Il 29 luglio scorso si è conclusa la quarta edizione del Mjaft Fest. Un evento musicale che richiama ogni anno sulla spiaggia della Baia di Livadhi migliaia di giovani delle città albanesi e dei Paesi limitrofi

11/08/2006 -  Luca Lietti

Se si percorre la costa albanese verso sud, quasi al confine con la Grecia ad un certo punto si incontrano due chilometri di spiaggia dorata, ai piedi di aspre montagne prologo dei brulli rilievi dell'Epiro. E' la bellissima Baia di Livadhi teatro dal 2003 del Mjaft Fest, l'evento musicale più importante dell'estate albanese.

Il festival è un'iniziativa dell'organizzazione non governativa Mjaft, una realtà affermata da diversi anni, punto di riferimento della nuova onda culturale giovanile albanese. Le attività di questa ong si inquadrano in un contesto balcanico caratterizzato da altri movimenti simili orientati all'impegno civile e allo sviluppo culturale.

Dal 2003 Mjaft ha alternato campagne per la lotta alla corruzione, a sostegno della libertà di espressione (soprattutto di stampa) all'organizzazione di interventi di stimolo culturale e artistico. L'organizzazione, e il movimento in generale, pesca comunque principalmente nella nascente coscienza studentesca delle classi urbane più agiate, ed è lontana dalle problematiche, non ultime quelle dovute all'isolamento culturale, di gran parte dell'entroterra rurale e montano albanese.

Fanno parte proprio di questa nuova gioventù metropolitana dallo sguardo internazionale le circa 6000 persone che hanno preso parte alle tre giornate dell'edizione 2006 del Mjaft Fest, la maggior parte albanesi, ma con una discreta presenza di kosovari, macedoni, qualche serbo e nutrite delegazioni di altri Paesi europei (scandinavi, tedeschi, ungheresi e cechi).

I prezzi molto contenuti, la possibilità di campeggiare liberamente in uno splendido contesto naturale insieme all'ottima line-up proposta hanno garantito il successo dell'evento. Attrazione indiscussa del festival di quest'anno sono stati i gruppi e i dj internazionali, soprattutto inglesi, tedeschi e austriaci. Per la prima volta in Albania il trio di Monaco di Baviera tutto al femminile delle Chicks on Speed a rappresentare l'onda electroclash della musica elettronica europea, vera protagonista dell'evento. Tra gli altri si sono alternati sui due palchi allestiti i Visionary Underground insieme a Dr. Das (Asian Dub Foundation), DJ Steve Dragon, The Blazing Zoos e DJ Gabriel Le Mar, nomi di spicco dello scenario internazionale di questo genere. Campo aperto è stato dato anche agli artisti balcanici come Digital Tooki (Serbia), il PMG Collective (Macedonia), Kthjellu (Kosovo), Supernova (Albania) e molti altri. Lo spettacolo non è stato esclusivamente sonoro: tra una performance musicale e l'altra sui palchi sono stati proiettati filmati, video-clip e giochi di luci.

Vista la crescente importanza del festival, e l'interesse che ha suscitato nei media del settore, questa edizione è stata anche un'ottima vetrina per dj e gruppi emergenti locali, che normalmente hanno molta difficoltà a trovare spazio nel saturo mercato della musica elettronica e dub europea.

Sono iniziative come questo evento organizzato da Mjaft, o l'ormai affermato Exit Festival - sicuramente l'appuntamento più importante dei Balcani in ambito musicale, che tutti gli anni a Novi Sad (Serbia) raduna più di 120.000 persone da tutta Europa - che possono dare un nuovo impulso alla cultura giovanile dell'area. Anno dopo anno va affermandosi un'eccellenza organizzativa e di proposta artistica (musicale soprattutto) che nulla ha da invidiare ai più rinomati festival estivi del resto d'Europa. E forse c'è di più: rappresentano una risposta spontanea, carica di forti messaggi alle elites politiche dell'area, alle tensioni nazionalistiche che soffiano ancora nei Balcani.


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