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A causa delle nuove leggi sui mezzi di comunicazione e sulle trasmissioni radiotelevisive, il numero di giornalisti arrestati in Azerbaijan è in preoccupante aumento

26/06/2009 -  Arzu Geybullayeva Baku

In Azerbaijan è pressoché impossibile che il governo elogi un giornalista o un giornale (a meno che non sia filogovernativo); molto più comune, invece, sembra essere l'arresto del giornalista con accuse che vanno da atti di vandalismo, o in casi più gravi, di aggressione, diffamazione, terrorismo e perfino corruzione. Le azioni legali per diffamazione vengono usate dal governo come strumento per intimidire giornalisti indipendenti e dell'opposizione. La diffamazione viene vista come reato penale e comporta pene severe che vanno da multe pesanti fino a tre anni di carcere.

Le pene citate sono solo alcune delle molte sentenze per cui giornalisti come Eynulla Fatullayev, Mirza Sakit Zahidov, Nazim Quliyev, Musfiq Huseynov e altri sono stati arrestati nel corso degli ultimi anni.

Reazione internazionale e smentita locale

Quando Human Rights Watch e Freedom House hanno pubblicato i loro report sulla situazione dei diritti umani in Azerbaijan, il governo azero ha subito rifiutato le classifiche internazionali e le varie conclusioni. Infatti, il capo del dipartimento pubblico e politico del gabinetto presidenziale, Ali Hasanov, ha dichiarato che "i report annuali di Human Rights Watch e Freedom House" relativi alla situazione delle libertà e dei diritti umani in Azerbaijan "non riflettono la realtà dei fatti".

Le smentite da parte dei funzionari del governo sono pratica comune ogni qual volta vengono pubblicati dei report pubblici. Eldar Ibrahimov, membro del comitato politico del Partito del Nuovo Azerbaijan (Yeni Azerbaijan Partiyasi) ora al governo, ha dichiarato a maggio dalle pagine del giornale Yeni Azerbaijan (Nuovo Azerbaijan): "Nel nostro paese esistono libertà di parola e di stampa e nessuno qui può essere influenzato o criticato per il proprio pensiero indipendente!".

Mentre il governo parla di rispetto dei diritti, le organizzazioni internazionali tendono a non essere d'accordo, senza menzionare i giornalisti azeri che scontano la loro pena in prigione. Non dovrebbe sorprendere che tutti quei giornalisti arrestati sono stati imprigionati per gli articoli di critica alle politiche di governo o sono corrispondenti per i giornali dell'opposizione.

Questo il caso di Ganimat Zahit, condannato a quattro anni di prigione nel marzo 2008 per vandalismo e aggressione. Zahit era il redattore del giornale d'opposizione Azadliq ("Libertà") e noto per le frequenti critiche alle alte cariche del governo. Il caso più famoso è quello invece di Eynulla Fatullayev, redattore di un altro giornale alternativo Realny Azerbaijan (Daily Azerbaijan pubblicato anche in lingua azera, Gundelik Azerbaijan). La sua prima condanna è arrivata nel 2006, quando gli sono stati comminati due anni con sospensione della pena. Inoltre, sulla base di casi di diffamazione avanzati dal ministero degli Interni, Fatullayev è stato accusato di terrorismo, istigazione all'odio razziale ed evasione del fisco, il tutto per otto anni e mezzo di carcere. Entrambi i giornali sono stati chiusi.

Oltre agli arresti casuali, ci sono anche aggressioni ai giornalisti, minacce di morte e episodi di violenza. Lo scorso 9 aprile, Mirza Sakit Zahidov è stato accoltellato da due aggressori non identificati. Nessuno dei malintenzionati è stato trovato e la versione delle autorità, che escludeva qualsiasi collegamento tra il governo e questi aggressori, è stata subito negata dagli altri giornalisti e dai corrispondenti di altri giornali dell'opposizione.

Inoltre, in seguito al referendum dello scorso marzo, le leggi sui mezzi di comunicazione e sulle trasmissioni delle radiotelevisioni del paese sono state modificate. Secondo gli emendamenti recentemente adottati, è vietato filmare, fotografare, registrare la voce delle persone senza il loro consenso; i redattori senza titolo universitario non possono lavorare alla pubblicazione così come coloro che non sono cittadini azeri. In caso di abuso di potere (definito come interferenza nella vita privata altrui, diffusione di informazioni contro l'integrità dello stato o che viola l'ordine pubblico, e distribuzione di materiale pornografico) da parte dei media, sarà vietato. Nel caso di qualsiasi violazione di questa legge, l'attività potrà essere chiusa per un periodo di due mesi; se prima di questa nuova legge fosse già stata intentata una causa da parte di un'agenzia governativa per fermare una pubblicazione, basterà una semplice decisione della corte per poterlo fare.

Non solo giornalisti

La restrizione sulle pubblicazioni dei media in Azerbaijan, non si limita ai provvedimenti contro i giornalisti. È indirizzata anche alle radio internazionali come BBC, VoA (Voice of America) e Radio Free Europe/Radio Liberty e alla trasmissione su frequenze locali. Per alcuni funzionari del governo queste radio straniere non sono così "popolari", e allora perché lasciare che trasmettano sulle frequenze locali. "Queste radio (VoA, BBC, Radio Liberty) non trasmettono nei paesi civilizzati. Sono un prolungamento del periodo della guerra fredda. In più, se sono così importanti, perché non vengono trasmesse in paesi come Gran Bretagna, Francia o Belgio?", ha affermato in una conferenza stampa il capo del dipartimento pubblico e politico del gabinetto presidenziale Ali Hasanov.

Oggi l'Azerbaijan, uno dei 59 stati membri dell'Osce, ha il più alto numero di giornalisti arrestati. Mentre l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) definisce la situazione dei diritti umani in Azerbaijan "in peggioramento", il presidente azero è stato inserito nella lista dei "Media Predators" da parte di Reporter senza Frontiere.

Speranza

Forse c'è ancora un po' di speranza? Tra i vincitori del Premio Gerd Bucerius 2009 (dal nome del famoso avvocato, giornalista ed editore tedesco Gerd Bucerius) per la Libertà di Stampa in Est Europa, tenutosi a Oslo, c'è Natiq Javadli, giornalista azero e corrispondente di Bizim Yol ("Il nostro cammino"), per "il suo materiale analitico e critico sulla corruzione e la violazione dei diritti umani in Azerbaijan". Anche il giornale d'opposizione Azadliq (Libertà) è stato insignito dello stesso premio. Il giornale ha ricevuto 30.000 euro mentre il giornalista, Javadli, ha ricevuto 10.000 euro.


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