In Georgia l'opposizione contesta il risultato elettorale nonostante il giudizio positivo espresso dagli osservatori internazionali e annuncia manifestazioni dal 13 al 18 gennaio

11/01/2008 -  Maura Morandi* Tbilisi

A tre giorni dalle elezioni presidenziali georgiane, Levan Tarkhnishvili, Capo della Commissione Elettorale Centrale, ha annunciato i risultati preliminari del voto del 5 gennaio. Secondo le proiezioni, il Presidente uscente Mikheil Saakashvili è stato rieletto con il 52,21% dei voti, seguito dal candidato d'opposizione Levan Gachechiladze con il 25,26%.

Al conteggio mancano ancora i dati di alcuni seggi all'estero e in alcune zone remote della Georgia, difficilmente raggiungibili a causa delle forti nevicate. "I risultati di trenta piccoli seggi devono ancora arrivare, ma non cambiano il quadro generale" ha spiegato Tarkhnishvili "e l'esito finale potrebbe subire modifiche solo se i risultati di seggi o distretti elettorali saranno resi nulli dalle corti o dalla Commissione Elettorale Centrale".

Alla notizia dei risultati preliminari, Gachechiladze si è recato nella sede della Commissione Elettorale e in un asprissimo scontro verbale con Tarkhnishvili gli ha dato del "truffatore e del criminale, senza coscienza" chiedendo le sue dimissioni.

Intanto il lavoro di revisione e di controllo delle denunce di broglio da parte della Commissione Elettorale è iniziato e ha dato i suoi primi risultati. E' delle ultime ore, infatti, la notizia che gli esiti di quattro seggi sono stati annullati dalla Commissione "senza per questo avere ripercussioni sul risultato generale" ha precisato Tarkhnishvili.

I voti dei seggi nelle circoscrizioni di Telavi, Tsalka, Mestia e Saburtalo (quest'ultimo un distretto di Tbilisi) sono stati invalidati perchè "nel caso di Saburtalo e Mestia i capi dei rispettivi seggi hanno violato la legge con un ovvio tentativo di sabotare le elezioni nei loro seggi" ha detto all'emittente pubblica georgiana Tarkhnishvili. Mentre "a Telavi sono stati messi voti fraudolenti in un' urna e a Tsalka c'è stato un tafferuglio e non è stato permesso agli osservatori di entrare nel seggio elettorale".

Già nella serata di sabato, subito dopo la chiusura dei seggi, l'opposizione aveva denunciato che le elezioni erano state manipolate e falsate e aveva chiesto il secondo turno per Saakashvili e Gachechiladze. In attesa dei risultati ufficiali che verranno comunicati il 13 gennaio e alla luce dei dati preliminari, infatti, non sarebbe necessario un secondo turno in quanto Saakashvili avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.

In una nevosa domenica si è tenuta qui a Tbilisi la prima protesta con la partecipazione di diverse migliaia di persone, alla quale è seguito l'annuncio di manifestazioni di piazza ad oltranza. La notifica per una dimostrazione in viale Rustaveli dal 13 al 18 gennaio è già stata inoltrata da parte del blocco di nove partiti d'opposizione al Comune di Tbilisi.

Oltre a Gachechiladze ha annunciato la sua presenza alla protesta anche un altro candidato in corsa per la poltrona presidenziale, Davit Gamkrelidze del Partito della Nuova Destra che ha detto di voler partecipare "in solidarietà di Levan Gachechiladze e di tutte quelle persone che protesteranno contro i brogli elettorali". Anche Gamkrelidze è dell'opinione, infatti, che le autorità abbiano manipolato le elezioni per assicurare a Saakashvili la vittoria al primo turno "ma è ovvio che il secondo turno è necessario".

L'opposizione, quindi, sembra non darsi per vinta e rimane ferma nella sua decisione di contestare il risultato elettorale, nonostante il giudizio positivo sull'andamento delle elezioni espresso dagli osservatori internazionali che già il giorno successivo al voto, lo avevano valutato in un primo report "in conformità agli standard internazionali e alla legislazione nazionale".

All'uscita delle valutazioni da parte della Missione Internazionale per l'Osservazione delle Elezioni, la NATO ha espresso soddisfazione per il voto del 5 gennaio e lo ha definito "un passo importante nello sviluppo democratico delle Georgia". Il portavoce dell'Alleanza Atlantica, James Appathurai, ha aggiunto inoltre che "la NATO approfondirà il Dialogo Intensificato con la Georgia e continuerà a sostenere ulteriori sforzi del Paese verso gli standard euro-atlantici".

Della stessa opinione gli Stati Uniti che dal Dipartimento di Stato hanno chiesto ai politici georgiani "di lavorare in modo pacifico e responsabile per una Georgia democratica" e al governo "di condurre indagini sulle presunte irregolarità con l'ausilio di tutte le forze politiche per risolvere le mancanze identificate dagli osservatori internazionali prima delle elezioni parlamentari, attese per la primavera".

Anche l'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell'Unione Europea, Javier Solana si è congratulato con il popolo georgiano "per il modo pacifico con il quale si sono tenute le elezioni del 5 gennaio" e ha aggiunto che "il conteggio dei voti deve essere concluso il prima possibile". La presidenza dell'Unione Europea, in capo per questo semestre alla Slovenia, ha chiesto inoltre alle forze politiche della Georgia di "rispettare i risultati elettorali" e "di impegnarsi in modo costruttivo e democratico per assicurare che la Georgia continui nel suo progresso".

L'opposizione ha accolto con insoddisfazione le dichiarazioni delle istituzioni e dei paesi occidentali. Davit Gamkrelidze ha definito "cinica la definizione di "democratiche" delle elezioni presidenziali da parte del mondo occidentale, in particolare degli Stati Uniti".

A sostegno delle contestazioni dell'opposizione politica georgiana sono le dichiarazioni del Cremlino. Il Ministero degli Affari Esteri russo ha dichiarato, infatti, che le elezioni presidenziali in Georgia non sono state "né libere né giuste. E questa non è una sorpresa se si prende in considerazione l'intera campagna elettorale, che difficilmente può essere descritta come libera e giusta". Mosca ha criticato, inoltre, le conclusioni del Capo della missione d'osservazione dell'Assemblea Parlamentare dell'OSCE, Alcee Hastings, affermando che "le valutazioni del membro del Congresso americano, che ha parlato di trionfo della democrazia georgiana, sono superficiali", essendo oltretutto state fatte prima della conclusione del processo di conteggio dei voti.

Il probabile vincitore Saakashvili, che - dopo aver guidato la Rivoluzione delle Rose nel novembre 2003 - era stato eletto nel 2004 alla massima carica statale con il 96% dei voti, ha riconosciuto il fatto che "molti elettori sono andati a votare e molti non hanno votato per noi. E nessuno puo' ignorare l' opinione di quelli che non hanno votato per noi". Misha ha offerto quindi all'opposizione di entrare a far parte del nuovo governo e nel corso di un talk show trasmesso da Rustavi 2 ha affermato che il suo futuro gabinetto sarà "molto più all-inclusive" sottolineando il fatto che desidera essere "il Presidente di tutta la Georgia e non solo di un partito o di un gruppo".

Ma l'opposizione non intende collaborare con Saakashvili a meno che non ci sia il riconteggio dei voti o una seconda tornata elettorale che provi la sua vincita. E intanto promette battaglia.

*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell'articolo sono da attribuirsi unicamente all'autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell'UNHCR


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