia di Nicolae Ceausescu” di Andrei Ujică

12/05/2010 -  Nicola Falcinella

C’è tanta Romania al 63° Festival del cinema di Cannes in programma fino a domenica 23 maggio. Il festival - che ha lanciato e consacrato il nuovo cinema romeno, dando la ribalta a quasi tutti i suoi lavori migliori dal 2005 in poi e soprattutto con la Palma d’oro 2007 a “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” di Cristian Mungiu - ha selezionato ben tre lavori da Bucarest, collocandoli però tutti fuori dalla corsa per le palme. Nella sezione “Hors Competition” è stato collocato l’atteso “Autobiografia di Nicolae Ceausescu” di Andrei Ujică.

Tre ore di documentario usando le immagini ufficiali della tv romena. Si parte dalle più celebri, che lo vedono in un un’aula di tribunale. Da lì un salto indietro nella sua vita, una sorta di dramma storico con un sapore teatrale: ma tutto vero. E scoprire, come annunciano le note di produzione, che “l’accusato non è né Giovanna d’Arco né Alfred Dreyfus”. Un lavoro che farà discutere sia per il tema trattato, ancora poco esplorato, sia per le modalità originali del racconto.

Radu Muntean, autore già dei notevoli “The Paper Will Be Blue” e “Boogie”, affronta il dissidio amoroso in “Marti, Dupa Craciun - Martedì, dopo Natale” con Dragos Bucur, Maria Popistasu, Victor Rebengiuc e Mimi Branescu. Il protagonista Paul Hanganu (Branescu) ama due donne. Con Adriana, sua moglie e madre di sua figlia, ha condiviso le emozioni degli ultimi dieci anni, mentre Raluca è colei che gli ha dato una nuova immagine di se stesso. Però l’uomo deve lasciare una di loro prima di Natale.

E poi c’è Cristi Puiu, con Mungiu il “caposcuola” del cinema romeno degli anni 2000. Il regista de “La morte del signor Lazarescu” è stato inserito nella sezione "Un certain regard" che aveva già vinto nel 2005. “Aurora”, seconda parte di un ciclo di sei film su Bucarest, si annuncia come un giallo inusuale, sulla giornata di Viorel, un uomo di mezza età interpretato dallo stesso regista. Il protagonista si sveglia con un’insolita sensazione di ansia, che reprime seguendo gli impegni quotidiani che lo portano in auto attraverso la capitale. Il cast è completato da Clara Voda, Catrinel Dumitrescu e Luminita Gheorghiu.

Tra le proiezioni speciali c’è il nuovo film del georgiano trapiantato in Francia Otar Iosseliani, “Chantrapas” con Bulle Ogier. È la storia di Nicolas, un artista filmmaker che desidera solo esprimere se stesso e che tutti vogliono ridurre al silenzio. Comincia in Georgia, ma non segue le regole dettate dall’ideologia dominante così prova a trasferirsi in Francia, la terra della libertà e della democrazia. Ma “lo stato di grazia” non durerà a lungo.

Infine la "Quinzaine des realisateurs" ha scelto “Svet-Ake - The Light Thief” del kirghiso Aktan Arym Kubat, più conosciuto con il vecchio nome di Aktan Abdykalykov e autore dell’importante “Beshkempir” nel 1998. Protagonista del film è un elettricista con un effetto sulle persone molto più grande di quanto la sua occupazione farebbe intuire. L’uomo è l’ultimo stadio di un vasto sistema energetico e diviene un ponte tra i grandi problemi dello spazio post-sovietico e la gente comune. Così non solo si trova a portare la luce elettrica, che spesso salta, ma anche a portare una luce metaforica nella vita della persone.


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